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venerdì 7 febbraio 2014

Mostra di Ray Caesar a Roma alla Dorothy Circus Gallery di Alexandra Mazzanti: il 14 Febbraio prossimo in via dei Pettinari

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Venerdì, 7 Febbraio 2014

AGENDA - Italy, Arti

Il mondo onirico di Ray Caesar

Dal 14 febbraio al 6 aprile 2014 presso Dorothy Circus Gallery, Roma

Il mondo onirico di Ray Caesar

Presso la Dorothy Circus Gallery a Roma, considerata un importante riferimento in Europa per l’arte figurativa contemporanea, la curatrice Alexandra Mazzanti, ospiterà, per l’apertura della programmazione 2014 dal 14 febbraio e fino al 6 aprile, la mostra personale dell’artista Ray Caesar The trouble with Angels, che sarà per la prima volta presente in Italia all’inaugurazione. La stessa mostra sarà in contemporanea a Torino dal 15 febbraio e sempre per due mesi presso Palazzo Saluzzo Paesana.

Ray Caesar è uno dei rappresentanti del Surrealismo Pop, movimento artistico conosciuto anche con il nome di Lowbrow Art, nato alla fine degli anni Settanta a Los Angeles negli ambienti che ruotano attorno alle riviste di fumetti underground, alla musica punk e ad altre sottoculture californiane: le opere hanno solitamente soggetti figurativi, spesso caricaturali e sono caratterizzate dall’uso di colori forti e da una accentuata decoratività. I primi pop-surrealisti sono Robert Williams e Gary Panter, disegnatori di fumetti underground. L’ufficializzazione del movimento avviene nel 1994 con l’uscita della rivista Juxtapoz diretta appunto da Robert Williams. Ed è sempre lui che ha il merito di aver inventato il nome Lowbrow art, quando, come scrive in un articolo uscito nel febbraio 2006 sulla sua rivista, nel 1979 Gilbert Shelton, l’ideatore tra gli altri dei famosi Freak Brothers, aveva deciso di pubblicare un libro sulle opere di Williams e poiché nessuna istituzione ufficiale riconosceva all’epoca la sua arte, decise di usare un titolo autodenigratorio: The Lowbrow Art of Robt. Williams. Il termine lowbrow venne usato da Williams in contrapposizione a highbrow che in inglese colloquiale significa “intellettuale” o “cultura alta”. Forse il motivo per cui il movimento ha sempre trovato difficoltà ad inserirsi nei circuiti artistici tradizionali dipende dal fatto che la maggior parte degli artisti sono autodidatti, non solo pittori ma anche scultori o creatori addirittura di giocattoli. Se negli Stati Uniti, in Francia e in Inghilterra questo movimento è sostenuto e diffuso, in Italia il primo ad averlo fatto veramente conoscere è sicuramente Ray Caesar. Come sottolinea la stessa Mazzanti, gli artisti come lui "ci rivelano un mondo nuovo a metà tra realtà e sogno, dove ogni immagine assomiglia al reale ma lo trascende, narrando una mitologia nuova e antica, figlia di un'epoca trasversale, polivalente, elettronica". 

Ray Caesar è nato a Londra nel 1958 e la sua passione per il disegno si vede sin da piccolo. Ancora adolescente, nel 1967 si sposta con la famiglia a Toronto, in Canada, dove attualmente vive con la moglie Michiko (Jane) e il suo cane Bonnie. Dopo la laurea in architettura frequenta l'Ontario College of Art (1976-1980) e inizia a lavorare come illustratore all’interno del dipartimento di arte e fotografia medica in The Hospital for Sick Children di Toronto in cui rimarrà per 17 anni. Il lungo periodo trascorso all’ospedale pediatrico sarà comunque fondamentale per la sua evoluzione artistica; impossibile per lui rimanere estraneo alla realtà delle malattie e delle violenze documentata giornalmente sui bambini tanto che, come lui stesso dice “è giusto che adesso io viva i miei sogni per coloro che non ne hanno avuto la possibilità nella loro vita… fare altrimenti sarebbe un peccato”. Documentare gli abusi di minori, la chirurgia ricostruttiva… per anni è riuscito a creare un archivio medico e di ricerca, con disegni medici e tecnici, immagini di attrezzature enormi intorno a minuscoli neonati prematuri, strumenti visivi per bambini cerebrolesi e disegni che documentano la ricerca sugli animali. 

Ma questo non gli basta: lavora contemporaneamente in studi di architettura come disegnatore, come grafico digitale in società di videogame e studi televisivi, raggiungendo anche un discreto successo. Per capire la sua arte, bisogna ripercorrere la sua infanzia e adolescenza piuttosto travagliate, con un padre violento e poco equilibrato, capace di perdere la pazienza per una banalità e in qualsiasi situazione si trovasse. Lo stesso artista dice che spesso si estraniava per non sentire le urla del padre contro la gente e il suo modo di fuggire dalla realtà lo ha portato ad essere un artista dissociato, affetto da personalità multiple, e la sua “dissociazione” lui stesso oggi la considera un “dono”. Ma non è stato solo questo a “segnare” la sua arte: a seguito della morte ravvicinata della madre e della sorella, ha raccontato in alcune interviste che ha cominciato ad essere proiettato in strani sogni, incubi o “visitations” (allucinazioni).

