I libri di Patrizia Boi

lunedì 13 febbraio 2017

I Quattro Accordi di Don Miguel Ruiz

Da quando ho letto questo libro, ogni volta che mi capita qualcosa, vado sempre a vedere se ho disatteso uno dei quattro accordi e sempre c'è una di queste quattro cose di cui non ho tenuto conto. Col tempo mi sono abituata ad accorgermene prima e, salvo in alcuni casi dove il mio stato è già compromesso, cerco di osservare come mi comporto nei confronti di questi quattro accordi.


I Toltechi erano degli artisti e avevano una saggezza che noi ci siamo dimenticati, così troppo abituati come siamo a seguire gli stordimenti della ragione. In realtà l'artista ha un collegamento più profondo con la sua anima e forse anche con l'anima collettiva dell'umanità e spesso riesce a guardare oltre.
Questi quattro accordi consentono di non dissipare energia, ma di essere sempre concentrati sulla nostra reale missione.
Come sostengono i Toltechi, noi siamo Esseri unici, ognuno con il suo scopo e la sua missione, già quando ci parliamo è difficile comprenderci, perché, avendo ognuno il suo punto di vista, è possibile che una persona dica all'altra A e lei capisca B, gli risponda C e l'altra capisca D. 
Allora perché prendersela tanto e cercare sempre di aver ragione? Non ha senso, è una fatica sprecata, mentre è fondamentale stare attenti al peso delle proprie parole, soprattutto se sono negative e giudicanti.
Un sorriso, una parola d'amore, un complimento, ci trasmettono per riflessione l'energia positiva di chi l'ha ricevuto, lo stesso dicasi per un'offesa che noi facciamo, ci riflette sempre la rabbia dell'offeso. Allora perché offendere? 
Arrabbiarsi? 
Litigare? 
Usare parole che fanno male? 
E' come farsi male da soli, perché ci ritorna indietro, come in uno specchio, quello che abbiamo seminato. 
Anche gli alchimisti suggerivano di attivare un osservatore interiore capace di accorgersi dei momenti in cui noi esercitiamo un giudizio nei confronti degli altri, in realtà non stiamo facendo altro che giudicare una parte di noi stessi che non accettiamo.
E' come se i Toltechi conoscessero già la Fisica quantistica, erano perfettamente consci del fatto che ogni fenomeno, attività, accadimento, conversazione, sono influenzati dell'osservatore.
E sono influenzati diversamente anche dallo stesso osservatore a seconda del suo stato d'animo.
Forse dovremmo abituarci a parlare meno e a stare più in silenzio attivando l'Osservatore Interiore e le Leggi dell'Amore.
Ecco i quattro accordi e di seguito una sintesi del libro dello stesso Ruiz presa dal sito di seguito riportato. 
  1.  SII IMPECCABILE CON LA PAROLA
  2. NON PRENDERE NULLA IN MODO PERSONALE
  3. NON SUPPORRE NULLA
  4. FAI SEMPRE DEL TUO MEGLIO

Vi mando anche altri link utili, per chi capisce lo spagnolo, quelli dello stesso Don Miguel.
Cerchiamo di diffondere l'Amore e non gli inutili conflitti, mentre stiamo perdendo tempo a guardare gli altri e a giudicarli, la nostra vita scorre inutilmente fuori dai suoi binari, se trattiamo il prossimo con rispetto e Amore, il loro sorriso ci riempie e la nostra giornata si trasforma in un giorno di Sole.





