Le fiabe di Patrizia Boi

Gli Esseri del Regno di Fantasia non si arrendono mai, che siano umili fanciulle o giovani coraggiosi, splendide principesse o nobili principi, piumosi pulcini o soffici aquilotti… Fatine ed elfi, vecchine sapienti e bimbi giudiziosi, uccelli variopinti e farfalline leggiadre si aggirano nel Mondo di Fata Immaginazione, Tessitrice dei nostri Sogni…

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Patrizia Boi
Roma, Roma, Italy
Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.
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mercoledì 7 agosto 2019

iSole aMare: Emma Fenu intervista Patrizia Boi fra Janas, spiriti Elementali e ingegneria

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iSole aMare: Emma Fenu intervista Patrizia Boi fra Janas, spiriti Elementali e ingegneria

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iSole aMare: Emma Fenu intervista Patrizia Boi fra Janas, spiriti Elementali e ingegneria
Ago 7, 2019
La rubrica “iSole aMare” si propone di intervistare isolani che della propria condizione reale e metaforica abbiano fatto cultura, arte e storia ponendosi in comunicazione con il mondo: nessun uomo è un’isola o forse lo siamo tutti, usando ponti levatoi?
Patrizia Boi
Patrizia Boi
“Sono l’Isola. Ma sono magica e infinita: non mi puoi cingere tutta.
Non mi puoi spostare, non mi puoi unire alla terraferma, non puoi possedermi. Puoi solo essere accolto, sederti alla mensa del mio corpo di sabbia e granito, mangiare dalla mia bocca le bacche del piacere e della nostalgia, fino a inebriarti, fino ad essere anche tu me. Ed allora ti fermerai per sempre, mi guarderai nelle pupille di basalto immerse nel cielo degli occhi e diverrai pietra.
Sarò la tua Medusa, con filamenti trasparenti danzerò per te negli abissi, ti brucerò di passione e non sarai più libero, nemmeno quando te ne sarai andato lontano, remando fino allo sfinimento, e il mare fra noi sarà un siero diluito con sangue di memoria e con lacrime di speranza.
Tu mi hai toccato, ora ti tendo le mani io.
Tu mi hai baciato, ora cerco il tuo sapore su di me.
Tu mi hai guardato: ora scruto l’orizzonte come una Didone abbandonata.
Tu mi hai annusato: ora raccolgo dalle fauci del maestrale il tuo polline per i miei favi.
Tu mi hai seguito: ora calo un ponte levatoio solo per te.
Tu mi hai atteso, ora ti attendo io.” – Emma Fenu ‒ “L’isola della passione”

Isole Amare.
Terre Femmine dispensatrici di miele e fiele, con un cuore di granito e basalto e capelli bianchi di sabbia che si spandono nel mare come le serpi di Medusa che, secondo la leggenda, un tempo della Sardegna fu sovrana.
Isole da Amare.
Terre Madri e Spose che squarciano il cuore di nostalgia, tirando il ventre dei propri figli con un cordone ombelicale intrecciato di mito, memoria e identità.
iSole aMare.
Sole che scalda e dà vita oppure che brucia e secca, negando l’acqua.
Mare che culla e nutre oppure che disperde e inghiotte, imponendo l’acqua.

