I libri di Patrizia Boi

domenica 9 giugno 2013

Al Teatro dell'Antoniano di Bologna la fantasia musicale di Aco Bocina

 
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Recensione di Patrizia Boi



Aco Bocina: musica in fantasia
Prosegue il successo dello Spettacolo "Dai Balcani all'Andalusia, dall'Islam alla Grecia. Una crociera musicale sulle rive del mediterraneo, seguendo antiche vie tracciate dai gitani" portato in scena dal musicista croato Aco Bocina, inventore della Mediterranean World Music. 
Dopo Roma e Milano, il concerto è approdato a Bologna il 27 maggio dove è stato organizzato in beneficenza per i Divers for Africa nella straordinaria locantion del Teatro dell’Antoniano, uno spazio molto accogliente “testimonianza francescana attraverso una carità che non è solo assistenza amorevole, ma è promozione e sviluppo per la crescita della persona nelle diverse condizioni di vita e di bisogno”. Con la sua acustica curata, l’attento staff tecnico dedicato ai giochi di luce, quest’oasi di pulizia, semplicità ed eleganza è luogo ideale per quel meraviglioso animale da palcoscenico che è Aco Bocina, tra i migliori chitarristi al mondo e senz’altro il primo mandolino al mondo secondo il parere degli esperti del “Walnut Valley Mandolin Championship” Festival che si svolge in Kansas (USA). 
I concerti del nostro virtuoso lasciano sempre con il fiato sospeso per il suo modo di proporre i brani in funzione del pubblico che ha di fronte. E il pubblico dell’Antoniano, abituato ad ospitare talenti fin dal 1953, accoglie la musica mediterranea con scrosci di applausi e un’ovazione vera e propria dopo i pezzi più coinvolgenti. 
Aco stupisce lo spettatore iniziando il concerto da solo tutto vestito di bianco come uno sconosciuto che cerca di accordare la sua chitarra. Una chitarra magica che tra le su dita prende il volo man mano che, quasi in sordina, entrano in scena gli altri musicisti vestiti di nero: prima Manuel Auletta alla chitarra ritmica, poi Alberto Guareschi al basso, infine Roberto Botturi alle percussioni. Il fraseggio dei musicisti e i loro scambi musicali salgono di tono e ritmo nel corso della performance fino a quando compare inaspettatamente una danzatrice, leggera e silenziosa come una farfalla. La graziosa Nicoletta Mastroianni entra e esce dal palcoscenico ogni tanto richiamata dalla chitarra di Aco  che gioca con le sue corde riuscendo a tendere anche i muscoli della deliziosa Nicoletta in una danza che si fa sublime. Poi Aco si estranea e sale in cattedra abbandonandosi totalmente alla magia del suono, alle dita che corrono veloci sulle corde distratte della chitarra… Giunto in piena estasi mistica, Aco solleva dolcemente il mandolino, uno strumento che si suona tutto e diventa oggetto di percussioni, di carezze, di discorso sottile e intimo tra il musicista e la cassa di legno, le corde, le rotondità della cassa, il manico, il bordo e ogni piccolo spazio dove si può generare la benché minima nota. 
Lo spettatore resta stupefatto e Aco si diverte a stupirlo, imbraccia lo strumento al contrario, se lo struscia sulla coscia, gli fa emettere urletti di gioia, rantoli, lamenti, sibili, suoni dolcissimi e finanche ululati in una gamma di sfumature che esplorano le profondità dell’Eros, mentre gli altri musicisti seguono i voli pindarici di Aco abituati  a comprenderlo solo da uno sguardo. Alla fine sono soddisfatti gli organizzatori, i tecnici che hanno dato luce al suono, la danzatrice, i musicisti tutti e naturalmente gli spettatori che sono stati coccolati, strapazzati, vezzeggiati, sballottati da un brano all’altro, incalzati dal ritmo crescente, frustati dai cambi di tono, domati dal suono e di certo rigenerati dalla fantasia musicale di Aco. 
Non dimentichiamoci che questo tipo di musica risente delle influenze dei popoli che si affacciano sul Mare Nostrum, una culla di culture e civiltà che il croato, memore della difficoltà della convivenza civile,  si compiace di far colloquiare.  La sua è una precisa volontà di integrazione multiculturale a dimostrazione che anche la musica può essere uno strumento politico di pace e di connessione tra i diversi popoli. 
Dopo il bis e vari ritorni e inchini, il pubblico non riesce ad andare via, desideroso di sentire altra musica, ma Aco ha speso infinite energie nelle due intense ore di Show e non può proseguire ancora la sua estasi musicale. Nessun problema, il Teatro lo ospiterà senz’altro una prossima volta, tanto il suo spettacolo non è mai lo stesso e nessuno esce dalla sala annoiato o addormentato…
 

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