Al giornale The Huffington Post ha dichiarato una volta che nel momento in cui si trova in una situazione poco piacevole, gli basta chiudere gli occhi e pensare a qualcos'altro. Anche se secondo la logica e la ragione tutto ciò non ha senso, Ray Caesar non dà ascolto alla logica e alla ragione e ha accettato la follia del mondo, unico modo per sentirsi al sicuro. Si è interessato alla cultura francese, in particolare al periodo Rococò, ma anche ad artisti e letterati come Antoine Watteau, oppure a pittori olandesi come Jan Vermeer, per non parlare del periodo inglese tra '700 e '800. È a quindici anni che incontra sua moglie e più tardi, grazie al suocero, conosce le opere di Yukio Mishima e Jun'ichiro Tanizaki, scrittori giapponesi influenzati, per motivi differenti, dalla scuola romantica. Tutto questo, oltre al suo amore per personaggi come Frida Kahlo, Salvador Dalì e Paul Cadmus, ha portato la sua creatività a trasformarsi in un immaginario visionario sci-fi.

Per i suoi lavori si è coniato il termine critico di “manierismo tecnologico”, più che mai appropriato per definire quanto di più sofisticato sia l’utilizzo degli strumenti informatici nel creare le sue immagini. Caesar utilizza la tecnica dell'arte digitale: i suoi quadri non sono realizzati con i metodi della pittura tradizionale, ma attraverso il programma 3D Maya (un software che viene utilizzato per gli effetti di animazione e nella realizzazione di videogame) crea dei quadri che poi vengono stampati su carta fotografica o su altre carte di pregio, caratterizzati da una composizione complessa e da un particolare uso della luce, volto a sottolineare espressioni, pose e movimenti irreali, se non addirittura la qualità soprannaturale del soggetto. 

Ma vediamo in che consiste il suo lavoro: grazie a questo programma, costruisce un modello digitale tridimensionale con uno scheletro e articolazioni anatomiche invisibili che possono essere piegate e manipolate per assumere qualsiasi posizione, il modello viene via via modellato, colorato e arricchito di particolari, avvolgendolo in vesti sfarzose, aggiungendo capelli, pelle, ciglia e unghie (spesso ritroviamo le caratteristiche della pelle della moglie, in particolare del tratto del viso tra gli occhi e le sopracciglia) fino ad avere un tipico effetto pittorico iperrealista. I suoi soggetti sono bambini ma specialmente bambine dallo sguardo penetrante, delle lolite che guardano nell’anima dello spettatore con l’aria inquisitoria. Sono soggetti che a volte subiscono delle vere e proprie mutazioni fisiche negli arti: bambine-pipistrello, bambine-ragno, bambine-polpo. Un’infanzia che sta tra l’iper e il surreale, per niente rassicurante, come in una favola in cui l’orrore la stia per invadere. Gli spazi in cui si muovono i personaggi di Caesar, digitalmente illuminati e impeccabilmente dettagliati, costruiti con strati architettonici, finestre, carta da parati, tende e mobili, sono studiati nei minimi particolari, in un mix di art decò, stile vittoriano e codici visivi del primo novecento: il risultato finale mostra con quanta attenzione quasi maniacale l’artista si sia dedicato ai dettagli, ai vestiti, agli oggetti, all’ambiente che spesso si trasforma in una vera e propria scena teatrale. 

The trouble with Angels è la terza mostra di Ray Caesar. La sua prima esposizione a Roma risale al 2007: per la prima volta vedemmo le sue bamboline perverse e bioniche in abiti vittoriani, in pose lascive, ma con pezzi artificiali inseriti nel corpo, personaggi inquietanti e dalle forme esagerate, risultato dei fantasmi personali di Caesar. La sua seconda personale italiana è del 2009-2010 e si intitolava Sogni di Cristallo: anche qui pizzi, mascherine ed enormi parrucche, bambine vittoriane algide, spesso completamente albine, con una sardonica sensualità che sembra alludere a un qualcosa di non detto, a una qualche scomoda verità, gelidi angeli che ci guardano, lontane dall’essere bambine e donne normali, “ninfe senza cuore” che, nonostante le loro cicatrici, i loro tentacoli e i loro tatuaggi non perdono mai la loro provocatoria eleganza… Siamo curiosi di vedere le opere che sono state scelte da Alexandra Mazzanti per la esposizione alla Dorothy Circus Gallery, sicuri di rimanere anche stavolta ammaliati dai suoi particolari lavori: pallida pelle iridescente, impassibilità espressiva di bambole dall’apparenza tranquilla ma tutt’altro che serena, abiti ottocenteschi in stoffe di velluto e pelle, che dalla fiaba vittoriana entrano con nonchalance in uno spettacolo burlesque.

Le opere di Caesar sono state esposte nelle gallerie più importanti del mondo: tra le tante, ricordiamo nel 2010 la mostra Art From The New World presso il City Museum di Bristol e, ancora in Italia, la mostraPop Surrealism, ospitata dal Museo Carandente di Spoleto e curata sempre dalla Dorothy Circus Gallery, che l’ha poi riproposta, in occasione dell’inaugurazione della sua nuova sede, con la mostra Private Collection Carnival e poi nel gennaio del 2012 l’esposizione presso il Musee de la Halle St Pierre, a Parigi in Francia. Sono molti i collezionisti di Ray Caesar, come Ricardo Tisci, il designer di Givenchy, la famiglia Hearst e numerose celebrità come Madonna, Christina Aguilera, Kate Moss, Elton John, Mickey Rourke e Kate Beckinsale: un gossip dice che recentemente Ray Caesar ha rifiutato una commissione per Madonna, che da tempo desiderava essere ritratta dall’artista.

