I libri di Patrizia Boi

giovedì 3 aprile 2014

Aprile: Il Faggio

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WSI
Martedì, 1 Aprile 2014

REPORT - Italy, Benessere

LegenΔe di Piante. Il Faggio

L'appuntamento di Aprile

LegenΔe di Piante. Il Faggio

Il Faggio, a cura di Lucia Berrettari
Il Faggio ci insegna ad essere liberi, ad andare oltre le limitazioni delle nostre idee e delle nostre credenze. Ci insegna ad aprirci agli altri, ad accoglierli, ma anche a rispettare noi stessi e i nostri confini. Il Faggio ci fa guardare indietro alle nostre radici e poi ci chiede di alzare gli occhi al cielo e volare verso la nostra vita, verso la nostra storia, finalmente liberi.

Il Faggio (Fagus Sylvatica), a cura di Lidia Costa
Il Faggio raggiunge altezze anche di 40 metri. La sua vita è generalmente di 300 anni, anche se può raggiungere i 500 anni. Ha una grande chioma sferica se si trova solitario, in Faggeta la chioma è ovale, più piccola e tende verso l'alto. Le Faggete sono suggestive per la forma dei tronchi e per le chiome verdissime che lasciano filtrare pochi raggi solari. La poca luce mette in mostra il colore pallido della corteccia macchiato da chiazze di muschi. In autunno, quando le fronde si colorano, si vedono le gradazioni del giallo e del rosso. Nei boschi misti, il Faggio si mescola con Tigli, Tassi, Aceri e a oltre 1600 metri di altitudine, con Abeti Bianchi. Il tronco diritto, di diametro largo, cilindrico da giovane, largamente scanalato da vecchio, ha la corteccia sottile, liscia e lucente, color grigio cinerino. Le foglie sono allungate, sottili, intere, con il bordo leggermente dentato. Le foglioline sono rivestite da leggerissimi peli, che le proteggono dal sole e dalla notte. I fiori sono di due tipi: i fiori maschili sono tondeggianti mentre quelli femminili sono circondati da un involucro, le cui squame sono carnose e pelose. L'involucro possiede aculei e avvolge il frutto maturo. I frutti secchi sono noci, racchiuse (a coppie) in un involucro legnoso munito di aculei. Il legno di Faggio, omogeneo e pesante, privo di elasticità ma resistente, inizialmente di colore bianco o, col tempo, rossastro, è ottimo per lavori di tornitura e mobileria, ed era un tempo utilizzato per le traversine ferroviarie e come ottimo combustibile. Usato per molti strumenti musicali (violini, pianoforti), la sua resistenza a scheggiarsi lo rendeva il materiale ideale per fabbricare i calci dei fucili.

Simbologia e leggenda 
Come tantissime altre piante, il Faggio è stato sempre accostato dai popoli antichi a miti e leggende. Ad esso sono stati attribuiti anche poteri magici e per questo è stato oggetto di culto. Il Faggio aumenta le possibilità di riuscita di un desiderio e, se portato addosso con ciondoli o braccialetti, aiuta gli artisti stimolandone la fantasia e la creatività. Per realizzare un desiderio si prende un rametto di Faggio e vi s’intaglia sopra un simbolo qualsiasi, poi si seppellisce ai piedi della pianta da cui è stato staccato. Nel giro di un ciclo lunare il desiderio dovrebbe avverarsi. Il Faggio è utilizzato negli incantesimi per aumentare la pazienza, risolvere malumori e incomprensioni all’interno di un nucleo familiare, ma anche per ricreare il dialogo tra due persone. Nella foresta di Verzy in Francia, la presenza di alcuni Faggi, per la loro conformazione, inquietava il popolo, convinto di avere a che fare con creature mostruose. In Lussemburgo si pensava che il Faggio fosse una pianta protetta dagli dei e quindi non poteva essere distrutta neanche dal fulmine. Narra una leggenda che una notte un contadino udì un frusciare di fogliame e riconobbe dal bianco argento della corteccia che quel fruscio era prodotto da due Faggi. Incuriosito ascoltò con attenzione fino a quando percepì il sussurro di due voci umane e s’accorse che erano quelle dei suoi genitori che si lamentavano per il freddo. Conversando con loro, seppe che stavano scontando una penitenza grave perché in vita si erano dimostrati poco caritatevoli con i poveri. Il giorno seguente il contadino e la moglie fecero un'offerta per i bisognosi chiedendo che fossero celebrate due messe in chiesa. Da allora i due Faggi non si lamentarono più.

Proprietà fitoterapiche 
Fagus deriva dal greco “faghein”, “mangiare”: infatti, i frutti del Faggio, detti “faggiole”, anche se non hanno un buon sapore, sono commestibili e nel corso della storia sono stati spesso usati come cibo per i maiali. Se privati del pericarpo velenoso, si consumano arrostiti come le castagne, nocciole o mandorle, tostati sono un surrogato del caffè. Ne sono ghiotti: scoiattoli, piccioni, fagiani, cinghiali. L'olio dolciastro che si estrae dai semi è usato come condimento. Un tempo era utilizzato come combustibile, mentre le foglie sono anche usate come foraggio. Dal suo legno si ricava una sostanza medicinale, il creosoto, utile nelle affezioni polmonari per le sue proprietà balsamiche ed espettoranti: il suo uso non è consigliabile, però, senza una profonda esperienza farmaceutica. In erboristeria la droga del Faggio è costituita dalla corteccia, dotata di proprietà astringenti e febbrifughe utili specialmente nel caso di febbri intermittenti. Il carbone che si ottiene dal suo legno ha proprietà antiacide e assorbenti delle tossine intestinali. Recentemente la Fitoterapia rinnovata ha scoperto che i germogli di Fagus Sylvatica stimolano la diuresi e la funzionalità renale, indicandola nella ritenzione idrica e nelle forme di obesità. Il Fagusinoltre stimola le difese organiche, abbassa il colesterolo e attiva le cellule di Kupffer del fegato.
Gemme: allergie, insufficienza renale, ritenzione, edemi.
Semi: renella, calcoli renali.
Scorza giovane ramo: febbre, dolori muscolari e articolari.
Giovani radici: affezioni alle prime vie respiratorie, tosse, bronchite.

I Rimedi di Lidia 
Filofago 
Rimedio efficace come dimagrante:
- MG Fagus Gemme
- MG Betula Linfa

Fagosse 

Rimedio efficace contro la tosse:
- MG Fagus Radice
- MG Rosa Canina
- MG Viburno Lantana 

Per maggiori informazioni:
www.luciaberrettari.it
www.ilquarzorosa.org/operatori/lidia-costa/ 

Leggi anche: Il lamento nella Faggeta

Il prossimo appuntamento è per l'1 Maggio con la Sequoia.
Pubblicato: Martedì, 1 Aprile 2014
Articolo di:  Patrizia Boi

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