I libri di Patrizia Boi

giovedì 15 giugno 2023

Cucinare un libro con charme - Intervista a Patrice Avella

 Cucinare un libro con charme

Intervista a Patrice Avella

Patrice Avella a Napoli, elaborazione Veronica Paredes


Patrice è uno scrittore francese, di origine italiana, nato a Digione, che vive a Scansano, un delizioso borgo della Maremma Toscana, ed è un esperto di vini e gastronomia. Tiene una interessante rubrica gastronomica di cucina italiana, infatti, sulla rivista La Voce – la rivista degli italiani in Francia.

Patrice Avella ci aveva raccontato nel 2022 “Prévert, l’amore e Paris” (Editore Ass. Culturale Il Foglio), ossia le poesie d’amore, le donne amate dal poeta, i quartieri frequentati a Parigi e le Brasseries dove era solito ristorarsi, cogliendo l’occasione per far addentrare il lettore nella  storia gastronomica dei piatti francesi, nelle poesie e nelle canzoni famose del poeta, nonché nelle sceneggiature dei suoi film migliori.

Nel gennaio 2021 ha pubblicato Modigliani, l’amore & Paris (Editore Ass. Culturale Il Foglio) dove ci fa conoscere le donne che hanno ispirato il nostro artista toscano, accompagnando il lettore tra le vie di Parigi e facendogli apprezzare la gastronomia delle tradizionali Brasseries di Montparnasse. Nel gennaio 2020 aveva pubblicato A tavola con gli Appiani. Storia della famiglia degli Appiani e ricette della cucina del rinascimento piombinese (coautore Gordiano Lupi, Editore Ass. Culturale Il Foglio), una bella passeggiata nella gastronomia toscana medievale e rinascimentale. Nel 2019 ha fatto una pausa dalla cucina per parlare d’amore nell’opera Il cavaliere e la bella principessa. Storia d’amore medievale a Campiglia Marittima. Historia obsidionis Campillia (Editore Ass. Culturale Il Foglio). Mentre nel 2018 aveva scritto Piombino con gusto. Ricette e ricordi (coautore Gordiano Lupi, Editore Ass. Culturale Il Foglio), dove insegnava al lettore la filosofia dello scrittore-buongustaio che attraverso ricette e racconti fa conoscere i piatti del tempo passato della città di Piombino. Sempre nel 2018 era uscito un altro suo libro multilingue Réminiscences. Nomaderie et pointillisme (Ediz. italiana e francese, Il Foglio), dove tornava sul tema dell’amore. Infine è del 2018 anche l’opera La grande abbuffata. Breve storia del cinema e della cucina italiana (coautore Gordiano Lupi,  Editore Ass. Culturale Il Foglio), dove descrive un pranzo di gala servito da due chef stellati, intrecciando la cucina italiana con la storia del cinema, alla scoperta dei cibi attraverso il cinema, dalle origini fino al cinema moderno. Del 2017 invece era Pasta e cinema (coautore Gordiano Lupi,  Editore Ass. Culturale Il Foglio), dove si tratta della pasta entrata nella cultura nazionale diventando sinonimo di tradizione e italianità. Il primo libro di Avella, del 2016, era, invece, un libro molto diverso Caffè sangue. Piazza Fontana. Vol. 1 (Ass. Culturale Il Foglio nella collana Narrativa), un episodio cruciale della storia italiana che ancora dovrebbe essere approfondito.
Da queste notizie appare evidente che il tema gastronomico è preponderante nei libri di Patrice, ma cerchiamo una maggiore comprensione della sua opera attraverso una breve intervista all’Autore.

Patrice da dove nasce la tua passione per il vino e la gastronomia?

«Il mio soprannome rimane “Patrice le Gastronomade”. Sono una specie di nomade della vita: è la curiosità verso il prossimo che mi porta anche verso la curiosità culinaria, come un viaggiatore che adora incontrare nuova gente, nuova cultura, nuove ricette.  Solo così si capisce di più di sé  stessi e degli altri. Per quanto concerne il vino, provengo da una famosa regione, la Borgogna, dove il vino è uno dei migliori al mondo. Lì, la madre che allata il suo bambino, mette anche un po’ di vino nel biberon per aiutare la digestione… Posso dire di aver viaggiato in tante altre regioni, assaggiando tanti altri vini: ho potuto abbinare alle mie ricette gastronomiche il vino di ogni regione. Ma piuttosto che definirmi un gourmet mi vedo più come uno storico: mi sono reso conto, infatti, che Cultura e Cibo sono associate alla Storia dell’uomo, dall’Antichità ai giorni nostri. Le guerre, le invasioni, i viaggi, le scoperte dell’India e dell’America, hanno modificato in modo esponenziale la gastronomia dei nostri paesi europei e mediterranei».


