I libri di Patrizia Boi

martedì 24 settembre 2024

 Teatrosophia Stagione 2024-2025



C’era una volta il Teatro, un luogo incantato e magico dove nascono i sogni. Era un angolino piccolo piccolo in una grande città, minuscolo e delizioso, che si raggiungeva a piedi attraverso stradine strette lastricate di pietre.


Eppure in quello spazio circoscritto entravano tante persone, come se le pareti dipinte si aprissero allargandosi all’infinito. 

C’erano ripide scale che conducevano al mondo sotterraneo dove si coltivano i sogni. 


Ripide ma piene di vita.


E lì nel palcoscenico delle idee, c’era un omino magro magro con i pantaloni bianchi e la camicia color cielo.

Con i suoi capelli riccioluti cortissimi e i suoi occhi vispi, si avvicinava al pubblico, numeroso, seduto tra gli spalti e le stelle, una marea di braccia protese verso di lui.

Le luci brillavano negli occhi della gente che aspettava che si rompesse il suo silenzio. E l’omino sospirò e disse così:



«Ci sono sogni e sogni. 

A me piacciono i sogni con i piedi. Perché possono camminare. 

E perché possono permettersi di diventare cose. Poi, le cose, fanno la loro strada. 

E le strade, per quelli come noi, non sempre sono lisce d'asfalto o dritte o ben illuminate. 

Ma, in ogni caso, sono cose che rimangono aggrappate ai sogni. 

Le nostre, sono cose educate. Nel senso che sono proprio legate alla buona educazione. 

E sono educate alla bellezza. Non si nutrono d'invidie né di vanto. 

Sono cose temerarie ma anche disincantate. Sono cose cocciute come muli. 

E sono fatica, tanta fatica. Ma quella fatica che è circostanza.

Ma le nostre cose sono soprattutto viaggi. Anzi, per meglio dire, sono la cura del viaggio. 

Nel viaggio puoi rasentare la perfezione. Poi le cose, si sa, decidono loro come, dove e se approdare. 

Ma se hai fatto un buon viaggio, un viaggio onesto, senza risparmi e senza lamenti, allora hai vinto. 

Ed è quel tipo di vittoria che ti premia veramente. 

È quel tipo di vittoria che ti rende migliore e che ti rimane addosso per sempre.

E allora io oggi, ora, auguro a tutti voi buon viaggio. Qui. A Teatrosophia. 

La stagione!».


Quell’omino si chiama Guido Lomoro ed è il Direttore di Teatrosophia e si è inventato un modo molto originale per presentare la Stagione 2024-2025, un cartellone davvero intrigante, così colmo di idee magiche che tutti sono stati attenti alla presentazione applaudendo ad ogni numero della stagione. 



Aiutato dalle fatine Marta Iacopini, Maria Concetta Borgese, Ilenia Costanza, Lorena Vetro, Alessandra di Tommaso, ha snocciolato la sua ricetta teatrale, tra canti, balli, musica e tanto amore e fantasia. 


E ha regalato a tutti un libro segreto variopinto coi colori dei sogni.






Applausi a non finire dalle pareti immense, battimani provenienti da ogni galassia dello spazio. 

Tutti insieme alle fatine azzurrine:




Appassionatamente attaccati all’albero dei sogni, perché nessuno conosce come loro il potere dei sogni.

C’è chi sogna e i suoi sogni sono incubi angosciosi che si insinuano nell’inconscio stimolando la paura della notte (METUS NOCTIS), c’è chi sono I FIGLI DEL POETA e chi si intrattiene a riesumare lo spettro di ADELAIDE, MARCHESA LEOPARDI, forse colei che aveva rovinato i sogni gioiosi del suo figlio poeta, oppure chi è perseguitata dalle immagini di un uomo e di un pugnale in una notte di bufera, LUXURIAS, c’è chi invece sogna di non fare un Natale tutto solo e cerca disperatamente compagnia, IL NATALE DI HARRY, e c’è il sogno di un grande artista, sul BIANCO delle tele, sul bianco del silenzio, sul bianco di una solitudine infinita, c’è chi sogna una GIOVANNA DARK, Visionaria? Eretica? Medium? Condottiera? Strega? Santa? E chi perfino sogna LE FAVOLETTE DI WITTGENSTEIN come se il grande filosofo redivivo potesse immaginarsi in una nuova veste. E chi non la finisce di sognare PIEDI NUDI E PAROLE CRUDE, chi invece vuole far conoscere ai giovani il suo sogno di ieri, tra teatro e canzone, QUESTI MIEI PENSIERI, per approdare ai sogni dei giovani di domani NEVISCHIO ancora da sciogliere per potere avere una buona visione di ogni spettacolo. E non ho nominato tutti i sogni perché alcuni sono segreti e non ve li voglio ancora svelare, anche se ognuno di voi potrà leggerli sul cartellone.


Signori lo spettacolo è finito, uscite nel mondo di fuori, dove non dimenticate mai il vostro sogno!


Non dimenticatevi di segnarvi le date, perché il Teatro vi aspetta!

Con i suoi costumi antichi!

Con i suoi palchi invisibili!

Con i suoi specchi riflettenti!

Con i suoi tempi amplificati!

Con i suoi fasti passati!

Con i suoi personaggi fuori dal Teatro!

Con il suo sguardo oltre la QUARTA PARETE.


Perché ancora il Teatro conosce:

 

il POTERE DEI SOGNI!