Per finire, vorrei ricordare una frase tratta da un’intervista a Ray Caesar: “Mi sembra opportuno che le immagini vengano create su un computer in un mondo tridimensionale di profondità, larghezza e altezza. Mi affascina l'idea che questo spazio tridimensionale esista tanto quanto un'altra realtà e anche se spengo il computer, sono perseguitato dal fatto che questo spazio è ancora lì, esistente in una probabilità matematica, e lo spazio in cui viviamo ora potrebbe non essere poi così diverso…”.

Leggi anche: Intervista a Ray Caesar
Pubblicato: Venerdì, 7 Febbraio 2014
Articolo di:  Maria Teresa Protto

Il mondo onirico di Ray CaesarIl mondo onirico di Ray CaesarIl mondo onirico di Ray Caesar
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Intervista a Ray Caesar in mostra a Roma a partire dal 14 febbraio 2014 e fino il 6 aprile alla Dorothy Circus Gallery

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Venerdì, 7 Febbraio 2014

REPORT - Italy, Arte

Intervista a Ray Caesar

Il poeta visionario del digitale

Intervista a Ray Caesar

Se vi piace esplorare i luoghi incantati e viaggiare attraverso i regni sovrani della fantasia, non mancate di visitare la Dorothy Circus Gallery, un Paese delle Meraviglie dedicato alle nuove tendenze dell’arte figurativa contemporanea, che aprirà la sua programmazione del 2014 con l’attesissima personale di Ray Caesar, artista visionario di fama mondiale, leader indiscusso della Digital art. 
Caesar è considerato uno dei maggiori esponenti del surrealismo pop, un movimento sorto nell’area di Los Angeles alla fine degli anni ’70 negli ambienti del fumetto underground, dell’arte pop, dei graffiti, della musica punk, del linguaggio dei comics e dei cartoon. Il nostro artista ne fornisce una interpretazione personale rivisitando questo universo grafico in una chiave fiabesca da atmosfere vittoriane e rococò in cui si inserisce sempre, a sparigliare la delicata eleganza delle sue ninfe senza cuore, un elemento straniante con tendenze vagamente erotico-macabre. La mostra dal titolo The trouble with Angelsvedrà esposti, insieme alle nuove opere in edizione di 20, anche 5 inediti in tiratura unica, i famosi single varnished collezionati da Madonna e da altri grandi nomi del mondo dello spettacolo. 

Ray Caesar, nonostante abbia già esposto in Italia, sarà per la prima volta presente all’inaugurazione intrattenendosi anche con la stampa e i collezionisti in un incontro riservato. Si tratta di un personaggio carismatico e originale, dal pensiero indipendente e geniale, che unisce alle indubbie capacità artistiche riconosciute dagli addetti ai lavori, una straordinaria disponibilità, una rara libertà d’espressione e la dote di svelare il suo mondo interiore con parole intense, coinvolgenti e poetiche come le sue immagini. Invece che elencare i suoi percorsi e i suoi successi facciamo parlare le sue opere e diamogli voce attraverso questa intervista a cui ha gentilmente risposto con ironia e senza censure.

Qual è stata la prima volta che hai percepito presenze e sentito voci? È accaduto nella tua infanzia?
Ricordo che quando avevo 5 o 6 anni circa, mi capitò di vedere una donna seduta accanto al mio letto. Disse parole gentili e garbate; ciò era assai inusuale per me in quel momento della mia vita. Nessun altro menzionò mai quella donna, la ricordò oppure le rivolse la parola. La sento ancora oggi e l'accetto semplicemente in questi termini. La chiamo Speranza. 

Come hai trasformato la paura e l’angoscia durante la tua giovinezza? Come si compie oggi la stessa metamorfosi?
L'ho fatto nascondendo quella parte fragile gentile di me stesso in una finestra che mi sono costruito nella mente. Ho riposto tutte le mie paure in un bellissimo mondo interiore e oggi tutto quello che vado facendo è cercare di rendere quella finestra disponibile, ricavando da essa dipinti da offrire in questo mondo.

Perché le tue dolcissime bambole di porcellana tagliano la torta nuziale con un coltellaccio da macellaio? L’abito da sposa e il coltello che idea di matrimonio rappresentano?
Le nozze sono il matrimonio fra tutte le parti scisse di noi stessi, sia quelle che conosciamo sia quelle che ignoriamo. I misteri di tutte le vite che vivono all'interno di quella entità che chiamiamo “sé”. Il dolce è la celebrazione e il sacrificio dell'innocenza e della dolcezza della vita. Il coltello e il gesto di tagliare sono la caccia sacrificale per tutte le cose che desideriamo e condividiamo... l'istinto di base a sopravvivere è consumare la vita e combattere per il diritto a vivere dal momento che esiste un lato brutale della specie così come degli individui. Da qualche parte nel mezzo di tutta questa follia ci sono la gentilezza, la bellezza, l'amore e forse (più importante di tutte)... la Speranza.