:: Sintesi del libro ::
Nel sogno del pianeta è normale per gli uomini soffrire, vivere nella paura e creare drammi emozionali. Il sogno esterno non è piacevole. E' un sogno di violenza, di paura, di guerra e di ingiustizia. I sogni personali variano, ma a livello globale si tratta più che altro di un incubo. Se guardiamo la società umana, vediamo un luogo in cui è molto difficile vivere, perché è governato dalla paura. In tutto il mondo vediamo sofferenza, rabbia, vendetta, dipendenza, violenza nelle strade e tremende ingiustizie. La paura forse esiste a livelli diversi in paesi diversi, ma globalmente controlla il sogno esteriore.
Se paragoniamo il sogno della società umana con la descrizione dell'inferno, propagandata da tante religioni, scopriamo che si somigliano moltissimo. Le religioni dicono che l'inferno è un luogo di castigo, di paura, dolore e sofferenza, un luogo in cui siamo consumati dal fuoco che è generato dalle emozioni basate sulla paura. Ogni volta che proviamo rabbia, gelosia, odio o invidia, sentiamo un fuoco bruciarci dentro. Viviamo in un sogno infernale. L'inferno è intorno a noi. Ci raccontano che se non ci comportiamo come dovremmo andremo all'inferno. Che novità! Ci siamo già, all'inferno, noi e le persone che ci dicono queste cose. Certo, gli altri possono gettarci in un inferno più grande, ma solo se permettiamo loro di farlo.
Ogni essere umano ha il proprio sogno personale, spesso governato dalla paura così come il sogno della società. Impariamo a sognare l'inferno durante la vita. Le stesse paure si manifestano in modi diversi per ogni persona, ovviamente, ma tutti sperimentiamo rabbia, gelosia, odio e invidia. Il nostro sogno personale può anche diventare un incubo senza fine, fatto di paura e sofferenza. Ma non è necessario vivere in un incubo. Possiamo anche fare un sogno piacevole.
Don Miguel Ruiz
1. Sii impeccabile con la parola:  La parola è il potere con cui creiamo, la parola è una forza, è il potere di esprimere e comunicare, di pensare e quindi di creare gli eventi della nostra vita. Come una spada a doppio taglio può creare un sogno magnifico, oppure distruggere tutto.
La parola impeccabile crea bellezza, armonia, comunione. A seconda di come la usiamo la parola ci renderà liberi o schiavi. Se ci abbandoniamo all’ira e con le nostre parole inviamo veleno emozionale verso altre persone, stiamo usando la nostra parola contro di noi. Se invece le nostre parole esprimono rispetto ed amore creeremo attorno a noi armonia e serenità.
Principalmente ci serviamo della parola per diffondere i nostri veleni personali: ira, gelosia, invidia ed odio. La parola è magia pura è il dono più potente che abbiamo. L’impeccabilità della parola può guidarci verso la libertà personale, verso il successo e l’abbondanza , può toglierci la paura e trasformarla in gioia ed amore.
2. Non prendere nulla in modo personale: qualunque cosa accada intorno a noi non prendiamola personalmente.  Ciò che fa soffrire l’essere umano si chiama importanza personale – cioè la tendenza a prendere tutto sul piano personale, come se tutto il mondo ruotasse attorno a noi. Nulla di ciò che fanno gli altri è a causa nostra, ognuno vive nel proprio sogno, nella propria mente e in un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo noi. Quando prendiamo qualcosa in modo personale, crediamo che gli altri sappiano  cosa c’è nel nostro mondo e cerchiamo di imporre il nostro punto di vista sul loro. Anche quando una situazione sembra estremamente personale, anche quando gli altri ci insultano direttamente, non a nulla a che fare con noi. Quello che dicono e fanno, le opinioni che manifestano, tutto segue gli accordi che hanno preso con se stessi. Il loro punto di vista deriva dalla programmazione che hanno ricevuto dall’ambiente. Se qualcuno ci dice qualcosa di spiacevole, la verità è che quella persona sta affrontando le proprie emozioni, opinioni e convinzioni.  