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Roma, Roma, Italy
Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.

sabato 4 novembre 2017

Vincenzo Saba e il Mondo del Lavoro

http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2017/11/04/vincenzo-saba-e-la-sua-passione-per-il-mondo-del-lavoro-iniziativa-a-roma-dell%E2%80%99associazione-%E2%80%9Cil-gremio-dei-sardi%E2%80%9D/


di Patrizia Boi
Il 28 ottobre, al Gremio dei Sardi di Roma, nella Sala Italia di via Aldrovandi 16, con larga partecipazione, si è svolto un incontro sul ‘Mondo del Lavoro’. La serata, moderata dal Presidente Antonio Maria Masia che introducendo il tema ha definito il Lavoro come “il Grande Assente” oppure, quando presente: in forma ridotta e comunque molto precaria, specie per i giovani, ha esplorato questo tema attraverso la figura dell’oziereseVincenzo Saba (Ozieri, 23 settembre 1916 – Roma, 21 ottobre 2011), Storico, Studioso, Maestro, collaboratore del Movimento Sindacaledella CISL.
Sono interventi per l’occasione, il Professor Andrea Ciampani, Ordinariodi ‘Scienze politiche internazionali e dell’Amministrazione’ all’Università di Roma LUMSA eil Dottor Giuseppe Ecca, Autoredel libro ‘Pane al pane. Il sindacalismo elettrico in sessant’anni di dopoguerra’ (Edizioni Lavoro, Anno 2011).
L’incontro è stato aperto dall’esibizione del complesso ‘L’Albero della Libertà’ che ha eseguito numerosicanti popolari sul ‘tema del lavoro’. Con l’accompagnamento dei musicisti, tra cui la figlia di Saba, Gavina – presente in Sala insieme ai fratelli Luigi, Ariella, Giovanna e la cugina Luisa Saba – le tre voci femminili hanno allietato il pubblico con un repertorio di canzoni ancora vivo nella memoria di vecchi e giovani militanti.
La conclusione della serata è stata affidata alla Dottoressa Francesca Sica, Docente e Ricercatrice al Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss, che ha esposto un lavoro pubblicato sulla ‘Rivista di Politica Economica’sull’annoso tema del ‘Capitale Umano e attrattività dei territori’, da lei stessa curata insieme a Livia De Giovanni.
Per spiegare il ruolo ‘politico’ ricoperto nel corso della sua lunga vita dal Professor Saba, ho scelto un’immagine, un dipinto a olio su tela del Pittore italiano Giuseppe Pellizza da Volpedo, realizzato nel 1901e conservato al Museo del Novecento di Milano: il “Quarto Stato“.
E di certo il Professor Saba, così discreto ed umile nel suo incessante impegno intellettuale di Studioso, avrebbe gradito l’associazione del suo nome a quest’Opera che si è impressa nella memoria di tutti noi come Simbolo del XX secolo. Ispirata ad uno sciopero di lavoratori, raffigura, non solo una scena di vita sociale, ma la personificazione del ‘Popolo’ che avanza. Come scrissePellizza stesso in relazione al dipinto ‘Ambasciatori della fame’ che costituisce la prima tappa del percorso che condurrà poi alla redazione finale del Quarto Stato:
«Gli ambasciatori sono due, si avanzan seri sulla piazzetta[...] – si avanza la fame coi i suoi atteggiamenti molteplici[...]- qualcuno potrà alzare il pugno in atto di minaccia ma la folla non è, con lui, essa fida nei suoi ambasciatori – gli uomini intelligenti[...]»
Pellizza, dopo aver assistito, infatti, ad una manifestazione di protesta di un gruppo di operai nel 1891, rimase molto impressionato dalla scena,tanto da annotare nel suo diario queste parole:
«La questione sociale s’impone; molti si son dedicati ad essa e studiano alacremente per risolverla. Anche l’arte non dev’essere estranea a questo [...]»
Tra quei molti personaggi che si sono dedicati alacremente a questotema,assai caro anche ai pittori del realismo europeo di fine Ottocento, c’è proprio il nostro Vincenzo Saba, un ‘Uomo Intelligente’. Il Professore, infatti, aveva messo al centro della sua passione sindacale, propriola ‘Questione Sociale del Mondo del Lavoro’, inteso, però, come ‘Tutto’ il Mondo del Lavoro, quello delle campagne e delle fabbriche, della scuola e dei servizi, non più solo la Classe Operaia, quindi, ma la persona che lavora e si emancipa moralmente e socialmente attraverso la partecipazione alle Associazioni Sindacali.
Come emerge dalle parole diPellizza, non è la tensione allo scontro l’ingrediente che salverà i lavoratori, ma la capacità di rappresentare, da parte degli ambasciatori, i loro diritti.
