I libri di Patrizia Boi

sabato 12 marzo 2016

INTERMODALITA' SOSTENIBILE: MOBILITA' INTEGRATA BICI - TRENO



Ipotesi di realizzazione di piste ciclabili su sede ferroviaria nell’area metropolitana di Roma e di Milano
 
A Cura di Mattia Valente e di Paolo Mori di RFI
 
L’obiettivo dello studio svolto è quello di individuare sedimi ferroviari non più in esercizio, spazi disponibili a margine dei rilevati ferroviari o in corrispondenza di aree di scalo in disuso, per realizzare nuove piste ciclabili in ambito urbano. Le linee ferroviarie infatti, per la loro conformazione caratterizzata da pendenze ridotte e per la caratteristica di svilupparsi anche in ambito urbano, si prestano ad essere affiancate ad un traffico lento di biciclette e pedoni, semplicemente ricavando percorsi protetti ed opportunamente “confinati” in adiacenza alle linee stesse. In particolare si è verificata la possibilità di utilizzo di spazi residuali del sedime ferroviario in adiacenza a linee in esercizio nei contesti urbani di Roma e Milano. Negli ambiti dove lo spazio non è sufficiente sono stati ipotizzati percorsi su viabilità ordinaria con lo scopo finale di riuscire, per tratti ciclabili sufficientemente estesi, a connettere tra di loro stazioni ferroviarie o nodi di collegamento con piste ciclabili già esistenti. Inoltre, per rendere appetibile all’utenza ciclistica l’interscambio in stazione, sono stati ipotizzati posteggi bici ad una distanza non superiore a 50 metri dagli accessi di stazione.
 
Dal punto di vista dimensionale sono state concepite piste ciclabili aventi mediamente una distanza dal fungo esterno del binario di circa 4,50 m ed una larghezza di 1,50 m per ciascun senso di marcia, con soluzione ridotta ad 1,25 m nel caso di due corsie affiancate, eccezionalmente riducibile a 1,00 m per limitate lunghezze di itinerario opportunamente segnalato. Si è tenuto conto, in tal senso, delle principali criticità rappresentate dai restringimenti a causa di sovrappassi ferroviari o sottovia rendendo di fatto impraticabili o inadeguati eventuali altri percorsi ipotizzabili e cercando di minimizzare, ove possibile, le opere di interconnessione con la viabilità ordinaria.
 
Con questi criteri, mediante appositi sopralluoghi ed attraverso l’analisi di casi di piste già realizzate su sedime ferroviario (pista ciclabile “Monte Mario – Monte Ciocci”, come meglio esposto nell’articolo di Patrizia Boi: PROGETTO PISTE CICLABILI NEI NODI DI ROMA-MILANO, sono stati quindi individuati sia dei percorsi ciclopedonali che attraversano piccole porzioni di città prolungando di fatto percorsi ciclabili esistenti, sia percorsi più complessi utili per la mobilità quotidiana, con l’utilizzo di ex sedimi ferroviari anche per lunghezze superiori ai 4 km o riprendendo e sviluppando percorsi ciclabili già proposti dagli Enti Locali (Percorso del “Parco lineare dell’antica via Collatina da Porta Maggiore a Gabii” per l’area di Roma ed il percorso dalla “Stazione di Rogoredo all’Abbazia di Chiaravalle” per l’area di Milano).
 
Nel complesso sono stati quindi identificati 5 percorsi da realizzare nell’area metropolitana di Roma per uno sviluppo complessivo di 22,3 Km (di cui 10,7 Km su aree ferroviarie pari a circa il 48% del totale) e 5 Km in quella di Milano per uno sviluppo complessivo di 10,1 Km (di cui 7,4 Km su aree ferroviarie pari a circa il 73% del totale).
 
In particolare per l’area di Milano sono stati individuati i seguenti percorsi:
1.     Cavalcavia Via E. Breda - Via Sesto San Giovanni: 1,8 Km di cui 1 Km su sedime ferroviario (56% su aree ferroviarie);
2.    Viale E. Forlanini - Cavalcavia Buccari: 0,8 Km (100% su aree ferroviarie);
3.    Bivio Porta Romana - Via Mecenate: 1,7 Km di cui 0,7 Km su sedime ferroviario (41% su aree ferroviarie);
4.    Bivio Porta Romana - Stazione di Rogoredo: 1,8 Km di cui 1,4 Km su sedime ferroviario (78 % su aree ferroviarie);
5.    Stazione di Rogoredo - Poasco (Abbazia di Chiaravalle): 4 Km di cui 3,5 Km su sedime ferroviario (88% su aree ferroviarie).
 