Cosa ha mutato nella tua vita artistica la relazione di coppia con tua moglie? Come ti ha influenzato la cultura giapponese? E la spada del samurai?
Ho incontrato mia moglie quando avevo 15 anni e la sua cultura giapponese mi ha influenzato molto. Suo padre era sopravvissuto a un campo di prigionia russo dopo la Seconda guerra mondiale. Era un uomo molto tranquillo che comprendeva le difficoltà che avevo affrontato durante la mia infanzia. Mi insegnò molto pazientemente le vie del Bushido... come bilanciare violenza e rabbia con gentilezza e pazienza e che se qualcosa è degno di essere fatto, allora va fatto bene.

Tu stesso hai detto di esser nato cane. Come ti trovi nella pelle di un cane? Che rapporto c’è tra il cane che c’è in te e quello che vive insieme a te e a tua moglie? 
Sono nato nel 1958, l'anno del cane. Ho vissuto come un cane dentro una famiglia di lupi e accetto la vita in questi termini, proprio come fa un cane. Ciò che amo dei cani è che sono sempre gentili, garbati e disponibili a farsi prendere in giro, ma anche disposti a perdere la propria vita per difenderti senza avere un secondo fine. Sanno stare in equilibrio fra violenza e gentilezza, meglio di qualsiasi altra creatura sulla terra e penso che abbiamo molto da imparare da loro.

Quale eredità spirituale tua madre e tua sorella ti hanno lasciato dopo la loro morte? Ti capita di “incontrarle” quando “frequenti” il mondo onirico dove crei i tuoi angeli? 
Mi trovo in una condizione definita Paralisi del Sonno e quando mi sveglio di notte è molto difficile per me riuscire a muovermi; in quello stato, e, per una qualche ragione, ho delle visioni. Di tanto in tanto mi appare mia madre in queste circostanze... spesso come fosse una bambina. Quando la vedo nei miei sogni diventa una catalizzatrice di sogni lucidi ma anche di consapevolezza che mi trovo dentro un sogno. È in questa condizione che mi porto dietro immagini da questi sogni e più spesso sentimenti ed emozioni che sarebbe difficile tradurre in parole; perciò ne faccio delle immagini.

Tu hai lavorato per 17 anni, come fotografo, in un ospedale pediatrico. Lì, hai visto accolti individui affetti da ogni tipo di malattia, malformazioni, o spesso in stato di agonia. Come e in che misura questa esperienza ha influenzato il tuo modo di rappresentare artisticamente un bambino, un oggetto, una scena? 
Creo un piccolo mondo per loro nel mio lavoro, un piccolo paradiso che uno spirito inquieto può incorporare. Faccio un mondo dove uomo e natura non possono più ferirsi e in questo piccolo mondo al potere ci sono loro e possono recuperare tutto quello che è stato loro rubato... in questo modo possono recuperare la loro innocenza. 

Ti è mai capitato che uno dei bambini morti in ospedale si sia messo in contatto con te per svelarti un segreto o per donarti un insegnamento? Ci racconti un episodio?
La memoria è una strana cosa ed è legata al nostro subconscio in modo tale da evocare significati nei nostri sogni e pensieri. Il mio lavoro è legato all'esperienza di quell'ospedale, così come lo è alla mia infanzia e al tempo presente. Sogno spesso quel vasto ospedale e nei miei sogni esso è enorme, pieno di corridoi nascosti e vaste sale d'aspetto. Alcuni sogni sono piacevoli altri no, ma li sento tutti parte di me in un modo o nell'altro, comunque sempre in un modo molto profondo. Ricordo vividamente un ragazzino di nome Stephen che era assai minuto e che trascorse in ospedale tutta la sua breve vita. Era nato con mezzo cuore soltanto. Mi ricordo che quando la mia nipotina entrò lei stessa nel reparto di chirurgia cardiaca, io entrai nella sua stanza quando lei era ancora ricoverata, e quel ragazzino era seduto nella stanza e la guardava. Sorrise e mi disse il suo nome... non so dire se fosse una realtà oppure una visione. Quello che so è che anche la mia nipotina lo ricorda lì seduto. 

Perché gli arti con cui rappresenti le tue figure si trasformano in zampe di ragno, di pipistrello o tentacoli di pesce? C’è un collegamento con la sensualità, la seduzione e l’erotismo che esprimono le tue ninfe? Perché la metamorfosi parte proprio dagli arti?
Mio padre soffriva di una grave forma di artrite infantile e i suoi piedi erano deformi. Le dita erano torte e malformate poiché erano una parte dei suoi piedi e della parte bassa della gamba. Ricordo molto bene quando si toglieva le scarpe e si sedeva con un'espressione di dolore, di ritorno dal lavoro e metteva i piedi in un catino d'acqua. Ricordo di aver pensato che non sempre siamo quello che sembriamo sotto i nostri abiti e che questo sia a sua volta una metafora di quello che non sappiamo su ciò che siamo sotto la nostra pelle. 

Che messaggio intendi trasmettere con il contrasto tra il volto bianco di morte e le labbra rosse di sangue espresso dai tuoi angeli?
Da bambino mi mettevo gli abiti di mia madre e di mia sorella, mi truccavo gli occhi e usavo il rossetto... Sembravo più vecchio di quello che ero. Era pure un tentativo di fuggire dalla mia vita e di averne un'altra senza mai essere scoperto. Ricordo che guardavo allo specchio la mia faccia mortalmente bianca con le labbra rosse e pensavo che un giorno avrei dipinto un quadro con questa scena. Credo che tutti noi danziamo costantemente fra la vita e la morte e che quest'ultima può anche non essere ciò che immaginiamo che sia.