Saba, infatti, utilizza gli unici ‘strumenti di lotta’che possiede, ossiala formazione, la conoscenza, lo studio incessante e approfondito, in grado di dare consapevolezza e dignità ai lavoratori. Egli accompagnò con la sua attività di Studioso profondo, di Formatore rigoroso, di Maestro generoso e appassionato, tutti quei giovani che frequentarono il Centro Studi di Firenze, un’autentica Università Operaia, fucina della Classe Dirigente Sindacale, dalla quale transitarono tra gli altri Carniti, Colombo, Marini, Restelli…, lo stesso Giuseppe Ecca che oggi lo ricorda come ‘Il Professore’.
Secondo questa Scuola, il Sindacato è una Associazione libera daipoteche politiche, autonoma dalle formazioni partitiche, secondo una interpretazione ‘non ideologica’ del mondo del lavoro in trasformazione, ispirata ai valori di un laburismo pluralista, protagonista nella costruzione delle basi dello Stato Democratico.
In una delle sue prime opere sulla “Nascita del sindacalismo italiano di massa durante la prima guerra mondiale”, il Professor Saba concepsce il sindacato come un costrutto sociale che supera la dicotomia stato-mercato, la contrapposizione servo-padrone, la lotta di classe come unico strumento per cambiare e migliorare le condizioni del lavoro.
Egli cerca di ricostruire la memoria del sindacato italiano e internazionale attraverso una indagine continua di storie minori, di lavoratori in genere marginali, come i tessili, i chimici, gli elettrici, ecc.  Ma anche attraverso le biografie di Mario Romani e Giulio Pastore, essenziali per comprendere il laburismo cristiano e la Questione Cattolica Italiana.
Ma chi era davvero il nostro Storico?
Non voglio elencare l’enorme lista di incarichi avuti nella sua lunga esperienza e nemmenoparlare del ruolo che svolse nella Fondazione Pastore.
Voglio piuttosto esplorare l’Uomo, così come lo dipinge il Dottor Ecca,suo allievo, che ne svelai tratti peculiari del carattere e il rigore morale.
Giuseppe Ecca fa emergere la sua purezza di Uomo severo, ma nello stesso tempo disponibile a integrare i Lumi della Ragione con i suggerimenti del Cuore.
Elo raffigura come un uomo comune del 1916, che non hamai acceso un ‘computer’, prima perché all’epoca la ‘Rete’ non esisteva ancora, poi, perché preferiva la pratica della scrittura a mano, che consente l’uso di un’altra parte del cervello.
Nasce come Letterato, discepolo del grande Natalino Sapegno. Solo in un secondo momento, inizia il suo impegno sindacale nell’ambito della scuola media, per arrivare, infine, a lavorare ‘dietro le quinte’ dei vertici della CISL. Non volle, infatti, mai, per scelta, essere un Dirigente Sindacale, ma solo un testimone.
Mentre il Dottor Ecca racconta di Saba, gli brillano gli occhi e si muove avanti e indietro sulla scena dinnanzi al tavolo dei relatori. Riesce a trasmettere l’equilibrio, il rigore intellettuale e la modernità delle sue idee, rammentandodavvero i grandi politici sardi che hanno calcato la scena nazionale, da Lussu a Gramsci eBerlinguer, da Segni a Cossiga…
Che cosa contraddistingue questi Uomini?
Almeno due qualità: il rigore nello studio e nella espressione quasi severa delle proprie convinzioni e una grande apertura del cuore che li portava a guardare alla loro missione con una coscienza allargata.
Il nostro Studiosoè davvero uno di loro, capace, come un l’Uomo Moderno, di integrare l’emisfero destro con quello sinistro del cervello osservando il mondo con l’apertura del cuore.
Dopo che il loquace Dottor Ecca ha sviscerato i talenti del suo grande Maestro, Francesca Sica illustra il suo studio sul lavoro da cui emerge che le percentuali di laureati italiani e soprattutto sardi, sono molto basse rispetto agli standard europei. E mette in rilievo, altresì, come meno della metà dei laureati riesca a ricoprire incarichi adeguati alle proprie competenze. È chiaro che non basta un pezzo di carta per fare il Professionista, ma sono necessari anche altri ingredienti. E non è nemmeno detto che chi non possiede la Laurea, sia un ignorante e incapace.
Occorre però evidenziare che ognuno è figlio dei suoi tempi e che i fenomeni segnalati dalla Sica nel mondo del lavoro, sono connessi con una società che è cambiata per via della Globalizzazione dei Mercati e dell’avvento di un mondo virtuale che tende sempre più a sostituire quello reale.