Quali simbologie sono celate dietro il comportanento delle persone nei confronti del cibo?

«Bisogna amare e aver passione per cucinare, volere la felicità delle persone care. L’umore di chi cucina passa nel cibo e viene assorbito da chi poi lo mangia a tavola. Il cibo assume un significato psicologico che ha effetti incredibili sull’umore, ma anche sull’amore. Nutriamo i nostri cari, i nostri amici alla nostra tavola con pensieri d’amore o di malinconia. E anche qualche volta di nostalgia. Il cibo ha valenze emozionali forti, simboli emotivi del linguaggio non verbale che viaggia nascosto al nostro livello di coscienza: quello che mangiamo ci ricorda e riporta alle nostre relazioni affettive importanti e alla qualità dell’amore che abbiamo ricevuto in certe occasioni della nostra vita. Come le “Madeleines de Proust” o la pasta della nonna quando eravamo tristi. Gli odori, i profumi e colori di un piatto, subito diventano un “Amarcord” piacevole nella nostra anima».


Piacere e amore, piacere o amore, sono questi gli ingredienti che si coniugano prevalentemente con il modo di cucinare e di assaporare il cibo in ogni essere umano?

«Per una radio nazionale francese, France Bleu, per tre anni ho animato una trasmissione originale che si chiamava “Dimmi che pasta mangi e ti dirò chi sei!”. Con una certa fortuna ho fatto centro ogni volta: e non era così scontato in Francia, che gli ascoltatori non conoscono tutte le forme di pasta e tutti i sughi nostrani come gli Italiani. Ho creato anche un altro ‘Test’ in Francia che funzionava bene: “Dimmi cosa mangi a cena e ti dirò com’è la tua vita sessuale”. Ma questo test purtroppo non si poteva effettuare alla radio. Dovrei provare ad adattarlo al modo di cucinare Italiano - che è diverso da quello francese - per vedere se ottengo gli stessi risultati favorevoli. Cucinare e mangiare assomiglia tanto all’atto d’amore. Ci vuole armonia, affiatamento, spregiudicatezza, libidine, desiderio e fantasia. Di fronte a un sapore nuovo, bisogna mollare i freni inibitori e gustare senza pregiudizi. Ma chi ama la “routine” di una relazione e un’abitudine culinaria, non ha per forza torto; ma si capisce subito il suo modo di vivere e la sua relazione sessuale».

Come si relaziona l’artista con l’arte culinaria?


«
L’artista mediterraneo ha una relazione culturale con il cibo, perché lui trasmette la vita che esiste nella regione dove vive. È evidente per esempio: nella letteratura francese con il commissario Maigret; in quella spagnola con l’ispettore Pepe Carvalho; in Italia con il famoso siciliano Montalbano. In questi gialli celebri, i protagonisti sono capaci di fermare la loro inchiesta, per prendersi il tempo di mangiare bene, per gustare dei piatti squisiti, cucinati come nella loro regione d’origine, per loro le vere tradizioni comandano. La particolarità in Italia rimane che ogni scrittore di gialli scrive sulla sua zona e città, e dunque mangia le specialità della sua regione e non altre. Nella letterature anglosassone, e peggio, in quella scandinava, non si mangia. Si beve, molto anche, ma non perdono tempo a mettersi a tavola per riflettere su un’inchiesta. Questione di cultura culinaria evidente».

Hai studiato spesso la relazione tra cibo e cinema, per l’aspetto visivo?