La rubrica “iSole aMare” si propone di intervistare isolani che della propria condizione reale e metaforica abbiano fatto cultura, arte e storia ponendosi in comunicazione con il mondo: nessun uomo è un’isola o forse lo siamo tutti, usando ponti levatoi? A questa domanda implicita i nostri ospiti, attraverso parole, note e colori, saranno invitati a rispondere.
La rubrica è stata inaugurata da Paolo Fresu, hanno seguito Claudia Zedda, le fondatrici di Libriamoci, Pier Bruno Cosso, Grazia Fresu, Cristina Caboni, Maria Antonietta Macciocu, le sorelle Francesca e Marcella Bongiorno, Franca Adelaide Amico, Anna Marceddu, Silvestra Sorbera, Nadia Imperio, Anna Santoro, Salvina Vilardi, Marina Litrico, Tatiana Pagano, Gavino Puggioni, Gabriella Raimondi, Giuseppina Torregrossa, Francesca Mereu, Francesca Guerrini, Claudia Musio, Paola Cassano, Giulia Baita, Olimpia Grussu, Cristina Muntoni, Valeria Pecora, Graziella Pinna Arconte, Carla Mura, Alessandra Derriu, Claudia Sarritzu, Gian Mario Virdis, Laura Congia, Paolo Montaldo, Giovanna Uccheddu, i fondatori di Sicci Creations (Andrea Mureddu ed Emanuela Carboni) ed Alessandro Cocco.
Oggi è il turno di Patrizia Boi, nata a Cagliari e residente a Roma dove lavora per una grande società di servizi come ingegnera civile. Scrive romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l’infanzia oltre che articoli, interviste e saggi.
Molte le sue collaborazioni nel corso di una vivace attività intellettuale. Collabora con Wall Street International Magazine; con Contemporary Literary Horizon, una rivista bilingue e multiculturale indipendente di cultura e spiritualità contemporanea; con il giornale Tottus in Pari, con il portale di cultura e informazione Controluce; con il periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica I Diari di Cineclub; con la Community Internazionale The World of Collaborative Engineering – A creative Revolution. È inserita nel Direttivo del Gremio dei Sardi di Roma per il quale propone e organizza eventi coinvolgendo intellettuali e artisti dell’Isola. Dall’inizio del 2017 collabora con l’Organizzazione Psicoalchimia della Psicologa Maria Burgarella con la quale condivide articoli, interviste e seminari. Per la WebTV Radio Gassino Uno e per la rivista Tottus in pari cura la rubrica “Tra Fiaba e Leggenda”.

E.F.: Cosa è per te la sardità e l’isolitudine?
Patrizia Boi
Patrizia Boi
Patrizia Boi: L’isolitudine ha una forte valenza simbolica: mi lega alla magia degli archetipi e alla potenza della femminilità originaria. È uno spazio dell’immaginario confortato dal limite che consente un rifugio al naufragio della vita e della propria identificazione. I mostri che gravitano nell’inconscio possono emergere ed essere confinati in una dimensione gestibile, possiamo conoscerli, esplorarli e integrarli nell’inconscio, possiamo farci sommergere dalle maree. L’Isola, la Sardegna, per me è un centro geografico da cui partire per esplorare il resto del mondo, un omphalós ancorato alle radici, agli antenati, al mondo selvaggio primitivo e arcaico da cui è più agevole la contemplazione dell’infinito. Nel mio ultimo romanzo “Mammoy, di Catorchio, Cletus e altre avventure”, la sardità è anche l’occasione per creare un uomo nuovo che, nello spazio dell’isolitudine, possa accrescere la sua capacità di acuire i sensi e di integrare nella sua esistenza la conoscenza intuitiva, il mistero e la magia, un connubio di conoscenze che emergono dalle acque ribollenti dell’inconscio. L’Isola è il luogo adatto per intrecciare destini utilizzando quella capacità femminile che consente di tessere trame, annodare le reti da pesca e filare la seta che il mare ci dona. E la Sardegna è il posto magico dove si possono incontrare tanti personaggi fatati come le straordinarie Janas…

