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domenica 11 dicembre 2016

Arriva R1, il primo robot domestico tutto italiano



HI TECH

Arriva R1, il primo robot domestico tutto italiano


Arriverà nel 2018 nelle nostre case il robot domestico R1, l’umanoide ideato dal team di Giorgio Metta all’Istituto italiano di tecnologia. Costerà 3 mila euro.

E’ nato il robot domestico R1

È nato il robot domestico R1, “your personal humanoid”. Tra un anno e mezzo circa potrà arrivare nelle nostre case al prezzo di un televisore al plasma (circa 3 mila euro). L’ideazione e la creazione di questo simpatico “tuttofare con rotelle”, è di Giorgio Mettavicedirettore scientifico dell’Istituto italiano di Tecnologia (Iit), dalla cui creatività era già nato il cucciolo di Robot iCub.
Grazie agli studi effettuati proprio su iCubR1 è stato costruito con il preciso intento di rivolgersi a un mercato più ampio, adottando alcuni accorgimenti per abbattere il prezzo e renderlo accessibile a tutti.
Il personal humanoid R1 e il suo ideatore Giorgio Metta (ph. Iit)
Il personal humanoid R1 e il suo ideatore Giorgio Metta (ph. Iit).
L’equipe di Metta, composta da 22 scienziati e tecnici italiani, ha posto l’attenzione su alcuni dettagli che conferiscono all’umanoide caratteristiche più umane, grazie alle quali può configurarsi come una sorta di maggiordomo, un assistente per gli anziani o un infermiere virtuale per la gestione delle cartelle cliniche dei pazienti.
La sua principale peculiarità, già sperimentata con iCub, consiste nell’abilità nella presa. Le mani di R1 sono state semplificate rispetto a quelle di iCub per consentire una maggiore robustezza e per abbassarne i costi.
Le braccia si possono poi allungare di 13 cm così come il busto snodabile che si può estendere di 20 cm (da 1,25 a 1,45 m).
Il suo corpo bianco e slanciato pesa 50 Kg ed è stato studiato da un gruppo di psicologi per avere un buon impatto con gli umani. Si muove grazie a ventotto motori che gli consentono i vari movimenti e si sposta con due grandi ruote che lo rendono stabile.
È costituito da materiali plastici e da fibra di carbonio e ha il volto realizzato con uno schermo a Led. All’interno di questo schermo sono situati i sensori per la visione, responsabili dell’equilibrio e della creazione e percezione del suono.
Una scheda wireless gli consente il collegamento alla rete internet, grazie al quale può aggiornare il suo software.
All’inizio dovranno essere inseriti i dati della planimetria del luogo, dell’ubicazione degli oggetti, ma presto R1 sarà in grado di orientarsi da solo riconoscendo ambienti, volti e voci.
R1 “your personal humanoid” si abituerà a stare con noi registrando ogni evento e diventerà la nostra agenda digitale, la nostra memoria storica.
Secondo gli studi di Giorgio Metta, nell’imminente futuro, a causa dell’invecchiamento della popolazione, mancherà la forza lavoro per realizzare le attività quotidiane e questo compito potrà essere affidato a degli ipotetici assistenti robotizzati.
Il corpo di R1, infatti, è «ricoperto di una pelle artificiale, in modo da comunicare anche attraverso il senso del tatto, toccandolo, sfiorandolo, picchiettando sulla sua spalla, proprio come si fa tra esseri umani», afferma lo scienziato.
R1 Your Personal Humanoid è in grado di prendere decisioni e risolvere problemi, grazie al sistema di Intelligenza artificiale e “cognitive computing” d’avanguardia con cui è equipaggiato.
Avrà bisogno di una costante manutenzione meccanica, eseguita da «un concessionario del robot che faccia un servizio di post-vendita». Attualmente Giorgio Metta sta lavorando «a materiali intelligenti, come quelli basati su grafene, polimeri biodegradabili, sensori sofisticati, batterie più efficienti».
Questo maggiordomo a rotelle dovrà, infatti, lavorare 16 ore al giorno:
Bisogna puntare a un’affidabilità e a una robustezza paragonabili a quelle di un aeroplano. Tutto a prova di usura.
Una bella sfida per il nostro scienziato cagliaritano, classe 1970, ma lui la vincerà di certo: è aperto, cosmopolita, ama viaggiare, confrontarsi con gli scienziati di tutto il mondo, gli piace studiare incessantemente i suoi robot, fino a farli crescere e imparare come fossero figli suoi e di questa Epoca Esponenziale che ha sposato con convinzione.

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