«Abbiamo scritto due libri con il cinefilo Gordiano Lupi sulla relazione passionale tra il cibo e il cinema: “Pasta e Cinema” e “Cinecittà a Tavola, la grande abbuffata”. Ho parlato prima della relazione molto particolare che esiste tra gli scrittori e il cibo nei paesi del Mediterraneo. Si potrebbe dire la stessa cosa per l’aspetto visivo del cinema.  In nessun paese si mangia tanto quanto nei paesi latini, mentre nei paesi anglossassoni si mangia pochissimo e male. Cinecittà ha messo in evidenza l’arte culinaria italiana in tanti film, che vanno dal neorealismo ai film contemporanei. Si ricorda di tante emozioni vissute guardando un film di Alberto Sordi, “M’ai provocato e io ti distruggo, maccarone!”, oppure quella scena comica degli spaghetti messi in tasca da Toto’ mentre si trova in piedi sulla tavola, nel film “Miseria e Nobiltà”. Insieme, in questi libri, Gordiano e io, abbiamo contribuito a comporre un profilo dell’identità italiana, nutrita parimenti dalle ghiottonerie materiali del cibo e dai sogni dell’immaginario filmico. Abbiamo anche creato un altro Test “Dimmi che film vedi e ti dirò chi sei».



Quali sono gli elementi cruciali per definire un buon piatto?

«Per definire un bel piatto si deve affiliare ai colori della bandiera italiana: il verde, il bianco e il rosso! Perché prima del senso del gusto, è quello dello sguardo che rimane il più importante. Dopo si può aggiungere il giallo o arancio, un po’ di blu o viola. Diventa importante l’impatto visivo del cibo e le emozioni che esso può suscitare nella cucina contemporanea degli Chef stellati, dove oltre al gusto delle pietanze e alla ricercatezza degli ingredienti contano anche l’aspetto e l’arte dell’impiattare. Come me, tanti grandi Chef stellati frequentano i Musei europei per creare nei loro piatti abbinamenti cromatici gradevoli e raffinati, alla Mirò, alla Picasso, alla Gauguin o in paragone a tanti artisti dell’Impressionismo. I sensi sono la nostra guida in tutte le attività della vita e anche nel campo dell’alimentazione, la nostra percezione può venirci in aiuto, sia per permetterci di gustare il sapore di un piatto prelibato, sia per apprezzarne l’aroma e il profumo, sia per godere della sua vista. L’aspetto e il colore favoriscono il nostro appetito e ci invitano all’assaggio suscitando delle emozioni che ci faranno apprezzare ancora di più il suo sapore».



Prévert e Modigliani, perchè hai scelto questi due artisti per guidare il lettore verso le tradizioni gastronomiche francesi?

«Questi due personaggi celebri - che hanno vissuto a Parigi – mi sono amici dall’infanzia. Li ho frequentati così tanto da amarli davvero come amici del cuore. Sono stato fiero di aver potuto scrivere le loro biografie e quelle delle donne da loro amate. Tutte queste donne hanno avuto un ruolo importante, come ispiratrici e Muse dei due artisti maledetti. La loro celebrità, come sempre, è venuta troppo tardi, dopo la loro morte e la lunga malattia. Ma i due artisti amavano la gente, la città di Parigi, i veri quartieri del vecchio “Paname”, Montmartre, Montparnasse, Quartier St-Germain-des-Prés, le Quartier Latin. Il lettore leggendo questi due libri potrà scoprire belle passeggiate da fare nei quartieri nei quali hanno vissuto questi due geni e il loro amici artisti della loro epoca. Ma chi dice camminare dice anche restaurarsi. La parola viene da Parigi dopo la Rivoluzione francese quando tanti cuochi hanno aperto locali dove la gente poteva “restaurarsi” durante tutte le ore, creando così il nome di Restaurant. Il lettore italiano non avrà più paura di scegliere un piatto a Paris leggendo i libri e saprà cosa mangiare nei famosi “Bouillons” o nelle “Brasseries” i veri piatti squisiti della tradizione della gastronomia parigina».


Pasolini e il suo tempo, quali luoghi frequentava?

«Numerosissime sono le zone di Roma che mantengono ancora dei forti collegamenti con la figura di Pasolini, dalla Tuscolana alla Garbatella, dalla baracche del Mandrione alle periferie di Rebbibia, da Monteverde alla chiesa dell’Eur…  Per lui, come per me, quando venivo a trovare la mia famiglia a Roma nel quartiere di Centocelle e della Tiburtina, la Città Eterna non era solo il Colosseo, i Fori Imperiali, San Pietro o Piazza Navona. La mia Roma degli anni ’70 era anche il Pigneto, la Magliana. Soltanto dopo frequentavo il centro storico di Roma e sempre a piedi. Se possibile senza mappa per perdermi nei vicoli tipici di Trastevere. Consiglio di visitare tutte le opere d’arte della Street-Art in onore di Pasolini nei diversi quartieri della capitale e passeggiare nelle strade dove ha vissuto il poeta Pier Paolo. E come dicevano i miei zii romani, “Stai a fa’ er giro d’er Peppe!”. Sì, come San Giuseppe di Nazareth, da qui il dubbio sulle capacità di orientamento nel suo viaggio durante il ritorno di Betlemme. Perciò vi suggerisco di perdere tempo a fare un gran giro a Roma - anche se siete esausti - finirete a cenare nelle favolose trattorie romane, esattamente come faccio io».