E.F.: Hai nominato le nostre Janas: esistono davvero? Chi sono?
Patrizia Boi: Io le ho incontrate spesso, a volte nelle Domus, ad altre volte nei Menhir, oppure all’interno di un Nuraghe o a protezione di un Pozzo Sacro. Di certo si nascondono dentro le Piante, sono gli Spiriti Elementali che proteggono le Signore Sughere, il Lentischio profumato o il Ginepro proteso al vento. Esse sono le Fate dell’Isola di Sardegna, amano il silenzio, l’armonia, la luce bianca e i colori dell’arcobaleno. Indossano abitini di raso e seta, di petali di fiore e di fili di luna e con le loro alucce trasparenti svolazzano attorno alla pianta protetta. Le Fatine delle Querce sono tutte brune, quelle delle Sughere hanno i capelli turchini e le vesti azzurrine di broccato, mentre le Fatine del Mirto sono minuscole e hanno i capelli rossi. Poi ci sono le Fatine del Cisto con le gonnelline di fili di sole e quelle dell’Ulivo con i capelli dorati. Le più deliziose sono le Fate del Ginepro, con i capelli argentati e le lunghe vestine verdine. Se non le avete mai viste chiudete gli occhi, fatevi investire dal soffio del vento e aguzzate la vostra fantasia. Sono certa che una moltitudine di Janasvi verrà a trovare.

E.F.: Cosa ci svelano Fiabe e Leggende sulla nostra natura umana e sulla nostra storia?
Patrizia Boi: Fiabe e Leggende narrano la storia del popolo, le vicende dei vinti e non quelle dei vincitori. Raccontano le verità che esulano dai libri di storia, quelle che sono state tramandate nei secoli e anche nei millenni dai cantastorie. Ci svelano i segreti della nostra natura profonda, i misteri celati nella psiche e la ricchezza delle nostre emozioni. Ci educano a far vivere ogni nostra parte mettendo in luce anche le ombre, quel lato oscuro necessario a far emergere dal profondo le paure rimosse. Rivelano il nostro legame con la Madre Terra, la Grande Dea che i domini patriarcali hanno sepolto sotto strati di storia. Ci congiungono col mondo sotterraneo degli Spiriti Elementali, con la magia dell’Acqua, dell’Aria, della Terra e del Fuoco. Ci mostrano un mondo ancorato alla Natura, dove anche le Piante, gli Animali e le Pietre parlano, potenziando così la nostra arcaica visione di una Ecologia Profonda.

E.F.: In che relazione poni tradizione e innovazione?
Patrizia Boi: Sono anni che lavoro sull’integrazione della mia parte Ingegnere, che studia l’Innovazione, con la mia parte Artistica, legata al mondo magico, poetico, primitivo e arcaico, quindi alle Radici, alla Terra selvaggia, alla Natura e alla Tradizione. Legare scienza e spiritualità, razionalità e intuito, storia e tradizione, il mondo dell’Intelligenza Artificiale con quello dei Miti e delle Leggende è un percorso abbozzato nel libro “Ingegneria Elevato N” e portato a compimento, almeno nell’immaginario, in “Mammoy”. Lug, il protagonista, è infatti un dio celtico capace di dominare tutte le arti e le tecniche. Decide di vestire i panni di uno Scienziato con il preciso scopo di creare un bambino, il Robottino Catorchio, che sappia utilizzare ogni tecnologia, ma che, con la sua infinita curiosità e purezza, sia attratto e aperto all’esplorazione della magia e del mistero. Lo aiutano Cletus, il ragazzo che ha sempre presente il valore del suo bambino interiore, Gianguido, il giovane “Mugugnoso” che, mostrando ombre e pericoli, funge da antagonista nella vicenda, e la splendida Kalika, una Principessa coraggiosa e curiosa, che incarna la potenza della Femminilità originaria, dotata di un intuito prodigioso e un olfatto straordinario capace di discernere e creare qualsiasi profumo. Il viaggio iniziatico, dunque, è lo strumento necessario per appropriarsi di quel che manca alla nostra società dell’Innovazione ed inglobare la Radice che cresce sotterranea nella Terra della Tradizione.