Ogniqualvolta si attua l’informatizzazione delle attività, infatti, si determina – per dirla con la ‘Teoria delle 6 D’ di Peter Diamandis -come ho approfondito nel mio ultimo libro, Ingegneria Elevato n, scritto a quattro mani con mio fratello Maurizio -, il fenomeno della ‘Disruption’(perturbazione, sconvolgimento) delle Professioni.
Ingegneri, Architetti, Avvocati, Notai, Economisti, ecc., tutti coloro che sono protetti dagli Ordini Professionali, stanno sempre più perdendo il valore della loro Professionalità, proprio perché su ‘Internet’, ormai si trova tutto, anche degli appassionati che sono in grado di svolgere le porzioni meno specialistiche dei Mestieri, magari perché sono entusiasti di quella disciplina, pur non avendo conseguito un Titolo di Dottore che consenta loro di esercitare la Professione.
Nonostante tutti i corsi e le teorie, nelle Aziende e nelle Amministrazioni, i Responsabili delle ‘Risorse Umane’, invece di considerare un investimento la crescita e le qualità del lavoratore, della ‘Risorsa’, appunto, cercano di diminuire la sua autostima, di considerarlo semplicemente il braccio di una catena di montaggio virtuale e semmai di tagliarlo fuori dalla Produzione, reale o virtuale che sia,se non risulta più necessario.
Nella Società Globalizzata di oggi,imperniata sui valori della Rete, gli operai sono i ‘Miner’ della Rete, specie di Minatori virtuali costretti ad essere sempre connessi nei sottoscala delle prigioni informatiche in cui noi viviamo, come tutti i nostri figli, del resto, programmati a servirsi incessantemente del loro Smartphone, quasi che fosse una propaggine della loro Anima.
Bisogna che il nostro Sistema Sindacale sia capace di intercettare i nuovi bisogni del Mondo Futuro, spersonalizzato dalla impossibilità di visualizzare le facce e anche di scovare le risorse che operano nel Cosmo della Rete.
I lavoratori di oggi sono proprio quella immensa massa di giovani e meno giovani che si muovono nei binari inestricabili del Web.
Ormai la Terra sta entrando in una Nuova Galassia, dove non sappiamo ancora cosa ci aspetta, un’occasione, se vogliamo, per vivere una realtà imprevedibile e in continuo mutamento.
Lo strumento indispensabile per la consapevolezza, forse, sarà proprio quella connessione planetaria, simulata così bene dalla ‘Rete’, ma che avviene nell’invisibile scheletro dell’Universo, quell’insieme di inestricabili fili a cui ogni Essere è connesso come le innumerevoli sinapsi di un grande Cervello Globale.
Del resto, il fenomeno dell’‘Entaglement’ è una verità scientifica decretata dalla Fisica Quantistica e lascia intravvedere la possibilità di una comunicazione istantanea come avviene attraverso le Parabole del Web.
Tra Materia ed Energia Oscura, sappiamo che il 95% dell’Universo è sconosciuto, così come è ignoto in ognuno di noi, quello che si cela nell’Inconscio, un serbatoio che occupa il 90% del Cervello.
In un tale stato di incertezza e trasformazione, il compito arduo della Politica e delle realtà Sindacali è un nuovo modo di concepire il lavoro dell’Essere Umano; il dovere, invece, di ogni cittadino è quello di guardare l’altro come in uno Specchio, senza mai scagliare sul vetro riflesso la pietra del Giudizio, sapendo che questo significa lanciarla contro se stessi.
Il cammino che ci aspetta è davvero un ‘Albero della Libertà’, da scalare esattamente come fa lo sciamano quando esplora i nove cieli salendo sull’Albero Cosmico della Vita. La Libertà, infatti, è una continua conquista che si ottiene giorno dopo giorno, destrutturando le programmazioni religiose, politiche, economiche, sociali, familiari e ambientali a cui siamo sempre stati sottoposti.
La ‘Collaborazione Globale’ attraverso la Rete e la connessione invisibile attraverso l’Entaglement, saranno gli ingredienti per programmare l’Inconscio Collettivo ad una espansione di Coscienza planetaria, che ci conduca tutti, pacificamente – mediante le vibrazioni dell’Amore e l’uso di una parola impeccabile priva di giudizio, come ha argomentato il Dr. Ecca -, verso il Paradiso della Libertà.
E forse, il Professore, sarebbe stato disponibile a studiare anche questo…


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