Particolare attenzione è stata data nell’individuare il collegamento con la stazione ferroviaria e quindi realizzare l’intermodalità e l’accessibilità delle piste ciclabili all’impianto di stazione (Parcheggio, Bus, Metro, Bike sharing etc.).
 
Per permettere una completa fruizione delle piste ciclabili e dei percorsi da queste intercettati, ma anche per dare la possibilità di coprire lunghe distanze con la bicicletta, è necessario consentire l’interazione tra queste ultime ed il sistema del trasporto pubblico. Ciò significa poter accedere con le bici ai mezzi di trasporto pubblici o di poterle lasciare presso parcheggi sicuri in prossimità di stazioni ferroviarie, fermate della metropolitana, dei tram, degli autobus.
Stazione di Roma Tuscolana: esempio di intermodalità e accessibilità
Il trasporto su ferro è quello che, ad oggi, offre maggiori utilizzi intermodali: la bicicletta può essere trasportata al seguito del viaggiatore direttamente sui treni o può essere lasciata nei parcheggi dedicati alle biciclette situati nei pressi delle stazioni/fermate. Per essere appetibili all’utenza ciclistica i posteggi bici devono trovarsi ad una distanza non superiore a 50 metri dagli accessi della stazione, nel caso di linee ferroviarie, e a 30 metri nel caso di fermate del trasporto pubblico locale (TPL).
Stazione di Modena: esempio di intermodalità e accessibilità
quale poter agevolare i cittadini all’uso quotidiano della bicicletta negli spostamenti casa/fermata TPL quando, col mezzo pubblico, viene raggiunto il posto di lavoro o di studio.
La corretta ubicazione dei posteggi bici da sola non basta: sono infatti molte altre le accortezze e gli interventi che possono essere attuati affinché la bicicletta divenga effettivamente mezzo integrato al trasporto pubblico locale.
L’utilizzo combinato bici e mezzi di trasporto pubblico, soprattutto il treno, rappresenta una valida alternativa all’uso dell’auto privata anche per i lunghi spostamenti, contribuendo così a promuovere la mobilità sostenibile sia per il tempo libero che per gli spostamenti quotidiani, questi ultimi riguardanti prevalentemente l’ambito urbano.
 
Questi concetti sono largamente espressi dai “Piani Regionali e Comunali della Mobilità ciclistica” nonché dalle varie Associazioni amici della bicicletta.
   

     Mattia Valente                                  Paolo Mori
 

venerdì 11 marzo 2016

PISTE CICLABILI PER COMBATTERE L'INQUINAMENTO E PROTEGGERE L'AMBIENTE E LA SALUTE

http://www.collengworld.com/News/piste-ciclabili-roma-milano

A Quick Guide on How to Use the Blog section.



Le linee ferroviarie, per la loro conformazione naturale fatta di pendenze ridotte, per i tracciati che attraversano arterie fondamentali di spostamento, si prestano ad essere affiancate ad un traffico lento di biciclette e pedoni, semplicemente ricavando delle piste ciclabili confinanti con le linee stesse.
Nella Capitale italiana, la realizzazione del parco ciclo-pedonale di Monte Ciocci sulla galleria ferroviaria della linea Roma-Viterbo per una lunghezza di circa 5 Km, ha dimostrato che la sua funzione, inizialmente deputata ad attrarre un’utenza per il tempo libero, si è trasformata assumendo il carattere di una vera e propria via di comunicazione. Questo ha consentito e ancora oggi consente agli abitanti del quartiere di spostarsi by-passando il traffico cittadino e di utilizzare il sistema di trasporto treno-bicicletta anche quotidianamente per raggiungere il luogo di lavoro.

Il percorso è stato dotato di: panchine, fontanelle, viali alberati, illuminazione, ringhiere di protezione in corrispondenza dei viadotti e dei rilevati, percorso ginnico, parchi giochi, zone di sosta ombreggiate.

Il successo dell’iniziativa, che ha visto Ferrovie e Roma Capitale impegnate per la realizzazione del parco ciclabile per circa quattro anni (01/03/2010- 14/06/2014), ha fatto riflettere RFI sulla opportunità di collegare le sue stazioni e fermate con luoghi significativi che possano invitare i cittadini a servirsi più spesso di mezzi di trasporto ecologici come il treno e la bici alleggerendo il caotico traffico metropolitano.