Written by Emma Fenu

Pubblicato da Patrizia Boi alle 07:46 Nessun commento:
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domenica 4 agosto 2019

UN VIAGGIO STRAORDINARIO NELLA MAGICA SARDEGNA: E’ LA VISIONE FIABESCA DI PATRIZIA BOI

L'articolo dedicato al nuovo libro di Patrizia Boi è quello più letto nel mese di LUGLIO sul sito di TOTTUS IN PARI
UN VIAGGIO STRAORDINARIO NELLA MAGICA SARDEGNA: E’ LA VISIONE FIABESCA DI PATRIZIA BOI
http://www.tottusinpari.it/2019/07/30/un-viaggio-straordinario-nella-magica-sardegna-e-la-visione-fiabesca-di-patrizia-boi/?fbclid=IwAR1A9OhmTlBGxLTc1f6xuOdWnbYNYys_n8LxvxCqcR6932fKdtS1iP5lnns


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PUBBLICATO IL30 LUGLIO 2019 DI TOTTUS IN PARI

UN VIAGGIO STRAORDINARIO NELLA MAGICA SARDEGNA: E’ LA VISIONE FIABESCA DI PATRIZIA BOI


le illustrazioni sono di Niccolò Pizzorno

di ROBERTO LUCIANI


ph: Patrizia Boi
Non avevo mai pensato che un Bene Culturale potesse diventare Fiaba, ma certo questo può accadere se esso è situato nell’arcaica Sardegna e se la Fiaba nasce dall’immaginazione di una scrittrice come Patrizia Boi. Nel suo ultimo romanzo “Mammoy, di Catorchio, Cletus e altre avventure” – patrocinato dal Gremio dei Sardi di Roma – Patrizia ci consente di “vedere” i siti archeologici attraverso quella visione magica che riporta in luce la loro sacralità originaria. E questo accade anche grazie alla sinergia di intenti che si è venuta a creare fra l’autrice e i componenti lo staff editoriale della casa Editrice “dei Merangoli” che opera anche nel campo dei Beni Culturali. Quello di cui sto scrivendo, che sto descrivendo, è un originale progetto che nasce dalla fantasia e dall’immaginazione di molte menti, in primis quella di Patrizia, è il viaggio dell’eroe che si attua attraverso luoghi fatati, in un percorso tra le arcaiche Domus de Janas, i suggestivi Menhir, gli enigmatici Nuraghi, i misteriosi Pozzi Sacri e le Piante Monumentali di Sardegna.
Il viandante di questo disegno fiabesco è il simpatico Robottino Catorchio, concepito dalla mente di una sorta di Alchimista, il dio celtico Lug, che attua la sua crescita spirituale attraverso il viaggio. Il Robottino è stato creato in un Laboratorio Alchemico dove lo scienziato lo ha costruito pezzo per pezzo con i materiali più innovativi.

Cletus
Poi, attraverso le telecamere che gli forniscono la vista, ha introdotto nel suo corpo 7 sferette magiche che ne hanno risvegliato la parte più profonda addormentata, una sorta di metafora verso la necessità di risveglio di cui oggi necessita l’Umanità. Così Catorchio si lascia andare al flusso di nuove sensazioni provate ed esce di casa per esplorare il bosco entrando in contatto con quel mondo invisibile fatto di Fate e Fatine, le Janas dell’Isola, che per lui sono una scoperta straordinaria. E sono le Janas a mostrargli le Domus in cui esse sono sepolte come in un utero materno, dove riposano da oltre cinquemila anni e che forse le accoglierà per l’Eternità. E sempre la Jana Gina gli fa vedere gli Spiriti delle Piante che proteggono i monumentali Lecci, le eleganti Sughere, i Ginepri inchinati al soffio del Maestrale, i Mirti e i Lentischi odorosi.
Poi, Catorchio entra in connessione con l’energia dei Menhir, elementi di congiunzione tra Terra e Cielo, e con i misteri legati alla loro antica origine. Si tratta di un viaggio iniziatico alla scoperta di una Sardegna ignota ai turisti vacanzieri, ma percorsa da tutti quei viaggiatori che già la conoscono o che vogliono scoprire i suoi profondi segreti e anche la sua originaria bellezza. E così Lug nel suo ruolo di padre-madre, motivo per il quale viene chiamato Mammoy (la sintesi dei termini sardi “mammai e babbai”), escogita una serie di storie: 12 Fiabe all’interno di un’unica Fiaba che tutte le contiene per far crescere il suo Robot verso la dimensione umana.

