I libri di Patrizia Boi

giovedì 9 marzo 2017

IL CASTELLO DELL'AMORE PURO. TERZA PARTE

La Strega Mafalda e la Strega Zelinda

Il Castello dell’Amore Puro. Terza parte

Il Castello di Trinacria
Il Castello di Trinacria
5 MAR 2017 
di 
Comparve di nuovo la Luna e disse:
Queste sono le vittime di tua zia, la Strega Mafalda: tutti gli uomini che le cadevano ai piedi attratti dalla sua bellezza erano trasformati in Lucertole, appesi a un chiodo per la coda e torturati per atti e fatti che non avevano commesso. Chiunque avesse osato anche solo guardare o pensare ad un’altra donna veniva torturato e lasciato morire appeso al chiodo. Ora stacca tutte quelle Lucertole dai loro chiodi, mettile in un grande canestro, poi liberale in un prato di Grano Maturo.
Così fece il principe Fabrizio dopo aver staccato i chiodi uno per uno e aver passato una torcia accesa lungo tutte quelle pareti verdognole. Arrivato nel campo di Grano Maturo liberò 8.888 Lucertole che si trasformarono in altrettanti uomini. Quelli uomini avevano mani e polsi legati con le catene e questa volta non fu facile liberarli. Fabrizio ritornò al Castello per prendere tutti gli attrezzi che trovò disponibili, poi tornò a liberare gli uomini e si fece aiutare a liberare gli altri da quelli che erano già liberi.
Ci vollero più di due mesi per scindere tutti i legami che avevano posto quelle catene, ma liberato l’ultimo uomo, un grande boato oscurò il Campo di Grano e una vampa di fuoco smaterializzò l’anima malvagia della Strega Mafalda e la famiglia Ben-Avi fu purificata anche dai peccati commessi dalla seconda Strega. Questa volta Fabrizio si sentì veramente stremato per la fatica fatta e non appena ebbe salutato tutti gli uomini che erano tornati liberi, si buttò nel suo letto e dormì per due mesi di fila. Il primo mese la stanchezza era tale che non sognò nemmeno, mentre nel secondo mese di Sonno ritornò a sognare la bella Letizia che lo aspettava. Letizia lo pensava sempre intensamente e immaginava di tenergli la mano. Di nuovo nel Sonno incontrò la sua bella Letizia e anche questa volta lei seppe che lui era sano e salvo dopo la Seconda Prova. A quel punto Letizia volle di nuovo chiamare il signore dello specchio e chiese:
Dimmi specchio parlante
cosa succederà al mio amante?
L’ultima prova mi fa terrore
temo di perdere il mio Amore.
Ci fu il solito scoppio di fumi colorati e la voce del signore dello specchio rispose:
Il Cavaliere ora affronterà
di zia Zelinda la verità
che sarà assai faticosa
ma riuscirà anche in questa cosa.
Letizia si sentì serena, girò tra le dita la sua Collana e seppe che il Principe era in forma. Indossò le Ciabattine Magiche e coinvolse nella danza le Farfalline per stare accanto al Principe con Gioia e infondergli coraggio per affontare la Terza Prova che lo aspettava. Fabrizio, in Trinacria, alla fine del secondo mese di Sonno si risvegliò pieno di energie e si ricordò di dover ancora affrontare la Terza Prova. Si recò di nuovo nei sotterranei e si diresse direttamente nel terzo corridoio ancora inesplorato. La seconda stanza liberata era diventata gialla come il sole. Nel terzo corridoio vide uscire un fumo nero dalle pareti di una stanza. Quando aprì la porta vide una moltitudine di Topolini con la coda tagliata richiusi in trappole dove non c’era spazio nemmeno per camminare. Comparve di nuovo la Luna e spiegò:
Questi sono gli uomini intrappolati da zia Zelinda, la Strega più maligna delle tre. Prendeva ogni uomo che le si avvicinava e senza nemmeno averci un contatto lo intrappolava nel corpo di un topo, poi lo torturava per una settimana e infine gli tagliava la coda e lo metteva dentro una trappola dove non poteva fare nemmeno un movimento. Devi aprire le gabbie, medicare le code, portare via i Topolini in un sacco molto capiente. Portali nei pressi di un lago salato, buttali in acqua e lasciali a bagno per dodici ore. Ricordati di purificare questa stanza e poi di sciogliere tutti legami degli uomini qui imprigionati.