Quando raffiguri scene di una tua vita precedente, hai consapevolezza del tempo in cui ti trovi?
È tutto rimescolato... il passato, il presente e il futuro e il mondo del mio subconscio che sembra senza tempo. Soffrendo di disturbo dissociativo dell'Identità è come se vivessi in un tempo distorto. Posso perdermi nel passato e anche in un'altra vita mentre sto camminando per le strade e possono trascorrere delle ore prima che qualcosa mi scuota e mi riporti fuori dal sogno profondo a occhi aperti.

Qual è il luogo – o i luoghi – della tua memoria dove ti senti più al sicuro?
Non mi sento mai sicuro e raramente a mio agio... Ah! Non sono neppure così sicuro che saprei cosa farne della sicurezza e dell'agio. Forse è questo il motivo per cui devo costruire luoghi nel mio lavoro per sentirmi calmo, sebbene qualcosa che ha a che fare con il mistero arrivi sempre a incrinare e a destabilizzare la tranquillità.

L’ossessione dell’orologio nei tuoi quadri ricorda gli orologi molli di Dalì, come si srotola il tuo tempo? Esiste una successione di passato, presente e futuro o vivi la dimensione di un tempo assoluto? 
Il mio disturbo dissociativo fa sì che io mi perda un po' nel tempo. I miei lavori mi riportano indietro oppure in avanti in un futuro che avevo pensato nel passato e che aveva la sue radici nel passato. Ho ancora visioni multiple del futuro, ma finisco sempre per essere consapevole che lo realizzerò soltanto nel presente. Penso che il tempo sia un fluido, che sia soft e pure un'illusione.

La tua attenzione illustrativa è spesso incentrata sulla capigliatura e sui piedi: sei più collegato al cielo o alla terra?
Mi sento legato a entrambi. Ho un senso di questa terra come se si trattasse di una cosa vivente e femminile. Lo strato superficiale del suolo, l'atmosfera e la vegetazione e tutto ciò che vive in questa pelle sottile mi sembra assai fragile. Mi sento legato a questo mondo vivente come se esso fosse una fonte di consapevolezza in se stesso.

I tuoi volti di bambina hanno le sembianze di tua moglie e di te stesso: si tratta di fusione tra maschile e femminile in senso biblico o di un angelico essere asessuato? 
I miei bambini sono archetipi di ciò che è divino in noi e in questo senso rappresentano la crescita spirituale. Abbiamo tutti contrappunti femminili e maschili e io avverto una femmininità nel mio sforzo creativo, che fa da contrappunto al mio lato maschile. Siamo venuti al mondo per procreare, ma facendolo tramite l'arte, io mostro che ci sono diversi modi di procreare, oltre che mettere al mondo bambini. Forse per procreazione non si deve intendere solo la vita umana ma il creare speranza in un futuro di creatività e capacità di cura in tutte le sue forme.

Le fiabe hanno un inizio idilliaco e un lieto fine, anche se nel corpo del testo c’è sempre un antagonista che ostacola la buona riuscita della vicenda. Nelle tue rappresentazioni l’elemento idilliaco e diabolico coesistono nella scena: cosa racconta la tua fiaba? 
Nella mia fiaba il protagonista e l'antagonista sono entrambi nella stessa persona. L'angelo dell'amore, del coraggio, della speranza che sono in ciascuno di noi, devono essere raggiunti nell’oscurità che noi siamo, prendere il demone terrificante che ci abita e portarlo gentilmente fuori, alla luce del giorno e camminare con lui mano nella mano.

La dualità, infatti, pervade le tue opere: Eros e Thanatos, maschile e femminile, pace e tumulto. Equilibrio tra gli opposti, o fuoco dirompente nella calma apparente?
In una certa misura mi piace davvero mostrare la divisione verticale del contrasto ma anche una più sottile narrazione laterale della natura umana. In altri mondi ci sono la luce e il buio ma c'è pure spesso il mistero e la meraviglia nella tenebra e di tanto in tanto una banalità avvelenata nella luce del giorno. Cerco di guardare ai contrasti in questo modo, tenendo vivo un pensiero laterale. C'è un processo di pensiero per me, ma anche un modo di mescolare intuitivamente il mio processo mentale. 

La vita di ognuno di noi è un groviglio di nodi: come sciogli i lacci che ti tengono imprigionato?
Porto i pensieri bui e profondi che sono nella mia mente alla luce. Lavoro molto duramente per creare molti ponti, porte e finestre fra il subconscio e la mia mente conscia. C'è una vecchia canzone intitolataDie Gedanken sind frei: è una canzone tedesca sulla libertà di pensiero e tutte le volte che sento di essere in una prigione metaforica mi ricordo di questa canzone.

Perché le tue splendide dame vittoriane sono ingioiellate da mosche, termiti e insetti? Si tratta di organismi che nascono dentro di loro o appartengono a un mondo esterno incapace di cogliere il suono dolce della bellezza?
Gli insetti sono spesso una buffa metafora dei pensieri subconsci che ci pervadono, ma rappresentano anche la vita che accade intorno a noi e di cui non ci accorgiamo. Le pulci nell'aria, le vespe che vivono nei nostri giardini, le mosche e i ragni di casa. Ci sono intere città che vivono nel nostro salotto così come ci sono città di memorie e di pensieri nella nostra mente subconscia. 