Geltrude e Bisso
Ogni Fiaba è guidata dalla magia di una Pianta Aromatica – Zafferano, Rosmarino, Finocchietto Selvatico, Alloro, Ginepro, Salvia, Timo, Basilico, Menta, Mirto e Lentischio – una flotta di Piante odorose che caratterizzano il Paesaggio delle terre che si affacciano sul Mediterraneo.
E qui emerge la visione olistica di Patrizia, Ingegnere attento all’inserimento di ogni costruzione nell’Ambiente che la accoglierà come facevano probabilmente gli Antichi Nuragici che, per scegliere il luogo dove situare le loro costruzioni, individuavano i territori più ricchi di fauna e quelli circondati da una flora rigogliosa. È chiaro che questi Popoli erano immersi nella Natura Selvaggia e che le Piante che oggi sono presenti in questi siti sono forse cresciute in un secondo tempo, testimoni della grandezza della civiltà passata e a protezione del luogo. Per la Boi, le Piante sono come degli antichi guerrieri che proteggono i siti, la magia del passato, il mistero di quelle enigmatiche costruzioni. E poi le Piante di Patrizia si trasformano in esseri umani, in bambini, donne e uomini, in esseri del mattino e in farfalle della notte. Il Piccolo Popolo degli Elementali della Natura fa da cornice al Pozzo Sacro di Serri o agli allineamenti dei Mehir di Pranu Muttedu. Mentre in “Sa Pedra Istampada” del Monte Tuttavista”, in Sa Preda Ballarina” di Nuoro o in “Su Tamburu Mannu” di Aggiussi incontrano personaggi leggendari come Madama Goldana o il Diavolo stesso nelle forme di vecchina con i piedi di capra o di cervo con le corna d’oro, figure care alla fantasia popolare e al folklore dell’Isola.
Ma nel libro non mancano i riferimenti alle arti popolari custodite nei Musei, come quella di Chiara Vigo, ultimo dei Maestri di Bisso. La sua è un’arte vera, che affonda le radici in un passato lontano e che prevede la tessitura, la cardatura e lo sbiondamento dei fili attraverso una pratica magica grazie alla quale il Bisso si trasforma in filo dorato. La sua opera narra la magia dei ‘brebus’ cara ai guaritori e alle guaritrici e racconta la grande capacità delle donne sarde di tessere trame, creando tessuti straordinari e veri e propri quadri.