Come al solito Fabrizio obbedì e liberò tutti i Topolini dalle gabbie, li mise in un enorme sacco e li trascinò fuori dai sotterranei dopo aver purificato la stanza nera con la solita torcia di fuoco. Poi andò al lago salato Bianco Avola e lasciò tutti i topolini in ammollo per dodici ore. Anche loro ritornarono uomini, ma erano ancora imprigionati dentro armature di acciaio che impedivano loro di respirare e perfino di fare i loro bisogni. Ci volle veramente la fatica di un forte Cavaliere per tagliare tutto quell’acciao incidendolo con il diamante e poi cercando di spezzarlo con la spada per liberare la vita di quegli uomini. Dopo tre mesi di duro lavoro i 7.777 uomini furono liberi e lo Spirito della Strega Zelinda vorticò in aria scomparendo in una nuvola di fumo nero. In questo modo la famiglia Ben–Avi fu liberata dall’anima malvagia di quelle tre zie.
Le tre Streghe erano gemelle
alte, bionde e molto belle
nate da parto prematuro
eran figlie di nonno Arturo.
Ultimo parto di sette avuto
nella famiglia mai voluto
perché la nonna Gelsomina
era ormai troppo vecchina.
Sempre dispetti a fratelli e sorelle
hanno fatto quelle monelle
tutti gli uomini hanno odiato
e non solo quelli del Casato.
Questa volta non bastarono quattro mesi di Sonno per placare la stanchezza del cavaliere Fabrizio che si sentì esausto e dormì profondamente fino alla fine del quarto mese. Il quinto mese lo passò di nuovo a sognare Letizia e si riempì di nuovo di energia positiva. Letizia lo aspettava sperando che tornasse prima possibile e immaginava intensamente il momento delle loro Nozze. Di nuovo nel Sonno si incontrarono e per la terza volta lei seppe che aveva superato anche la Terza Prova. A quel punto Letizia interrogò ancora il signore dello specchio:
Dimmi ancora o mio signore
quando torna il mio Cavaliere?
quanto tempo ci vorrà
che il mio cuor non reggerà?
Il signore dello specchio rispose:
Il Cavaliere ha liberato
dalle Streghe il suo Casato
ora te cara Letizia
libererà da questa mestizia.
Tuo marito affronterà
le Crisalidi libererà.
Letizia seppe che l’attesa non era finita e accarezzò la sua Collana con Amore. In quel momento sentì che presto il Principe si sarebbe messo in viaggio. Questa volta la danza con le Ciabattine Magiche e le Farfalline di Carta, durò un’intera settimana per accogliere con Amore Fabrizio che stava per arrivare. Fabrizio cavalcò per un mese intero dalla Trinacria al Regno del Mago con quanto forza aveva in corpo e arrivò in primavera. Si stese su un prato e si riposò per una giornata intera facendo un lungo Sonno. Nel Sogno, la Fata del Focolare comparve indossando una veste rossa e, porgendogli un vasetto di vetro, disse:
Prendi in mano la pozione
porta il Mago in tentazione
offri un calice della mistura
come fosse bevanda pura.
Quando avrà bevuto tutto
legalo bene e che sia muto
prendi cento mille corde
senti chi ha reso voci sorde.
Prendi diecimila ceri
bruciali insieme tutti interi
apri la porta della prigione
nei sotterranei della magione.
Prendi i bozzoli dei prigionieri
i loro animi tristi e seri
in una cassa ponili tutti
con i lamenti che li hanno distrutti.
Portali dentro un pozzo profondo
falli precipitare in fondo in fondo
lasciali in acqua tutto il giorno
e l’indomani aspetta il ritorno.
Dal pozzo infine usciranno
spingendosi senza affanno
le Farfalle più meravigliose
di una sorte senza Spose.
Fai con loro un cerchio enorme
e di Uomini torneranno le forme
spezza il ferro che li tiene legati
e non saranno più condannati.
Fabrizio fece tutto ciò che gli aveva detto la Fata e quando 6.666 Farfalle si ritrasformarono in uomini, faticò per due mesi interi per scindere i legami di ferro che avvolgevano le caviglie dei principi imprigionati. Quando sciolse tutti i legami, il Mago si sciolse come ghiaccio al sole e divenne inconsistente. In quel momento nel Castello il tempo si fermò e tutto si addormentò. Ci vollero tre mesi di Sonno per ritrovare la forza dispersa e purificare il Castello dalla cattiveria del Mago.