Pasolini e i suoi amici, cosa raccontano di lui?

«Pier Paolo Pasolini, diceva Dacia Maraini, «era una persona stranamente divisa: nella vita privata era di una mitezza, di una dolcezza, con quell’accento veneto e una voce sempre dolce e soave. Ma quando scriveva, ecco che diventava duro, severo, e formulava i giudizi più aspri. Ai miei occhi prevaleva l’immagine di soavità, anche se, mi rendo conto, difficile da conciliare con l’immagine aggressiva e politica di chi lo conosceva per i suoi scritti». Pasolini ha avuto relazioni d’amore con tante donne di qualità e forte personalità. Relazioni non carnali, ma di forte amore, degne di essere paragonate alle relazioni tra innamorati. Diverse donne hanno apprezzato i momenti vissuti con lui, Silvana Mauri Ottieri, la Callas, Silvana Mangano - che ricordava la madre di Pier Paolo -, Laura Betti, Elsa Morante. Oriana Fallacci ha scritto una sconvolgente lettera dopo la sua morte: «Diventammo subito amici, noi amici impossibili, cioè io donna normale e tu uomo anormale, almeno secondo i canoni ipocriti della cosiddetta civiltà, io innamorata della vita e tu innamorato della morte, io così dura e tu così dolce… anche se esisteva una nascosta ferocia sui tuoi zigomi forti, sul tuo naso da pugile, sulle tue labbra sottili, una crudeltà clandestina»».


Come invoglieresti un lettore a leggere il tuo ultimo libro?

«In questo libro vogliamo proporre al lettore una bella passeggiata nella città di Roma con un amico che si chiama Pier Paolo. Scoprire quartieri della Città Eterna leggendo le sue poesie, i suoi racconti, i suoi romanzi. Ritrovare i luoghi dove sono state girate tante scene dei suoi film, capire perché denunciava la distruzione di certe zone tipiche della romanità delle periferie urbanizzate dall’edilizia popolare che hanno radicalmente trasformato il volto e l’anima della periferia romana. Poi vogliamo proporre un Tour gastronomico per suggerire ai migliori palati la storia e le origini della vera cucina romana. Quindi, et voilà, una guida di luoghi e sapori, sedersi nelle trattorie frequentate da Pasolini che esistono ancora, sentire la sua presenza negli stessi decori dell’epoca, con gli stessi profumi dei piatti tipici, con suggestioni da grande schermo. Come nei suoi film, in quell’ambiente Pasolini aveva trovato un’umanità popolare dalla quale si era sentito irrimediabilmente attratto al punto da metterla al centro dei suoi romanzi e scenari».



 


mercoledì 14 giugno 2023

Premio di Arte Letteraria “Le Nove Muse” - Cerimonia di Premiazione

 

Premio di Arte Letteraria “Le Nove Muse”

Cerimonia di Premiazione


Fotografo Vincenzo Nasti: elaborazione grafica Veronica Paredes

Lo scorso sabato 10 giugno 2023, nella splendida cornice del Teatro Diana di Napoli, si è svolta la Cerimonia di Premiazione del Premio di Arte Letteraria “Le Nove Muse”, con la consegna dei riconoscimenti ai vincitori delle varie categorie.

Numerosi i partecipanti, venuti da tutto il Paese e perfino dall’Estero, che hanno presenziato alla Premiazione in un Teatro pieno di fiori, allestito per l’occasione con una scenografia elegante e suggestiva.

La Scrittrice Marina Pratici, Presidente del Premio, insieme al Presidente di Giuria, Annella Prisco, hanno dato inizio alla manifestazione, durata tutto il pomeriggio, con l’inserimento, tra un riconoscimento e l’altro, di spettacoli artistici di vario genere.

I complimenti vanno anche a Gaia Greco, Segretaria del Premio, Rita Innocenti, Direttrice Artistica, Veronica Paredes, consulente internazionale, e al Conduttore Marco Profili, per l’ottima riuscita della manifestazione. Ricordiamo che la Madrina del Premio è l’attrice Ottavia Piccolo e che il Presidente Onorario, di recente deceduto, era Emiliano Scorzoni, mentre Hafez Haidar è International  President.