i pescatori di corallo
Dell’arte della tessitura si parla, infatti, sia nella Fiaba “Geltrude, il Bisso e la corona di Mirto” sia in quella “La Principessa dal Profumo d’Alloro”. Quest’ultima narra la Leggenda della costruzione della Chiesa di Sorres e ne mette in luce le caratteristiche costruttive: «[…] il giovane si risvegliò e trovò tutto il paese fuori dalla sua capanna ad ammirare la straordinaria Chiesa del paese di Sorres che giganteggiava sul suggestivo colle. La pietra bianca e nera che la costituiva era decorata con intagli, intarsi, cornici, archi, pilastri e colonnine. Nelle lunette sopra gli archi erano ricavati bassorilievi con cerchi, rombi e croci, mentre i filari di pietra scura vulcanica, quel famoso basalto che abbonda nell’Isola, caratterizzavano la parte alta della facciata».
Non manca nemmeno un riferimento ironico alla mania di noi Architetti di avere l’Architettura “sempre in testa”. Infatti, nell’immagine chiave di questa Fiaba, il protagonista Mariane Maistu assume le sembianze di Williams Troiano, architetto Fabriciere della Chiesa trasteverina di Santa Maria dell’Orto e tra i fondatori della Casa Editrice. In questo c’è la bravura di Niccolò Pizzorno, l’illustratore genovese che ha magistralmente interpretato le descrizioni di Patrizia, aggiungendo con la sua creatività elementi suggestivi e una visione straniante della realtà come ha fatto anche nell’immagine che rappresenta le tappe del viaggio iniziatico di Catorchio nell’Isola. Le citazioni e i riferimenti ai Beni Culturali della Sardegna, alle Pietre naturali monumentali, ai Paesaggi della macchia mediterranea, alle spiagge bianchissime e alla trasparenza del mare, così come alle ricchezze dei paesi interni della Sardegna –  come l’Eremo di San Trano a Luogosanto descritto nella Fiaba “Cletus e la Principessa Rosa Marina” –  e alle straordinarie Piante disseminate in ogni percorso fanno sì che questo libro diventi anche una mappa per scoprire i veri tesori di questa Isola. Una mappa che dovrebbe essere utilizzata dalla Regione Sardegna per far conoscere i suoi Beni Culturali e le sue suggestive bellezze, magari creando un Parco letterario apposito.
Qualcuno potrebbe pensare ad un’opera campanilistica sulla propria terra d’origine, ma questo libro è il risultato dell’energia di un gruppo composto da un illustratore ligure e da una Casa Editrice romana che ha come Direttore un Architetto di origine pugliese. La Sardegna è infatti il centro di un Paesaggio più ampio nel quale emergono le connessioni con altri luoghi del Mediterraneo, come le splendide isole Tremiti dove ci sono «insenature e grotte misteriose, una spiaggia sabbiosa dal fondale basso dove fare un piacevole bagno, una moltitudine di cale e calette, un faraglione che sembrava un enorme pachiderma e una miriade di altri scogli circondati dal mare blu […]». Oppure con le bellezze del territorio di Latina, dove «le strade romane lastricate di storia si insinuano nella campagna assolata, intersecano i corsi d’acqua e corrono tra le paludi abitate dal cavaliere d’Italia, dal cigno rosso, dalla starnazza e dagli aironi, dai rettili e dagli anfibi […]l’Agro Pontino è un luogo incantato colmo di quell’energia che rivela immediatamente la festa solenne della Natura».  Patrizia, infatti, ha presentato proprio a luglio, al Festival di Latina “Come il vento nel Mare”, il suo libro insieme alla Professoressa Laura Marchetti – anche lei pugliese – Docente di Didattica delle Culture presso l’Università di Foggia, nonché ideatrice e Direttore scientifico del progetto “La strada della Fiaba” portato avanti attraverso un lavoro congiunto tra Regione Puglia, Regione Basilicata e Istituto della Enciclopedia Treccani.