Del resto il Piano Quadro della Ciclabilità di Roma Capitale pone come principale obiettivo, anche in relazione alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024, quello di risolvere il problema dell’Inquinamento urbano e dell’emissione di gas clima-alteranti, originati sostanzialmente da traffico veicolare e da riscaldamento degli edifici.
Lo sviluppo della ciclabilità urbana è tema sempre più centrale tra le direttive e le indicazioni della Commissione Europea: il rilancio della bicicletta quale mezzo di trasporto quotidiano rappresenta per la città di Roma una vera opportunità per la sua concreta trasformazione in Città ciclabile. Il tema della ciclabilità urbana è particolarmente ostico per Roma sia per il territorio assai esteso ed orograficamente svantaggioso, sia per le caratteristiche del tessuto urbano fortemente consolidato, ma soprattutto  per il forte gap culturale tra abitudini dei romani e abitudini dei cittadini di altre metropoli europee.
Il tasso di motorizzazione procapite di Roma è tra i più alti al mondo, ma la velocità degli spostamenti in città è tra le più basse.

Puntare sulla bicicletta è una delle più importanti strategie generali della Commissione Europea per la riqualificazione dell’ambiente urbano e la lotta all’inquinamento acustico ed atmosferico.
Infatti la bicicletta, oltre che essere il mezzo maggiormente ecologico (consumo di ossigeno sostanzialmente pari a zero, nessun gas di scarico, rumore pari a zero, massimo risparmio di energia) è anche quello che occupa minor spazio pubblico.

È sufficiente avere a disposizione una fascia  di terreno di circa 3,00 metri: infatti la larghezza di un percorso ciclabile a doppio senso di marcia è di 2,80 m, con possibilità di derogare a tale standard per particolari situazioni orografiche o strutturali. Mentre per realizzare una pista ciclabile con un unico senso di marcia è necessario disporre di una fascia di almeno 2,00 m per consentire il traffico ciclistico in sicurezza. In caso di uso in comune con i pedoni, è utile aggiungere una pavimentazione o una corsia laterale pedonale se il numero di ciclisti o di pedoni, o di entrambi, è elevato.
In ogni caso è necessario separare fisicamente la pista ciclabile dalla sede ferroviaria e da eventuali carreggiate stradali limitrofe.
La pavimentazione può essere realizzata in vari modi a seconda delle zone interferenti: terra battuta, asfalto colorato, rasocrete, etc.

Eventuali arredi, segnaletica e altre dotazioni vengono studiate caso per caso.
I benefici universalmente riconosciuti alla bicicletta riguardano la salute, la facilità d’uso e di mantenimento, la riduzione dei costi interni ed esterni del trasporto ed il minor costo di investimento e mantenimento delle infrastrutture per la collettività.
Lo sviluppo di infrastrutture e servizi per la ciclabilità è estremamente meno oneroso rispetto alla realizzazione di altri e diversi sistemi e servizi di trasporto, mentre i costi che il cittadino deve pagare in maniera drammatica sono legati all’incidentalità.
L’efficienza massima della bicicletta è espressa da spostamenti urbani fino a 5 Km di distanza, come è il caso della pista Ciclabile Monte Ciocci- Santa Maria della Pietà.


È chiaro che per creare un sistema di Ciclabilità efficiente necessita investire su delle macro aree:
1)     Sviluppo delle infrastrutture lineari come piste ciclabili e percorsi ciclopedonali di livello principale e di livello locale;
1)     Costruzione di parcheggi per biciclette nei nodi di interscambio (metropolitane, ferrovie, etc.) e nelle scuole e università;

2)   Sviluppo del trasporto delle biciclette al seguito dei mezzi pubblici (autobus, metropolitana, tram, ferrovie);

3)   Sviluppo di servizi di trasporto innovativi come il Bike sharing
e il risciò.


Il progetto di RFI si inserisce in queste ottiche di risparmio energetico, di lotta all’inquinamento e di recupero del territorio e prevede la ricerca di spazi ciclabili nelle città di Roma e Milano, utilizzando il più possibile il sedime ferroviario che Ferrovie mette a disposizione del cittadino a titolo gratuito.
 