Il Comitato D’Onore è costituito da: Francisco Azuela Espinoza, Lily Baylon, Sergio Camellini, Laura Ephrikian, Lovelyn P. Eyo, Gerda Garcia Hernandez, Arjan Kallco, Dinos S. Koubatis, George Onsy, Goffredo Palmerini, Daniela Poggi, Regina Resta, Emir Sokolovic, Isabella Sordi.

La Commissione D’Onore è composta da: Mary Attento, Francesco Barone, Melina Gennuso, Rita Iacomino, Giovanni Ronzoni, Rodolfo Vettorello.

L’evento è iniziato alle ore 15 con la proclamazione dei vincitori proprio sul palco internazionale del Teatro Diana, che quest’anno celebra i suoi 90 anni di attività.

Ospite d’onore dell’evento è stata la scrittrice peruviana Lily Baylon, Presidente Globale della Cámara Internacional de Escritores & Artistas, CIESART, una realtà culturale che possiede sedi dislocate in tutto il mondo.

Sono stati premiati: Gigi Marzullo, Premio alla Carriera; Premi di Eccellenza al Generale dei Carabinieri Rosa Patrone per l’Impegno Etico e Civile, al Console Gennaro Famiglietti per la Cultura, al Viceconsole dell’Ecuador Sara Lucía Oña Changoluisa per Impegno Sociale e Cultura, ad Alexandra Tercero per Eccellenza Cultura Ecuador, a  Olimpia Niglio per la Diplomazia Accademica, a Nino Daniele per la Legalità, a Ermanno Corsi per Giornalismo e Critica Letteraria, a Ciro Formisano per la Poesia e Musica, all’Accademia di danza Körper per la Creatività Scenico-Artistica, ai Fisarmà per la Diffusione tradizioni musicali e folkloristiche del territorio, a Claudia Mirra per l’Arte del Teatro, a Joan Josep Barcelo e a Maja Herman Sekulic per la Letteratura Internazionale, ad Stefania Di Leo come Women for Culture and for Peace, a Lidia Barletta per la Biblioteca in Clinica, a Pierluigi Ferrillo per il Teatro, a Francesco Patanè come Attore dell’anno.

Sono stati inoltre conferiti i seguenti Premi:

Premio Conferimento incarico Presidente Onorario del Premio Internazionale di Arte Letteraria “Il Canto di Dafne” edizione 2023: Ambasciatore Bruno Scapini.

Premio Conferimento incarico Presidente Internazionale del Premio Internazionale di Arte Letteraria “Il Canto di Dafne” edizione 2023: Giornalista Patrice Avella.

Premio Libro dell’Anno: “Senti caro Carlo. Fibre epistolari tra Carlo Emilio Gadda e Isabella Rappi Lehr” di Maria Pia Selvaggio.

Premio Speciale Arte e Poesia: Filippo Papa.

Premio di Alto Merito: Flaminia Marinaro.

Premio Penna del Futuro: Giacomo Bertò.

Il concorso è stato indetto dall’Associazione ‘Culturalmente Toscana e Dintorni’, in collaborazione con CIESART, il Cenacolo Intercontinentale ‘Le Nove Muse’, l’Union Mundial de poetas por la paz y la libertad’, Wikipoesia e con il patrocinio della Regione Campania.

Come afferma la Presidente Marina Pratici: «è stato molto difficile selezionare, tra le molte opere che ci sono pervenute, quelle di maggior valore, perché altre opere erano di livello elevato, ma la Giuria deve effettuare delle scelte e spesso anche altri artisti meritevoli restano fuori dalla rosa dei vincitori. Per quanto mi riguarda sono sempre vincitori coloro che coltivano strenuamente arte e bellezza, perciò li ringrazio tutti».


Fotografo Vincenzo Nasti, Claudia Mirra e Marina Pratici

Veniamo ora all’elenco delle opere che sono state premiate: il Premio si articola in 4 Sezioni.

Per la Sezione A Poesia Inedita “Monte Elicona”, risultano vincitori: 1° Premio Francesco D’Episcopo con “Incontro”; 2° Premio ex aequo Elisabetta Biondi della Striscia con “Una donna” e Domenico Ponticelli con “Castello di sabbia”; 3° Premio ex aequo Marcello Remia con “La grande bellezza” e Sante Serra con “Donbass, Capodanno 2023”.