La luce invade le tue figure e le illumina come fossero vere e proprie fotografie, mettendo in evidenza i volti, le pieghe delle vesti, le espressioni corporee, i contrasti e la luminosità della pelle come veri e propri dipinti classici. Quanto tempo dedichi allo studio di questi fasci di luce?
Il mio lavoro in se stesso è un'intera vita di studio... questo è in definitiva. Una vita di studio per trovare l'immagine illusoria e l'assoluta meraviglia di mistero e bellezza. Non ci arriverò mai ma vivrò e morirò provandoci.

Come ti ispira la musica, una sinfonia, una nota? Qual è la prima immagine che ti viene in mente pensando alla Gymnopedie di Satie?
Mi domando spesso come mai una semplice nota suonata da una mano su un pianoforte o alla tastiera possa portarci a piangere di gioia. C'è qualcosa di magico in qualsiasi forma di musica... persino i suoni che provengono dal giardino la notte sono una sinfonia. Amo la strana mescolanza di melanconia gentile che c'è nella musica di Satie e trovo che il suo ritmo sia in armonia con la mia mente. Questo strano e piccolo uomo che visse un secolo fa comunica con me come se ci trovassimo nella stessa stanza dove mi trovo ora. Il tempo è davvero un'illusione e la mente può parlare con chiunque travalicando i secoli quando l'arte viene usata come un linguaggio. 

Hai mai illustrato una sensazione olfattiva? In caso affermativo, come ha stimolato la tua creatività? 
Il profumo... Ho questo nella mente, costantemente, quando lavoro e mescolo – anche in modi discutibili – ogni tipo di ingrediente per arrivare a qualcosa che evochi memoria, passione e sentimento. Mescolo insieme cose discutibili come amore e gentilezza e bellezza, insieme a dolore, paura e tenebra, sensualità e tabù. In un certo senso il mio lavoro è come creare un profumo. Qualcuno afferma che esiste una spiegazione quantica per il modo in cui noi sentiamo un profumo e che le molecole influenzano il nostro senso olfattivo e possono evocare una memoria perduta. 

La tela bianca e lo schermo piatto di un computer: con quali differenti modalità popolano la tua fantasia? 
La mia mente è troppo piena, è difficile per me vedere la tela bianca. Infatti essa mi appare molto più come una superficie affollata da una moltitudine di idee che attendono di venire al mondo. Quando vedo uno schermo bianco o una tela bianca vedo immediatamente una possibilità... che si trasforma in una probabilità e poi diviene realtà concreta. 

Cosa immagini dietro a una porta aperta? E dietro a una porta chiusa? Quali porte desideri ancora aprire?
Penso sempre che dietro una porta, aperta o chiusa che sia, ci siano altre dieci porte e che dietro ciascuna di esse ce ne siano altre ad infinitum. I miei quadri sono come la mappa di un'enorme casa padronale sul mare... le immagini sono solo una mappa di tutte queste porte.

Quando ti sposti dal tuo mondo protetto dall’arte, riesci ad assaporare il viaggio verso altre realtà, come per esempio l’Italia? Cosa ti aspetti da questo viaggio in Italia? Quali altri viaggi regaleresti ancora al tuo bambino interiore? 
Viaggiare in Italia sarà meraviglioso perché è la casa dei miei antenati. Nel quindicesimo secolo un uomo chiamato Giulio Cesare Aldemare da Venezia era medico alla corte di Maria di Scozia e poi di Elisabetta I. Egli divenne cavaliere con il titolo di Sir Julius Caesar durante il regno di Elisabetta I (lei lo definiva sempre il “suo Giulio Cesare”). Il mio albero genealogico fino a quest'uomo è relativamente facile da tracciare perché molti di loro hanno ricoperto incarichi pubblici e di governo e a metà del 1800 una famiglia famosa di giocatori di cricket (i 12 Caesars) discendeva proprio da loro ed esiste un legame diretto fra loro e la mia famiglia. Credo ci sia un libro scritto da italiani alla corte di Elisabetta I che fornisce molte informazioni al proposito. Non solo amo visitare l'Italia, ma ho pensato più volte seriamente di viverci. 

La tua Bella e la Bestia e i tuoi coniglietti vestiti da damine, sono così deliziosi che sarebbero perfette illustrazioni per una fiaba, hai mai pensato di rappresentare con una serie di immagini una vera e propria storia con un inizio, un percorso e una fine?
Mi piacerebbe trovare il tempo per sviluppare diverse storie che ho in mente. Ho cominciato a scrivere un libro per bambini che una volta fatto potrebbe non essere adatto a loro. Mi piacerebbe davvero vivere per creare una storia non lineare al computer usando un gioco come motore. Un mondo di misteri non comuni che possa essere esplorato e spiegato con finali multipli.

A volte la fiaba viene immaginata dallo scrittore, a volte viene rappresentata dall’illustratore, ma se ai sogni dell’uno si aggiungono le fantasie dell’altro, può nascere un vero e proprio impulso creativo. Potresti fare un lavoro di coppia o sei un animale solitario che crea solo nei cassetti della sua personale fantasia?
Sono fondamentalmente un creatore solitario, ma penso che ci siano persone capaci di mettere insieme delle buone squadre di lavoro e farlo in armonia. È come cercare di trovare l'anima gemella per la vita... a volte capita, a volte no. Mi piacerebbe in un certo senso trovare la persona giusta con cui lavorare e realizzare le idee. Mi cercano spesso delle compagnie cinematografiche, ma preferisco lavorare su storie in cui aiuto a sviluppare le idee. Mi piacciono i libri, ma come ho detto prima mi piacerebbe sviluppare un nuovo metodo per raccontare storie usando la tecnologia dei giochi e utilizzando la realtà virtuale. 

