I libri di Patrizia Boi

lunedì 8 maggio 2023

Julio Roldán, sociologo, docente e dottore in filosofia dell'Università di Brema PRESENTA La Guerra de los 20 años, Un fantasma luminoso recorre la sociedad


Ieri 7 maggio 2023 alle 15,00 si è svolto a Roma presso la Sede PRC a Piazzale degli Eroi, un interessante incontro con Julio Roldán, sociologo, docente e dottore in filosofia (Università di Brema in Germania), di fronte ad una sala gremita con una folta rappresentanza della Comunità Peruviana a Roma.

La scrittrice e saggista Maddalena Celano ha introdotto l'incontro che verteva sull’ultimo libro del noto intellettuale peruviano, La Guerra de los 20 años, Un fantasma luminoso recorre la sociedad (2020, casa editrice Arteidea, Lima-Perú).

Si tratta, infatti, come afferma il professore stesso nel prologo del volume, del «più importante fenomeno storico-politico, socio-culturale avvenuto nel Paese, paragonabile solo alla guerra di conquista dei 40 anni […] Questa azione è stata ideata, organizzata e diretta dal Partito Comunista del Perù, noto anche come Sendero Luminoso».

Sono interventi, inoltre, Jeorge Ceriani (Rifondazione Comunista), il Docente Prof. Carlos Salazar e l’Attivista Gisela Alarcón.

Roldán, - che ha pubblicato lavori di ricerca di carattere storico-politico e filosofico come: Perù: Mito e realtà (1986), Gonzalo, il mito (1990), Vargas Llosa tra mito e realtà (2000), Le due facce del continente americano e altri saggi (2002), America Latina. Democrazia e transizione all’inizio del terzo millennio (2005), America Latina. Mentalità coloniale e altri saggi (2010), Cittadinanza mondiale (2014), Weimar. Tre momenti nello sviluppo politico-filosofico in Germania (2015), La mia lotta. Contesto ideologico e politico di un libro controverso (2018), La guerra dei 20 anni (2020), Capitalismo e rivoluzione (2022). A livello letterario, Vecchie storie da raccontare (2002), Cronaca di un vagabondo (2008), Figlie della guerra (2014) – è nato in Perù, ma vive dal 1993 in Germania, in stato di esilio politico. Attualmente è un analista politico, ospite, alla Deutsche Welle (Onda tedesca, in italiano).

Julio Roldán, pertanto, ha avuto bisogno di tanti anni di riflessione e distacco da tutta la situazione che lo ha costretto a lasciare lavoro, famiglia, casa, amici e paese di nascita, prima di avere - come afferma egli stesso - quello «Spazio-tempo che fornisce le condizioni minime per avventurarsi nuovamente nel dibattito teorico-politico su cosa sia stata la guerra eversiva in questo Paese, su alcune sue conseguenze e sulle sue proiezioni».

In questo volume egli cerca di indagare sul processo storico e sociale da cui è emerso il fenomeno di Sendero Luminoso, sui legami ideologici e politici che lo vincolano alle correnti politiche di sinistra, e sulla portata e i limiti del suo progetto. Perché è importante che il popolo peruviano possa guardare in faccia la sua grandezza e la sua miseria e attraverso questa riflessione possa prendere consapevolezza dei suoi errori.
Julio Roldán afferma altresì che «Una costante che scandisce la vita di questo spazio geografico, prima, poi del Paese, è il capitolo della violenza politico-militare. Questa è stata denominata, genericamente, violenza storica. Sulla base di questo concetto è stata chiamata, con varie argomentazioni, "violenza strutturale" (José Carlos Mariátegui), "violenza accumulata" (Mario Vargas Llosa), "violenza millenaria" (Gustavo Gorriti), "violenza aggregata" (José María Arguedas, Alberto Flores Galindo), “violenza silenziosa” (Manuel Scorza) e “violenza come cataclisma politico” (Cecilia Méndez). Questa violenza ha, a un certo livello, la sua spiegazione nell'esistenza, in questa parte del Continente, di due regni imperiali, quello degli Incas, prima, e il Vicereame del Perù, poi. Questi due concetti, storico-politico, permettono di comprendere i due più importanti antecedenti di violenza politico-militare nella società analizzata. Gli specialisti la chiamano violenza a lungo termine o storica».

Il discorso è molto complesso e non può essere compreso in un semplice articolo, ma il metodo scientifico del nostro sociologo scandaglia motivazioni e cause e le pone come riflessioni per il mondo Accademico e anche per i cittadini che vogliano comprendere qualcosa di più di se stessi.

Una affermazione molto importante fatta da Roldán durante la conferenza riguarda il ruolo degli intellettuali nella società.

«La neutralità politica è un alibi che punta all'ordine costituito.  Tutti gli artisti e intellettuali sono in qualche modo coinvolti (Heinrich Mann, Jean Paul Sartre, Bertolt Brecht). La differenza è l'impegno consapevole. Vale a dire: con chi ti impegni? A cosa ti stai impegnando?».

Sono state moltissime le domande da parte dei presenti tra cui molti intellettuali e artisti peruviani nonché diversi giornalisti che lo hanno intervistato.



































 https://www.youtube.com/watch?v=5o5AEJIiNgQ

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