Premio della Critica (in ordine alfabetico): Antonina Brusca, “Fragili”; Luisa Di Francesco, “A filo di parole”; Fabrizio Oddi, “Il rumore del silenzio”. Premio del Presidente della Giuria (in ordine alfabetico): Rosario Cascone, “Il mare e il pescatore”; Alessandro Pierfederici, “Incanto della luna”; Maggiorina Tassi, “Disegno geroglifici”. Premio Speciale di Merito (in ordine alfabetico): Enrico Del Gaudio, “La vita che resta”; Rita Scelfo, “Pianeta donna”. Carla Abenante, “Nata femmina”; Alba Rosaria Contino, “Grida dentro l’anima”; Francesco Limite, “Mimose e cuscienza”; Fausto Marseglia, “Dissolvenze”; Assuntina Marzotta, “Riflessi d’esistenza”; Giuseppe Milella, “La tua assenza”; Marina Montagnini, “Breve giornata”; Anita Napolitano, “Notti andaluse”; Mario Antonio Filippo Pio Pagaria, “Guernica”; Valentina Parrini, “A mia figlia”; Elisabetta Pamela Petrolati, “Giardino giapponese”; Roberta Pisani, “Sogno di bambina”; Francesco Rossi (Igor Issorf), “Vorrei saperti dire”; Giovanni Angiolo Rubino, “Gesù (quello semplice e non il paludato); Simone Santarini, “La mia vita”; Tina Ferreri Tiberio, “L’invisibile”.

 

Per la Sezione B Narrativa Inedita “Sorgente di Aganippe” (racconto o saggio), risultano vincitori: 1° Premio Sabrina Prioli con “Non finisce mai“; 2° Premio ex aequo Alessandra Landi con “Lampi di genio“ e Serena Giuliani con “Smeralda Fuori dal Recinto (dentro la Vita)“; 3° Premio ex aequo Lucia Amendola con “Two little boys (Storia di una depressione)“ e Orsola Fortunati con “Quella del trauma“.

Premio della Critica: Alfredo Guarino, “Una notte con Piroska”.

Premio del Presidente della Giuria: Michele Cioffi, “Siamo espressione di ciò che manca”. Premio della Giuria (in ordine alfabetico): Miriam Colasante, “Con i battiti del cuore”; Sandro Manoni, “Appena un’ombra al tramonto”; Venera Vassallo, “Udine storica”. Premio Speciale di Merito (in ordine alfabetico): Eugenio Felicori, “Incontri in tempo di lockdown”; Nicolina Ros, Luigino Vador, “Frusín”. Menzioni d’onore (in ordine alfabetico): Margherita Bonfrate, “La strega segreta”; Giuseppe Corradini, “Una sera d’inverno”; Gabriella Cozzani, “Era sera”; Danilo Francescano; “Mi chiamo Giuseppe”; Giorgio Fusco “Santo Eremita”; Maria Galizia, “La rosa di Natale”; Salvatore La Moglie, “Il potere della menzogna nella letteratura e il potere della letteratura sulla menzogna. Il caso di Iago nell’Otello di Shakespeare”; Lucia Lo Bianco, “Scoglio sfondo mare”; Sara Lombardi, “Lo sguardo che ha dipinto un’anima”; Corrado Pestelli, “Cinque euro”; Paolo Ricci, “Il pianoforte dell’Oregon”; Maurizio Sergi, “Un uomo particolare”; Daniel Tinto, “Piccola, Grande Creazzo”; Carlo Enrico Vannucchi, “Non sapere o non ricordare”.

 


Fotografo Vincenzo Nasti, composizione creativa immagini a cura di Veronica Paredes

Per la Sezione C Poesia Edita “Monte Parnaso”, sono stati assegnati i seguenti premi: 1° Premio Evaristo Seghetta con “Paradigma di esse“; 2° Premio ex aequo Marisa Cossu con “Sintomi poetici” e Massimo De Santis con “Donne di cristallo”; 3° Premio ex aequo Maria Rosaria Franco con “L’incantesimo della luna” ed Enrichetta Giornelli con “Effigi…da un interno”.

