Tratto da "Lo Spirito degli Alberi"
di Fred Hageneder
<<Naturalmente gli uomini hanno sempre vissuto della terra: dipendevano da essa e ne usavano i frutti abbondanti, ma la rispettavano anche e se ne prendevano cura. Saggi e sacerdoti delle culture indigene erano soliti rammentare alle loro genti che l'uomo è parte del tutto, che appartiene alla terra, e non la terra a lui.
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...non conoscevano la parola religione; la loro vita spirituale era un modo spontaneo di esprimere sentimenti semplici come la gratitudine, la gioia o la paura. Con l'arrivo di una Chiesa Internazionale organizzata, le cose cambiarono. Il potenziale religioso fu gradualmente strumentalizzato, e manipolato per dare potere e ricchezza a pochi individui. L'anima dell'uomo, la foresta interna, fu messa in ceppi e venduta prima che la società tagliasse e vendesse quella esterna.
Già i Romani si erano dati allo sfruttamento delle loro colonie. Accanto ai disastri ecologici, essi lasciarono ovunque dietro di sé il caos sociale e mentale. Più che alberi sradicati lasciarono esseri umani senza radici. I legami tribali e i vincoli con la terra erano stati recisi. La gente aveva imparato dagli oppressori ad essere egoista e ad attribuire eccessiva importanza alla ricchezza, al potere e al prestigio. Il druidismo, che aveva mantenuto il senso dell'equilibrio, fu annientato in quanto forza sociale ininfluente, lasciando il posto all'avidità e ad altri disturbi mentali.
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...il Cristianesimo dette conforto a molti. Esso però sconsacrò la terra, e propugnò una filosofia che incoraggiava l'uomo a violentare e saccheggiare il pianeta.
...si fece strada nel cervello dell'uomo: una visione progressivamente materialistica che alla fine trasformò i boschi in prodotti, e i santuari in fabbriche.
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Fu Martino, vescovo di Tours, in seguito proclamato "Santo" che, nella Gallia del IV Secolo, avviò la triste tradizione di distruggere i boschi sacri per motivi "religiosi". Nella Seconda metà del Settimo Secolo furono distrutti i cinque alberi sacri d'Irlanda.
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Ma l'errore più fatale della Chiesa Romana fu la separazione netta che essa tracciò tra l'Uomo e la Natura, preparando così la via ad un commercio spietato. Nel XVI Secolo il legno infine divenne una risorsa commerciabile, un prodotto con tanto di prezzo. Nulla fu più sacro, a parte il profitto.
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Quando l'uomo bianco scoprì il Nuovo Mondo, quasi metà del continente nordamericano era coperto da foreste vergini. "Boschi di Acero gigante, Castagno e Quercia si estendevano dalla costa orientale alla valle del Mississipi. Abeti Rossi e Pini ricoprivano la regione dei Grandi Laghi. La Sequoia Secolare e l'Abete Douglas torreggiavano sull'oceano Pacifico".
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... Roosvelt disse: "Bisognerebbe preservare un bosco di Sequoie giganti proprio come conserviamo una grande e bella cattedrale". Se solo avesse detto: " Preserveremo"...
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Chi non conosce le uniformi foreste scure in cui gli Abeti Rossi si ergono rigorosamente sull'attenti come soldati, una fila dopo l'altra. I governi dei paesi europei le raccomandano come luoghi di villeggiatura: ma si tratta di "foreste"?
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...non si tratta di foreste ma di monocolture...
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Questa sorta di allevamento meccanico di bestiame vegetale è quanto rimane di una mentalità non ancora superata, orientata al profitto, quella delle commistioni forestali del secolo scorso, che "pensavano di poter trattare le foreste come un campo di patate, in cui piantare e raccogliere allo stesso tempo". Come i polli di allevamento, queste pallide ombre di Abete Rosso ( o Pino) sono predisposte alle infezioni ed esposte ai danni provocati dalle intemperie.
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La moderna silvicoltura si preoccupa più della quantità che della qualità. Gli alberi anziani sono abbattuti per "ringiovanire il bosco", così da stimolare questa crescita artificiale. Quando gli alberi giovani iniziano a farsi ombra l'un l'altro e il loro metabolismo potrebbe cominciare a riequilibrarsi, il bosco viene "sfoltito" di nuovo.
Le varietà di sottobosco sono le prime a scomparire insieme ai vecchi alberi, seguite dalla flora e dalla fauna selvatiche. La complessità dell'ecosistema svanisce ed è sostituita da una monocoltura uniforme controllata dall'uomo.
Nella foresta mista naturale, gli alberi e gli arbusti che possono prendere luce diretta fanno da schermo protettivo alle altre forme di vita. Protetti dal Sole, dai forti venti e dai violenti temporali, gli alberi più giovani possono crescere all'interno della foresta, possono prendersi il tempo di maturare, e i loro semi sono di qualità superiore.
Ma la monocoltura è caratterizzata dalla mancanza di equilibrio. Un unico tipo di radici sfrutta un solo strato di terreno. Tutti gli alberi devono lottare per la stessa acqua, gli stessi nutrienti, e ... le stesse frequenze luminose. Viene riflessa una quantità molto maggiore di energia luminosa rispetto alla foresta mista, e ciò causa un ulteriore incremento di temperatura che è dannoso per gli alberi già surriscaldati.
Al pari dell'acqua, gli alberi hanno un naturale bisogno di abbassare la propria temperatura e, in analogia con gli esseri umani, sono sensibili ai cambiamenti interni di temperatura.
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Fischer chiede non solo che si piantino nuovi alberi ripristinando con ciò i polmoni del pianeta, afferma anche che "solo un cambiamento generale dell'atteggiamento dell'uomo verso la natura e in particolare verso le piante" può invertire l'attuale cammino verso l'abisso. La forza spirituale dell'umanità è in grado di "incidere direttamente sull'ambiente". La necessaria forza spirituale "non è un'intelligenza egocentrica, è l'abilità di accettare il legame e la responsabilità nei confronti di porzioni sempre più vaste della natura e del cosmo".
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Eppure vi sono stati periodi di collaborazione fra l'uomo e la natura.
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Dopo esserci preoccupati della quantità, è venuto il momento di pensare alla qualità, il che significa uscire dai binari rigidi della monocottura, far convivere le latifoglie con le conifere, promuovere in generale la crescita di boschi misti, e definire le aree in cui la natura possa essere se stessa, libera dall'interferenza dell'uomo, onde creare alla fine nuove foreste vergini per i secoli a venire.
Ciò comporta anche garantire nuovamente ai popoli il diritto ai boschi sacri locali.
Colui che opta per la vita pianta alberi,
sulla terra o nel cuore.
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