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venerdì 19 ottobre 2018

RAI SCUOLA: "Guardarsi negli occhi", documentario sul tema dell'immigrazione, Regia di Alessandra Peralta



In questo documentario di Rai Scuola “Guardarsi negli occhi” viene trattato un tema molto caro ai suoi Autori, Piero Di Gennaro, che cominciò ad occuparsene nei lontani anni in cui era giornalista del quotidiano “Il Manifesto”, e Giancarlo Di Giovine, che abitualmente è autore di programmi di Storia e Scienza per la Rai. Con la complicità della Regista Alessandra Peralta, la cui telecamera inquadra i volti dei giovani per mettere in rilievo questo specchiarsi nell’Altro, emerge un messaggio, molto vicino a quello espresso dal sociologo francese Alain Tourain. I ragazzi si rendono conto che bisogna investire sulle emozioni che ci uniscono tutti, indipendentemente dal colore, dalla provenienza, dalla religione, piuttosto che sulle diversità che, comunque, occorre considerare come una ricchezza. E cosa ci voleva insegnare il noto sociologo nel suo libro “Libertà, uguaglianza, diversità” pubblicato da “Il Saggiatore” nella collana Saggi, se non lo stesso dettato? Lo scrittore incentra, infatti, la sua riflessione socio-politica sulla domanda: «Come possiamo vivere insieme, liberi e diversi, ma non disuguali?»
Si tratta davvero della «sfida fondamentale a cui il mondo postindustriale deve fare fronte».
In un universo globalizzato, dove l’individuo appare scisso e alla deriva, chiuso tra comunità incapaci di interagire tra loro, con un vertiginoso aggravarsi delle disuguaglianze fra i diversi, per il pensatore francese «L’unica soluzione percorribile è dunque l'appartenenza a una comunità aperta agli scambi con l'Altro».
Questo è il messaggio che si legge negli occhi dei giovani delle tre scuole coinvolte, Il Liceo Classico “Pilo Albertelli” di Roma, il Liceo Scientifico “Arcangelo Scacchi” di Bari e l’Istituto di Istruzione secondaria “Amedeo Avogadro” di Torino.
E traspare dagli sguardi abilmente ripresi dalla Regista -  Montaggio di Gabriele Sartori -, da occhi che non sono più gli stessi dopo quest’esperienza, giacché vedono più lontano, forse perché finora non si erano fatti troppe domande. Ma i giovani, i ragazzi, i bambini, sono la nostra risorsa: di fronte a loro, una pelle più scura, un occhio a mandorla, una lingua sconosciuta, non sono un problema da risolvere, ma un’opportunità da cogliere…
Il documentario è il risultato di un progetto didattico denominato “Buonsenso” promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dagli Editori Laterza
L’obiettivo era quello di fornire agli studenti dei tre Istituti coinvolti, strumenti utili per conoscere e comunicare in maniera efficace su un tema molto complesso e decisamente attuale come quello dell’immigrazione, attraverso l’insegnamento delle diverse forme di comunicazione - la parola scritta e la parola detta, il video reportage e la performance teatrale, con il sostegno di docenti e tutor – registi, giornalisti, scrittori, artisti e attori.
I tre Istituti hanno scelto percorsi comunicativi diversi.
Gli studenti del Liceo “Albertelli” di Roma - guidati dalla Professoressa Michela Nocita e dalla tutor Takoua Ben Mohamed (graphic journalist) -, hanno prodotto una graphic novel, realizzando due storie che s’intrecciano, una scritta e l’altra a fumetti, la prima ambientata nell’antichità, la seconda ai giorni nostri.
Gli studenti del Liceo “Scacchi” di Bari - seguiti dalle Professoresse Vittoria Frega e Francesca Brancaleone e dal tutor Andrea Ferrante, regista -, hanno realizzato uno spot promozionale sullo stile delle pubblicità progresso, con una doppia intervista ad uno studente italiano e ad un collega di origini extracomunitarie.
Gli studenti dell’Istituto “Avogadro” di Torino - guidati dalla Professoressa Marina Francesa Gherra e dalla tutor Suad Omar, attrice e mediatrice culturale, - hanno realizzato uno spettacolo teatrale che consiste in un flusso di parole, concetti ed esperienze legate al tema dell’immigrazione. 
E sullo sfondo di questo documentario, accompagnato dalle musiche sapientemente scelte dalla Peralta, appare sempre il mare, che porta, che trasporta, che dirige, quel mare grande ed immenso che può contenere tutto, con orizzonti che cambiano a seconda della prospettiva, con le acque capaci di condurre un’onda di progresso.
Il risultato di questa esperienza ha contribuito, infatti, a realizzare «una “cittadinanza attiva” dove integrazione e capacità di convivenza diventano gesti e concetti “maturi” perché consapevoli, che si esprimono anche con un semplice “guardarsi negli occhi”»

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