Premio della Critica (in ordine alfabetico): Rosa Chiricosta, “Versi per la pace” (Libeccio Edizioni); Francesco Fedele, “Vecchiamente. Obsolescenza di una marea di ricordi” (Edizioni Helicon); Mauro Montacchiesi, “The star: on this july night” (Amazon Publishing). Premio della Giuria (in ordine alfabetico): Giampiero De Cristofaro, “Una vita di sensazioni” (Antipodes Edizioni); Mario Moretti, “Le mie radici” (Libeccio Edizioni); Oliva Novello, “Quadri itineranti d’amicizia e d’amori” (Supernova Edizioni). Premio Speciale di Merito (in ordine alfabetico): Stefano Chiesa, “Aforismi esistenziali” (Edizioni Helicon); Annalisa Ciampalini, “Tutte le cose che chiudono gli occhi” (Quod Edizioni); Mauro Musetti, “Vibrazioni astrali” (dalla Silloge “Al vibrar delle parole - Tra passato e presente, Il Fiorino Edizioni). Menzioni d’onore (in ordine alfabetico): Devid Bracaloni, “I figli dei tablet” (Helicon edizioni); Marinella Cossu, “Le sirene e gli inverni” (Marco Del Bucchia Editore); Giuseppina Giudice, “Nell’isola di pensiero” (Pedrazzi Editore); Francesca Guarna, “Simili a perle sciolte” (Ink Editore); Lorenzo Landini, “Scusami se esisto” (Pilgrim Edizioni); Davide Massa (Radio Gaspare Dantus Sbocacciones), “De populi more peccaminoso” (Chimera Edizioni); Laura Pavia, “L’ombra delle parole” (NeP Edizioni); Daniele Ricci, “Lezione di meraviglia” (Pe Quod 2022); Alessandro SCIALPI, “Il misterioso potere della notte” (dalla Silloge ‘La culla dell’anima (Cuore scoperto)’- Indipendently Published); Rita Stazione, “Da quassù la terra è bellissima” (4 Punte Edizioni); Gabriella Toritto,  “Resinose essenze” (Ed. Albatros - Il Filo); Raffaele Trotta, “Tace per ora ogni sogno” (Pegasus Edizioni).



Fotografo Vincenzo Nasti: Spettacolo di Danza Accademia di danza Körper

 

Per la Sezione D Narrativa Edita e Saggistica “Fonte di Ippocrene”, la classifica è stata: 1° Premio Fausto Altavilla con “Un Pianeta in crisi di nervi”; 2° Premio ex aequo Stefano Gentili con “Nord e Sud” e Giuseppe Petrarca con “La città puntellata“; 3° Premio ex aequo Angela Procaccini con “D” e Francesco Testa con “La bambola col tuppo”.

 

Premio della Critica (in ordine alfabetico): Esther Basile, “Sguardi sul novecento” (Homo scrivens edizioni); Yvonne Carbonaro, “Storia delle donne di Napoli” (Kairos Edizioni); Leonardo Mastia, “Il sole d’argento” (Cairo Editore). Premio del Presidente della Giuria (in ordine alfabetico): Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli, “Crimine infinito” (Fandango libri); Enza D’Esculapio, “La tenuta dei melograni” (Homo Scrivens edizioni); Antonia Pozzi, “Il re delle spugne” (Società editrice Il Ponte Vecchio). Premio Speciale di Merito (in ordine alfabetico): Roberto Ristiano “Il Betta e la Betta” (Edizioni progetto cultura); Giacomo Romano Davare, “Il sole sorgerà ancora” (Aletti editore); Ersilia Di Palo, “La mia Eleonora tra storia e mito” (Casa Editrice La valle del tempo).



Fotografo Vincenzo Nasti: da sinistra a destra Patrice Avella, Patrizia Boi, Veronica Paredes, Isabella Sordi, Gaia Greco, Rita Bonini, Eugenio Alaio

Menzioni d’onore (in ordine alfabetico): Eugenio Alaio, “Il silenzio delle donne” (Graus edizioni); Patrizia Boi (Illustratore Niccolò Pizzorno), “Mammoy, di Catocchio, Cletus e altre avventure” (Dei Merangoli Editrice); Rita Bonini, “Ada come tante” (Edizioni Helicon); Publio Casali, “Ai piedi della montagna al calar della sera” (Gambini Editore); Nuccio Castellino, “Amore scarlatto”(tratto da ‘L’odore della vita’, Prospettiva editrice); Concetta Coccia, “Massimo Picone, ragazzo di periferia” (Compagnia dei Trovatori edizioni); Vincenzo D’Ambrosio, “Un foulard giallo” (Abrabooks edizioni); Fiorella Franchini, “Pulsa de Nura - la maledizione di Berenice” (Guida editore ); Matteo Molino, “Il raggio di luce” (Calibano editore); Clio Petazzoli, “Sarò la tua ossessione” (Europa Edizioni); Armando Pirolli, “Il valore di una virgola tra i vicoli di Napoli” (Pasquale Gnasso editore); Vincenza Precone, “Usignoli nel ventre“ (Algra Editore); Maria Primerano, “Niccolò Paganini il demonio in frac” (Helicon edizioni); Francesco Ricci, “Madri e fratelli” (Nuova Immagine Siena); Rosanna Rivas, “Urlo Rosa” (Self publishing); Tania Vitali, “La guerra che si può vincere” (Helicon edizioni).