Sono stati individuati sia percorsi semplici che attraversano piccole porzioni di città, sia  percorsi più complessi, come il prolungamento della pista di Monte Ciocci verso la stazione di San Pietro (circa 2 km) o come il progetto già messo a punto da Roma Capitale per il riutilizzo delle aree occupate da TAV sull’antica via Collatina. Esso ha, infatti, uno sviluppo lineare di oltre 15km e va da Porta Maggiore ai nuovi quartieri di Ponte di Nona con lo scopo di raccogliere i flussi di utenza e convogliarli con un mezzo alternativo ed ecologico verso il nodo ferroviario.
 
Un altro tracciato interessante è quello che da Torricola si snoda verso la via Appia Antica per circa 1,2 Km, che potrà anche collegare attraverso attenti studi sia il Divino Amore, sia l’Aeroporto di Ciampino, sia la stazione di Ciampino. E naturalmente, attraverso il corridoio dell’Appia Antica, si ha la possibilità di giungere al centro della città, passando per un territorio affascinante dal punto di vista naturalistico e ricco dal punto di vista storico-archeologico.

Bisogna porre l’attenzione, comunque, non solo alla bellezza del territorio attraversato, ma all’utilità sociale e all’alleggerimento del traffico cittadino: infatti RFI ha individuato un possibile tracciato che crea un collegamento lento affiancato in corrispondenza della tangenziale. Si tratta del percorso Stazione Termini – San Lorenzo – Stazione Tiburtina (circa 3,5 Km complessivi). Questo percorso si snoda interamente, almeno per il tratto San Lorenzo -Tiburtina, in proprietà ferroviaria e consente agli studenti -della zona universitaria di recarsi alla Stazione Tiburtina in bicicletta o a piedi. Il corridoio verde che si verrebbe a creare consentirebbe altresì il recupero di un tratto di linea ferroviaria dismessa (circa 2,7 Km) attualmente in stato di abbandono, ricollegando parti divise della città.
 
Si potranno trovare maggiori dettagli in proposito, nello studio effettuato dall’Ingegner Mattia Valente e dall’Architetto Paolo Mori di RFI Soluzioni per l’intermodalità sostenibile: mobilità integrata bici-treno  con Ipotesi di realizzazione di piste ciclabili su sede ferroviaria nell’area metropolitana di Roma e di Milano.
 

È ovvio che sono tante le difficoltà da affrontare per restituire alla città uno spazio per chi non ha fretta, un corridoio per chi vuole una vita alternativa, una possibilità di spostamento che sia a inquinamento zero, il tempo per passare in un luogo con la volontà di guardarlo davvero e nutrirsi della sua bellezza.
 
Nella realizzazione della Pista Ciclabile di Monte Ciocci, per esempio ci sono state diverse criticità:
 
1)     Difficoltà a gestire le esigenze di un territorio fortemente popolato;
2)   Difficoltà di effettuare varianti a volte richieste dalla cittadinanza per l’immobilità delle Amministrazioni nel processo decisionale;
3)   Difficoltà a far dialogare il Comune con Acea per gli allacci dell’Acqua e degli impianti elettrici e per la posa dei pali di illuminazione;
4)   Difficoltà nella realizzazione e approvazione dei percorsi tattili per non vedenti;
5)    Difetti del materiale innovativo usato per l’esecuzione del manto di pavimentazione che pur dovendo essere ecologico, indistruttibile e facilmente manutenibile, ha cominciato a sfaldarsi dopo 8 mesi, e visto che si tratta di un difetto di questo materiale che non risponde alle caratteristiche decantate dalla sua scheda tecnica (anche a Cagliari ha manifestato difetti), sarà opportuno tornare al solito asfalto colorato.
6)   Difficoltà di interfacciarsi con un Comune Commissariato.


Una mia proposta personale per la città di Roma, è quella di collegare i vari musei e siti archeologici della Soprintendenza più importante del mondo con un sistema di piste ciclabili, un sistema di Bike – Sharing e collegamenti con Risciò, allo scopo di favorire la mobilità lenta e piacevole dei turisti.

Utrecht è una delle città più bike friendly al mondo, come dimostra l’avveniristico
progetto di realizzare un parcheggio per bici con 12.500 posti presso la stazione centrale

Se ci abituiamo a dare più spazio ad un pensiero aperto, saremmo in grado di ricavare più tempo per le nostre attività in connessione con l’ambiente, per il tempo libero, per la riscoperta dei valori e del rispetto.

Regalandoci, forse, attimi di Eternità.


Patrizia Boi

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