Mariane Maistu e la Chiesa di Sorres
Da Napoli, poi, giunge in Sardegna la protagonista di un’altra Fiaba. Napoli con il suo magnifico Castel dell’Ovo, dalla terrazza del quale «[…] poteva contemplare la suggestiva bellezza del Golfo, con il porto di Mergellina adagiato sull’acqua, e lasciarsi suggestionare dalla maestosità del Vesuvio, incastonato tra la penisola sorrentina e l’isola di Capri». E non manca nemmeno la descrizione della Sicilia, la Terra di Trinacria, come si legge nella Fiaba “I pescatori di Corallo e la Bacchetta di Sambuco”: «Questa terra di forma triangolare è sorretta da un mostruoso gigante che con la mano destra sostiene lo stretto di Zancle, con quella sinistra la città di Depranon e con la testa e le gambe il grande Mongibello. E quando il gigante tenta di liberarsi dal peso delle città o della montagna si muove, traballa, fa tremare la terra che sorregge e dalla sua bocca erutta lava!». E dal gigante nascosto sull’Etna i protagonisti giungono al cospetto di un altro gigante, Capo Caccia, fondando la città di S’Alighera «la città delle alghe, in onore delle preziose Posidonie delle quali era colmo il suo fondale. La cittadina divenne una delle porte d’accesso all’Isola e il capoluogo della Riviera del Corallo perché nelle sue acque si trovava una enorme quantità di Corallo Rosso della qualità più pregiata».
Anche l’enigmatica Matera – Capitale Europea della Cultura 2019 – e i suoi millenari “Sassi”, gemelli delle pietre sarde, diventano lo sfondo di una Fiaba. «Cletus era nato a Matera, in una casa dalla cui terrazza si poteva abbracciare, con uno sguardo, tutto il mondo dei Sassi, quelli più antichi e quelli più recenti, le chiese rupestri che affioravano prepotentemente dalla campagna, i frammenti della Matera moderna. Strana città Matera, in cui tutti gli strati del tempo convivono nel suo silenzio». Il simpatico Cletus sarà il primo compagno di viaggio di Catorchio: catapultato fuori da una Fiaba, si ritroverà nella fiabesca “realtà” insieme al suo Bambinello Interiore, un’esortazione della Boi a non perdere mai di vista il proprio Bambino interiore, la propria purezza e la voglia infantile di esplorare il mondo.
Attenzione, però, perché c’è sempre un antagonista in agguato: è Gianguido, il prototipo dell’individuo lamentoso e abituato a vedere solo i limiti della propria esistenza, protagonista della Fiaba “Il Basilico di Carloforte e il Genovese Mugugnoso”. Egli è una vera ‘palla al piede’ – almeno nell’interpretazione di Pizzorno che così lo rappresenta nell’immagine di copertina – per chi ha voglia di intraprendere un viaggio. Dei genovesi non c’è solo il lamento, ma anche la loro laboriosità, la capacità di creare e coltivare un Basilico molto più odoroso e cibi che si sposano con le specialità carlofortine.

zafferano
Il quarto compagno di viaggio di Catorchio arriva dal passato, da un’altra isola leggendaria, quell’Atlantide che, secondo lo scrittore Sergio Frau, si è inabissata proprio sotto l’attuale Sardegna. Si tratta di Kalika, la Profumiera dell’Isola di Katai, una donna coraggiosa e curiosa, dotata di un olfatto sottile e di una femminilità straordinaria. Sarà lei a condurre il nuovo INIZIO di avventure che ci prospetta la Boi alla fine del libro, dopo che questa eterogenea e un po’ strampalata comitiva di eroi avrà cominciato a scoprire il mondo attraverso lo strumento della Fiaba.
Nella trama di avventure abilmente tessuta dalla scrittrice, in queste storie nelle storie, in questo cammino iniziatico attraverso le Fiabe, una vera Mille e una Notte sarda, le illustrazioni di Niccolò Pizzorno sono un’opera d’arte nell’opera d’arte perché la sua abilità interpretativa, la sua capacità di trasmettere emozioni, la sua visione del mondo con porzioni a colori e altre in bianco e nero –come le vedrebbe un vero Robot –  sono accompagnate da un disegno veloce e leggero, da una pennellata delicata e da disegni con contorni che sfumano perdendosi nel bianco del foglio di carta proprio per rendere eterea e sfuggente ogni tappa del viaggio.Insomma, dopo un viaggio ce ne sarà un altro, ad un’avventura ne seguirà un’altra e, dopo aver esplorato l’Isola, il viaggio è solo all’INIZIO perché il mondo è grande, lo spazio sconosciuto è infinito, gli strati del tempo sono innumerevoli, e i mondi invisibili sono davvero illimitati.
E sono certo che questo volume non potrà annoiare il lettore, ma creerà in lui una tensione verso l’avventura che lo terrà avvinto come se fosse lui stesso protagonista.