Cerca di inviarci del veleno, e se prendiamo in modo personale ciò che ci dice, il veleno passa dentro di noi. Facciamo attenzione a non mangiare “tutta la loro spazzatura emotiva”, basta non prendere nulla in modo personale per essere immuni al veleno. Quando prendiamo le cose personalmente ci sentiamo offesi e la reazione è quella di difendere le nostre convinzioni, creando conflitti.  Rendiamo grande qualcosa che di per sé è piccolo, perché abbiamo bisogno di avere ragione e di dimostrare che gli altri si sbagliano. Anche noi trasmettiamo  le nostre  opinioni e anche per noi vale il fatto che qualunque cosa facciamo, qualunque emozione proviamo, si tratta di una proiezione del nostro sogno personale di un riflesso del nostro sistema di credenza. Quello che diciamo e quello che facciamo, le opinioni che abbiamo, tutto è il riflesso del nostro sistema di credenza, perciò non ha nulla a che vedere con gli altri. Il lavoro da fare è arrivare al punto in cui il giudizio degli altri - sia in positivo che in negativo - non ci tocca, perché abbiamo la percezione interna del nostro valore e quindi non restiamo agganciati da ciò che gli altri pensano di noi. Qualunque cosa gli altri pensano o dicano di noi non ci riguarda,  stanno parlando a voce alta di se stessi. L’essere umano crea dentro di sé un film, di cui è protagonista, regista, produttore e tutti gli altri sono personaggi secondari . Il nostro punto di vista è personale è la nostra realtà. Chi si arrabbia è perché ha paura e l’altro è solo un pretesto per portare fuori un disagio, un tema non risolto.
Se siamo in armonia con chi ci circonda, significa che l’altro non ci suscita nessuna reazione negativa e quindi questo vuole semplicemente dire che non stiamo contattando una nostra paura o un nostro limite e quindi non lo riversiamo sull’altro. Anche le opinioni che abbiamo su di noi non sempre sono esatte, infatti molto spesso tutte le varie sub-personalità parlano contemporaneamente – immaginiamo un mercato dove tante persone parlano tutte insieme – e quindi risulta complesso essere obbiettivi e centrati.
Quando nulla viene preso in modo personale si evitano sentimenti di rabbia, gelosia, rancore, invidia.
3. Non supporre nulla: Tendiamo a supporre ciò che gli altri pensano o fanno, lo prendiamo sul personale, li incolpiamo e reagiamo inviando loro veleni emozionali tramite le parole. Per questo ogni volta che supponiamo qualcosa stiamo sbagliando. Facciamo una supposizione, capiamo male, prendiamo la cosa in modo personale e finiamo per creare un dramma completamente inutile. Tutta la tristezza, tutti i drammi della nostra vita sono fondati sulle supposizione sull’abitudine di prendere le cose in modo personale. E generalmente cominciamo a spettegolare ed inviare veleno emozionale sugli altri sulla base delle nostre supposizioni. E’ sempre meglio chiedere che supporre, la supposizione porta equivoci ed incomprensioni. Supporre che gli altri sappiano ciò che pensiamo e che perciò non sia necessario dirlo, è un errore che accade spesso nei rapporti.
4. Fai sempre del tuo meglio: valutando però momento per momento, ascoltandoci, al fine di non strafare. L’importante è non giudicarsi, così da non cadere nei sensi di colpa, se facciamo del nostro meglio impariamo ad accettarci. Occorre arrivare al punto di agire per il piacere di agire. Fare le cose dandogli valore e sentendole importanti per noi, anche le piccole cose quotidiane, al fine di far assumere loro un valore diverso. Ogni azione dovrebbe diventare un rituale in cui amiamo il divino, ogni pensiero diventa una comunione con Dio e viviamo un sogno privo di giudizi e vittimismo, senza più bisogno di spettegolare e di trattare male gli altri e se stessi.
Se siamo impeccabili con la parola, se non prendiamo le cose a livello personale, se non supponiamo nulla e facciamo sempre del nostro meglio, saremo in grado di controllare la nostra vita.
Sito internet di Don Miguel Ruiz
www.miguelruiz.com/









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