Quando Fabrizio si risvegliò corse nella stanza di Letizia, la svegliò dal suo lungo Sonno, le disse di prendere tutte le cose preziose che voleva portare con sé e chiamò Desideria perché li aiutasse a tornare in Trinacria e a preparare le Nozze. Desideria arrivò in un baleno, giusto nel tempo del battito d’ala di una Farfalla, e aiutò sua madre a riempire una carrozza con tutte le sue Farfalle e in un’altra carrozza caricò il Letto a Baldacchino, le Lenzuola di Seta e le Ciabattine Magiche. Letizia tenne sempre al polso lo Specchio Magico e Parlante e al collo la Collana di Pietra Lavica.
Il viaggio fu sorprendente, durò due mesi esatti e i due innamorati attraversarono Luoghi incredibili, Fiumi, Laghi, Prati, Valli, Colline, Montagne, Boschi, Campi di Grano e Campi di Fiori. Prima di arrivare al mare si fermarono alla fresca Sorgente della Farfalla Bianca e bevvero un’acqua magica che ritemprò tutte le loro cellule. Il viaggio fu allegro e sereno, tre valletti guidarono le carrozze, nell’ultima delle quali viaggiavano Fabrizio e Letizia. Desideria ogni tanto scendeva dalla sua Galassia per accompagnare i suoi genitori per tratti di viaggio. Alla fine giunsero al mare ed ebbero una splendida visione della terra di Trinacria. Letizia fu invasa da una Gioia Celeste, Fabrizio la guardava Felice con i suoi occhi innamorati.
Arrivati che furono al Castello dei Ben–Avi, signori del Sole e della Luce, Letizia fu portata in una stanza eccezionale, luminosa come il sorgere dell’Alba, calda come l’Amore, ordinata come la Giustizia, gaia come la Primavera. Per un mese Letizia e Desideria furono impegnate a scegliere per le Nozze sete, rasi, broccati, le stoffe più belle che erano arrivate per l’occasione da tutti i paesi del Mediterraneo. Poi fu la volta dei gioielli e delle pietre preziose. Fabrizio, dal canto suo, preparò i cavalli bianchi della carrozza degli Sposi, un corteo di cavallini bianchi per tutta la corte e scelse la Marcia Nuziale che avrebbe condotto in Chiesa gli Sposi con tutto il corteo degli invitati alle Nozze. Preparò la Chiesa in modo che fosse la semplicità a trionfare ed ebbe in dono da sua Madrina due Anelli in oro bianco fatti di fili di Luna.
La Fata del Focolare, invece, preparò per Letizia il più bel vestito da Sposa che si fosse mai visto, candido come l’Amore Puro e fatto interamente di Seta sopraffina. Dopo un mese di preparativi venne il grande giorno: quando Fabrizio vide Letizia con il suo vestito di Seta candida, si sentì quasi svenire dall’emozione e quando lei vide lui con la sua Camicia bianca e il suo Abito azzurro il suo viso si riempì di lacrime. Quando poi sentì la musica che Fabrizio aveva preparato come Marcia Nuziale, l’emozione fu così intensa che non riusciva quasi a camminare.
La Chiesa era strapiena: c’erano i 9.999 uomini Scarafaggio, gli 8.888 uomini Lucertola, i 7.777 uomini Topo e i 6.666 uomini Crisalide accompagnati dalle rispettive famiglie, tutti vestiti con gli abiti più eleganti che possedessero. Allo scambio degli Anelli, Letizia e Fabrizio si guardarono con gli occhi dell’Amore Puro e quella sensazione di Felicità non li abbandonò più per il resto della loro vita. Letizia si tolse dal collo la Collana di Pietra Lavica e la mise nuovamente al collo del suo Sposo, mentre lui le mise al collo una Collana di Diamanti ancora più preziosa che gli aveva lasciato in eredità sua Madre.
In quel momento Desideria ebbe uno scoppio di Luce e la zia Olga che era la testimone delle nozze insieme alle due Madrine, pianse per tutto il tempo.
Il Re di Trinacria Fabrizio Ben–Avi
visse cent’anni allegri e gai
con la sua bella moglie Letizia
in un Castello senza avarizia.
Oltre alla loro Desideria di Luce
di furono due bimbe molto carucce
due gemelline dai boccoli d’oro
che per gli Sposi furon tesoro.
Dopo dieci anni di dolce vita
in quel Castello nacque anche Anita
una bimba bella come una Rosa
che rese felici lo Sposo e la Sposa.
Ancora un anno dovette passare
perché un principino potesse arrivare
nacque così magro come un fico
il delizioso piccolo Federico.
Nella famiglia di tanti figli
ci furono sempre buoni consigli
dalle madrine della famiglia
su Desideria Gemelle e altra figlia.
Il principino fu coccolato
da tutte le donne del Casato
e divenne un Principe Valente
come suo Padre molto Potente.
Vissero sempre in pace e gloria
e veramente qui finisce la Storia.