Ogni tanto nei tuoi dipinti – posso prendermi la licenza poetica di chiamarli così? – compare qualche albero, qualche fiore, qualche delizioso animaletto. Perché non investi un poco delle tue energie anche nella personificazione delle piante e degli animali? Come soffre e gioisce un albero, un fiore, una farfalla? Cosa avrebbe da raccontarti? 
Mi piacerebbe. È un'area che esploro sempre nel disegno e nello studio ma tutto poi si riduce all'avere tempo per farlo. Ho prodotto alcuni pezzi che non sono figurativi e spero di continuare con più animali e altre forme e persino pezzi figurativi multipli.

Ti piace creare i famosi single varnished? È un gioco? Un’attenzione per i collezionisti e il pubblico? Uno sforzo di originalità per la tua fantasia? Ti capita di soffrire quando devi privarti di un pezzo unico?
Mi sto muovendo nella direzione di fare una sola immagine per pezzo. Le edizioni sono state magnifiche ma ci vuole molto tempo e uno sforzo che non è solo mio ma di una intera squadra. Funzionano molto bene se si tratta di mostrare il lavoro in tutto il mondo. Credo che sarebbe più rilassante e anche gratificante lavorare su pezzi singoli perché essi sono un vero divertimento per me e mi piace la loro finalità. Compio 55 anni quest'anno e sceglierò definitivamente di ritirarmi un po' nel fare il mio lavoro e infatti non ho pianificato altre mostre dopo l’Italia. 

Le tue figure sembrano appartenere a una memoria del passato, come vedi invece il futuro dell’uomo? E il tuo futuro di artista?
Come si può affrontare il futuro se non s'impara dalle fondamenta del passato? Come specie abbiamo creato meraviglie ma anche fatto errori e una riflessione su quanto di buono è stato fatto nel passato ci aiuta a pensare a ciò che vogliamo e non vogliamo nel futuro. Siamo animali creativi nel cuore ma esiste un elemento che ci assimila agli squali e che può distruggere tutto se non stiamo attenti. Personalmente continuerò a starmene seduto al sole e a fare le cose che amo come un bambino che gioca e parla con se stesso senza curarsi del mondo... cercherò di fare così per tutto il tempo che potrò. 

La personalità di questo artista concede l’opportunità di esplorare i percorsi misteriosi e sconosciuti dell’arte e le sue risposte rappresentano il vero regalo elargito da questo incontro. Se Caesar non fosse un indiscusso artista dell’immagine, sarebbe comunque un geniale artigiano della parola, capace di creare itinerari di conoscenza che prescindono da ogni limite. Risponde con semplicità e saggezza a qualunque domanda con la spontaneità di un fanciullo che abbia liberato i destrieri della sua fantasia e li abbia fatti correre a perdifiato nella prateria del suo subconscio. Non è facile imbattersi in persone con un tale livello di consapevolezza e che abbiano nel contempo conservato una così grande umiltà. Vorrei ancora aprire infinite porte nella mente di Caesar, costringerlo a svelarci altri misteri, supplicarlo di prenderci tutti per mano e condurci nella sua astronave del tempo, di farci ancora viaggiare istantaneamente nelle infinite realtà in cui siamo immersi. Vorrei convincerlo a portare questo messaggio di libertà e pace a chi si ostina ancora a considerare la realtà materiale l’unica verità possibile. L’anima di un artista preferisce volare al di là e molto oltre, proprio dove il poeta incontra la sua innamorata: 

Te busco.
No en tu nombre, si lo dicen,
no en tu imagen, si la pintan.
Detrás, detrás, más allá. 
(Pedro Salinas)

Le immagini presenti nell’articolo sono gentilmente concesse da Dorothy Circus Gallery - Ray Caesar/Gallery House
www.dorothycircusgallery.com 
www.raycaesar.com 
www.palazzosaluzzopaesana.it 

Leggi anche: Il mondo onirico di Ray Caesar
Pubblicato: Venerdì, 7 Febbraio 2014
Articolo di:  Patrizia Boi

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lunedì 3 febbraio 2014

La Musica degli Angeli: le Campane di Cristallo di Davide Ancona Prete

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Domenica 2 febbraio 2014, ore 20:49:44
S. Adeloga - Acquario
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Concerto con le campane di Cristallo di Davide Ancora Prete
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di Patrizia Boi

