Grazie ad internet ho seguito da Roma la polemica sulla mostra “Il manichino della storia” proposta dallo chef Massimo Bottura e dal gallerista Emilio Mazzoli.
Siamo così abituati nel Belpaese a vicende di questo tipo, che i fatti passano ormai inosservati, quasi che fossero connaturati al sistema: un fenomeno che si osserva ormai da troppi anni - sia a Destra che a Sinistra – diventando consuetudine e che non stupisce più nessuno. Anzi, dentro di noi, tutti sappiamo che se non siamo “amici” di qualcuno che conta non possiamo avere chances nel mondo della cultura, degli appalti e di quant’altro. La nostra coscienza acquista questo convincimento come una vera programmazione e tende a non ribellarsi più.
Mi piace, però, immaginare un sistema che possa cambiare rotta e voglio “credere” che ciò sia possibile.
L’idea che tutto sia “raccomandazione”, “amicizia losca”, “favoritismo”, contribuisce a costituire il sistema della “raccomandazione”, “amicizia losca”, “favoritismo”. Voglio, invece, supporre che spettatori più consapevoli, con la volontà di incontrare artisti veri, creino una richiesta di arte/spettacolo che abbia un più alto palpito.
Quando un artista colpisce realmente il cuore dello spettatore, quando la sua idea fissa una verità generale, quando il suo discorso diventa musica e poesia, il pubblico accorre senza bisogno delle raccomandazioni dei potenti, giunge per una spinta urgente e improvvisa, una necessità naturale a mettersi in ascolto.
Il problema vero è che noi cittadini di oggi siamo sonnolenti e poco inclini a percepire insegnamenti sottili, ma se per caso una donna o un uomo illuminati s’inventano un discorso realmente risvegliante, lo sappiamo riconoscere.
Cerchiamo di trovare quelle menti illuminate che ci girano intorno, senza dare potere a chi con la cultura ci specula e basta.
Pensavo che Roma detenesse il record del clientelismo. Mi stupisce immensamente che una cittadina come Modena, che conoscevo come capitale della lirica, della musica e della cultura in genere, sia caduta così in basso.
Cadono anche gli dei, ma bisogna rimetterli nel loro trono.
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