MAMMOY_COP
CATEGORIEPRESENTAZIONE LIBROTAGMAMMOY, PATRIZIA BOI

14 risposte a “UN VIAGGIO STRAORDINARIO NELLA MAGICA SARDEGNA: E’ LA VISIONE FIABESCA DI PATRIZIA BOI”

  1. Anna Rosa
    31 LUGLIO 2019 ALLE 7:33
    Scritto da una e più penne ,non solo innamorate della terra e le sue armoniore beltà ,” la Sardegna” ma accompagnata da tutta la beltà “italiana”
    Tutti i tesori e i posti messi in
    rilievo ,solo chi la guarda con occhi del Cuore
    Grazie Patrizia Boi e i suoi con autori e disegnatore
    Rispondi
    1. PATRIZIA BOI
      31 LUGLIO 2019 ALLE 23:16
      Grazie Anna Rosa, sono certa che leggendo riconoscerai il luogo giusto che tanto cerchi e Sogni e la tua Madre Terra!!!
      Rispondi
  2. Maria Pia Pompili
    31 LUGLIO 2019 ALLE 12:36
    Buongiorno e Complimenti per questo viaggio meraviglioso che mi hai proposto! Cercherò la pubblicazione che tanto impegno e lavoro ha richiesto e la condividerò, soprattutto, con le nipotine nella speranza siano incuriosite da tanti luoghi e storie. Un grande abbraccio e bacissimi,
    Rispondi
    1. PATRIZIA BOI
      31 LUGLIO 2019 ALLE 23:19
      Grazie MAPI, a settembre ci saranno delle presentazioni e ti inviterò, il libro è anche per adulti, ma Catochio e Cletus sono simpatici soprattutto ai bambini!!!
      Rispondi
  3. Marcello Soro
    31 LUGLIO 2019 ALLE 12:37
    ma la Sardegna ha una sua realtà che s’intreccia con la fiaba e con la magia!
    Rispondi
    1. PATRIZIA BOI
      31 LUGLIO 2019 ALLE 23:20
      Come quella Magia dei nostri lunedì all’Enoteca, beh arrivederci a settembre!
      Rispondi
  4. Nathalie Dodd
    31 LUGLIO 2019 ALLE 12:37
    Sei bravissima!
    Rispondi
    1. PATRIZIA BOI
      31 LUGLIO 2019 ALLE 23:23
      Grazie cara, ti auguro Buone Vacanze e al tuo ritorno facciamo l’intervista per il Costa Smeralda Portal
      Rispondi
  5. Alberto Cardillo
    31 LUGLIO 2019 ALLE 12:39
    in questo viaggio straordinario Patriza Boi mi ha fatto diventare una favola inserendomi come personaggio fiabesco.
    Rispondi
    1. PATRIZIA BOI
      31 LUGLIO 2019 ALLE 23:28
      Mio caro Kinesiologo non potevo che usare il tuo personaggio per rappresentare il pescatore di Corallo sciamano, la Trinacria con la Drepanon assisa tra i mari innamorati dai tramonti infuocati, con le due donne di medicina che si sposano bene con le tue idee. Prossimamente a Sant’Agata di Militello, a Trapani e forse a Erice!!!
      Rispondi
  6. Teresitas Fioretti
    31 LUGLIO 2019 ALLE 18:59
    M E R A V I G L I O S O
    Rispondi
    1. PATRIZIA BOI
      31 LUGLIO 2019 ALLE 23:32
      Grazie Teresittas, meraviglioso coma la tua passione per la recitazione!
      Rispondi
  7. Norma Van Oosten
    31 LUGLIO 2019 ALLE 19:25
    Complimenti! Un altra tua creazione che sarà anche questa volta stupenda! 👍🤗💐
    Rispondi
    1. PATRIZIA BOI
      31 LUGLIO 2019 ALLE 23:34
      Cara Norma, grazie, magari se capiti a Roma, o quando vengo a Bari per la presentazione chiàà se riusciamo a incrociarci. In bocca al lupo per il tuo prossimo evento a Lecce, Lidia ne è entusiasta!
      Rispondi
Pubblicato da Patrizia Boi alle 03:41 Nessun commento:
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