2 febbraio 2014

Concerto con le campane di Cristallo di Davide Ancora Prete
La vita stressante a cui ci obbliga la società del consumo spesso genera squilibro e disarmonia ai nostri corpi e a volte vere e proprie malattie. Secondo i metodi olistici proposti dalle medicine alternative, la guarigione si attua agendo sulle cause che hanno generato lo squilibrio piuttosto che sui sintomi come preferisce la medicina tradizionale. Siamo abituati a curare i nostri corpi fisici e prestare poca attenzione ai corpi energetici da cui siamo avvolti, anzi spesso non ne conosciamo nemmeno l'esistenza.
Per la filosofia orientale, più sensibile a riconoscere l'energia che emaniamo e assorbiamo, la cura del corpo sottile che ci circonda, - ossia il campo di energia composto dai chakra e dai flussi di energia vitale (prana) -, chiamato Aura, riveste un'importanza fondamentale. Tra i metodi di cura olistici che inducono guarigione al nostro corpo energetico, è rilevante quello della musicoterapia.
Molte culture, sin dai tempi più antichi, riconoscono l'importanza della musica e del suono per realizzare l'equilibrio interiore: i tibetani usano ancora le campane e il canto come fondamento per le loro meditazioni spirituali.
Il tamburo, dal canto suo, è stato spesso utilizzato nei riti religiosi, mentre gli sciamani nativi americani usano, nelle cerimonie sacre, la tonalità vocale e la vibrazione sonora ripetuta per reintonare lo squilibrio dello spirito, delle emozioni o del corpo fisico. C'è un collegamento diretto, infatti, fra le differenti parti del corpo e i suoni specifici.
Ci sono sette note musicali, (sette frequenze) che corrispondono ai sette colori fondamentali dell'arcobaleno. Queste sono collegate con sette chakra principali, che a loro volta corrispondono a differenti zone del sistema endocrino ghiandolare.
Le campane di cristallo, per l'appunto, emettono suoni cosí puri e belli che riescono a condurre l'ascoltatore in uno stato di rilassamento ricettivo chiamato "Alpha" (come nella meditazione profonda, o come nello stadio tra veglia e sonno) e possono quindi contribuire a riequilibrare i nostri centri energetici (Chakra).
Il magico suono delle campane di cristallo, le note musicali, i suoni armonici emessi purificano il corpo, la mente e lo spirito, riattivano le cellule, sciolgono i nodi energetici, ristabilendo armonia e benessere nelle vie energetiche del nostro corpo, rimuovendo i blocchi emotivi, aprendoci ad uno stato più evoluto di coscienza.
E' basato su questi antichi principi di cura il Concerto delle Campane di Cristallo "La Musica degli Angeli" di Davide Ancona Prete che si terrà a Roma Domenica 9 Febbraio 2014 dalle 19,00 alle 20,30 presso l'Associazione "La Primula", via della Cisa 1, Roma (http://www.associazionelaprimula.org/site/).
Questa saggezza antica, emersa per elevare la coscienza dell'universo con i toni puri del cristallo, aveva persuaso anche Rudolf Steiner, fondatore dell'Antroposofia, pedagogista e genio artistico, convinto che i " toni puri" del cristallo sarebbero stati usati come metodi di guarigione.
L'impostazione metodologica della pedagogia waldorf steineriana, di cui l'Associazione "La Primula" si fa portavoce, è basata su un percorso evolutivo in grado di risvegliare pienamente le facoltà dell'essere umano. Secondo Steiner, ciò può avvenire soltanto se l'educatore possiede una profonda conoscenza dell'uomo come essere triarticolato, che abbia cioè armonicamente sviluppato le tre capacità di pensare, sentire e volere. Il fattore importante di questa metodologia educativa è senza dubbio la necessità che ogni insegnante compia un suo profondo e rigoroso cammino di autoeducazione spirituale che gli consenta di raggiungere un'intima e diretta conoscenza di sé stesso e di compiere una lenta correzione delle proprie imperfezioni interiori. In sostanza l'educatore insegna, non in quel che dice né in quel che fa ma, piuttosto, in quel che è: la parte essenziale dell'azione educativa avviene, cioè, "da anima ad anima", passando direttamente dall'anima dell'insegnante all'anima del discente.
Questo essere sempre attenti alla propria crescita personale è un'etica che contraddistingue anche il lavoro di Davide Ancona Prete (Naturopata, Reiki Master, Massoterapista, Yoga teacher, Arte-terapeuta, esperto in tecniche di riequilibrio energetico, astrologia, lettura sensitiva dell'aura, pranoterapia, discipline olistiche per lo sviluppo e il benessere interiore, medianità, ricercatore spirituale) che attua su di sé un costante lavoro di auto-purificazione nonché di ricerca personale.
L'intento del suo lavoro, infatti, è quello di condurre al benessere individui quanto più possibile capaci di un giudizio critico libero e profondo attraverso percorsi di conoscenza di sé.
Ogni concerto di Davide Ancona Prete è dedicato ad un particolare lavoro energetico, in questa occasione il lavoro sarà incentrato sull'elemento Aria, sul contatto con le Guide Angeliche e i loro messaggi di luce. Al concerto sono abbinate delle tecniche di respirazione e rilassamento tratte dalla tradizione del Pranayama con brevi cenni di lettura sensitiva dell'aura e utilizzo delle Essenze di Aura Soma che aiutano ad armonizzare il campo aurico dei partecipanti ai quali viene offerta una interessante esperienza multisensoriale.
Il programma della serata prevede:
Ore 19.00: Introduzione alla musica dei cristalli
Ore 19.30: Purificazione del campo energetico individuale e riarmonizzazione di gruppo;
Ore 19.45: Concerto rituale dell'aria con le campane di cristallo - la Musica e il Canto degli Angeli;
Ore 20.30 conclusione e saluti.
Per maggiori informazioni: Tel. 347.5745667 - www.artinaturali.it
Patrizia Boi

 
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