Nella Sezione Premio Voci dal Mondo – Autori Stranieri sono stati assegnati ai seguenti autori: 1° Premio Carlos Julio Correa Molinares con “Oltre l’effimero: Trilogia poetica posmoderna”; 2° Premio ex aequo (in ordine alfabetico): Massimo Del Zio, “Amore e castigo”; Elham Hamedi, “Paradiso nascosto”; Luis Alberto Pisaco, “Tiempos escasos”; Cristina Pizarro, “Cybernauta”; Silvia Polidori, “Il soffio del vento”; Francesca Rivolta, “Vendetta d’amore”; Angelo Rizzo, “Rotta per l’India” (BOD Edizioni); Sandra Patricia Oropeza Rodriguez, “La alianza”; Bogdana TRIVAK, “Triva” (Edizione Tabula Fati); Silvia Ulivi, “Ogni mia riflessione fantasiosa”.

Altri premi speciali sono stati il Premio Sezione Teatro, che è stato assegnato a Luca Pizzurro con “Allucamm” (Gremese Editore), mentre il Premio Giovani Autori in Memoria di Gabriele Galloni ha avuto tutti vincitori 1° Premio ex aequo (in ordine alfabetico): Aurora Casciari, “Morte di tutti, morte di nessuno”; Maria De Gregorio, “L’anello di cenere” (Graus Edizioni); Valerio Fiorentini, “Moderno e il giramare” (Abra Books Narrativa); Alice Imbastari, “I cactus conquisteranno il mondo”; Francesca Palunbo, “Caro Ash… con amore ,Ana” (Abrabooks Edizioni); Elia Rupalti, “L’indiritto di essere umano”; Federico Tomasi, “Coscienza oltre l’esistenza”; Natalia Vacca, “L’alba del nulla” (Guida Editori).

Quest’anno è stato consegnato anche Il Premio Speciale Scuole in Memoria dell’insegnante Laura Lazzerini, assegnato alla Classe Terza Scuola Primaria di Cafaggiola – IC Ortonovo Luni (Sp), insegnanti: Stefania Schipani ed Elisa Kmet, per l’audio video racconto ‘Un amico a quattro zampe’.

 


Fotografo Vincenzo Nasti: Spettacolo di Danza Accademia di danza Körper

Il Premio è noto a livello intercontinentale e concentra nel corso della serata di premiazione una serie di voci tra le più autorevoli della letteratura contemporanea, dell’arte, della musica e di tanti altri campi del sapere, riuscendo a promuovere un dialogo incessante tra cultura e impegno sociale all’interno del tessuto locale e nazionale.

Tutti i premiati sono visibili sul sito https://www.concorsiletterari.net/rassegna-stampa/verbale-ufficiale-di-giuria-le-nove-muse-2023/

Nel corso della cerimonia, nell’intermezzo tra il conferimento dei premi, si sono esibiti in esclusivi frammenti di spettacolo, il famoso violinista Ciro Formisano; in cantante Simone Lorenzini; i ballerini del Centro nazionale di produzione della danza Körper; Filidei Catalano e Giuseppe Maddaloni con la musica tipica napoletana dei Fisarmà; il duo Filippo Papa e Joan Joseph Barcelo con la performance ‘Lo sguardo di Eros’.

Era presente in Sala, per accompagnare la Viceconsole dell’Ecuador Sara Lucía Oña Changoluisa, anche il Console dell’Ecuador a Napoli Mariagrazia Alvarez Martinez, giunta in compagnia del suo consorte.

La Presidente Marina Pratici ha dato appuntamento alla prossima edizione che avrà durata più lunga comprendendo giornate di presentazione delle opere vincitrici e qualificandosi così come festival di arte.