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Roma, Roma, Italy
Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.

giovedì 28 febbraio 2013

Il Portale dell'Eur: Coinvolgente e attualissimo omaggio a Gaber secondo la visione di Luca Martella

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Coinvolgente e attualissimo omaggio a Gaber secondo la visione di Luca Martella
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Continua ad essere un successo lo spettacolo dell'Attore Luca Martella e del suo quintetto

25 febbraio 2013
Coinvolgente e attualissimo omaggio a Gaber secondo la visione di Luca Martella
Il suo nuovo spettacolo dal vivo dedicato alla memoria del "Signor G", pensato per celebrare il decennale della scomparsa di Giorgio Gaberscik, in arte Gaber, avvenuta il 1° gennaio del 2003 nella sua casa di Montemagno, in provincia di Lucca, è stato un vero e proprio parto per Martella che lo ha visto dedicarsi anima e corpo a questo progetto curando per mesi ogni dettaglio.
La tournée ha preso l'avvio da Frascati il 9 e 10 febbraio scorso nella straordinaria cornice dell'Auditorium delle Scuderie Aldobrandini, dove ha registrato il tutto esaurito.
Il Programma dello spettacolo è stato intensissimo spaziando tra i monologhi e le canzoni che noi tutti abbiamo più amato, da "Lo shampoo" a "Destra-Sinistra", da "Qualcuno era comunista" a "La Libertà", da " Mi fa male il Mondo" a "Io non mi sento italiano" solo per fare alcuni esempi del repertorio scelto da un'attenta e personale Regia dello stesso Martella.
L'Attore stesso ci ha spiegato le motivazioni che lo hanno condotto ad occuparsi proprio del Signor G: "Gaber è stato sempre un punto di riferimento per me, già dai tempi dell'Accademia... e poi se guardate bene il mio profilo... c'è una certa somiglianza... con questo naso al piede... che da sempre mi precede".
In realtà Luca Martella riconosce nella parabola gaberiana la sua stessa storia, con tutti i trionfi, con tutte le amarezze, con le decisioni via via prese, con tutte le vie esplorate e quelle ancora da perlustrare... Ma soprattutto Martella si abbandona al personaggio del Signor G, a quell'"uomo senza qualità" in grado di dipingere con pennellate sottili lo spirito della sua epoca e della nostra epoca e indossa così precisamente quell'abito mentale che lo porta sul palcoscenico ad avere una sorta di sdoppiamento...
Ci sono istanti, infatti, in cui Martella assume il volto vero del Signor G, con la sua straordinaria mimica facciale, con quel linguaggio del corpo che interpreta ogni minimo cambiamento di ritmo, di tema, di emozione: gioia, sofferenza, rassegnazione, conflitto, delusione, dubbio... attraversano l'anima dell'artista in una varietà di toni e rappresentazioni che lascia con il fiato sospeso lo spettatore.
Martella è fluido, fluente, emozionante, esilarante, coraggioso, deciso, incontrovertibile, straordinariamente appassionante, vero, sincero, assolutamente padrone del respiro di ogni spettatore. Il tempo vola per la platea, i due Atti terminano in un istante e immediatamente dopo c'è il vuoto, una mancanza, la necessità di sentire ancora qualcosa, perché il risveglio è avvenuto e se ne vorrebbe sapere di più. Il pubblico si sente come schiaffeggiato da un vortice, dall'impellenza di un'idea, di un pensiero, dal desiderio di superare la stasi di se stesso.
Martella, ricucendo i testi di Gaber alla sua personale esperienza, non si limita a toccare gli attuali disastri politici, economici e sociali del paese, ma è capace di dipingere il suo volto anche delle espressioni della tenerezza e dell'amore che caratterizzavano Gaber quando si occupava dell'annosa questione dell'Uomo e della Donna, della drammaticità della relazione e della difficoltà di trovare un'intesa e un equilibrio. L'interpretazione di "Falso contatto" che l'Attore ha riservato al Bis, ha lasciato la platea stupita e nello stesso tempo divertita dando la consapevolezza che l'immenso conflitto rappresentato fosse semplicemente una realtà universale.
In questa dicotomia lacerante ma nel contempo corroborante, l'attore/regista rivolge il messaggio gaberiano ad un pubblico di ogni età; è però evidente il trasporto verso le menti più giovani quali preziosi serbatoi da cui attingere per rivitalizzare il Sogno e le ali del "gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito".
Una passione viscerale per il jazz unisce Martella a Gaber, tanto che nel suo quintetto annovera musicisti d'eccezione come il maestro Fabio di Cocco alle tastiere, Max de Lucia alla batteria, Andrea Colella al basso, Matteo Martella al sax, Giancarlo Martella alla chitarra.
È da notare come, interpretando il profetico spirito gaberiano, Luca Martella regista abbia voluto unire sul palcoscenico tre generazioni: la sua in quanto voce del poeta vate, quella di suo padre Giancarlo che plasma il suono alla chitarra e quella di suo figlio Matteo che dona il suo fiato al sax, una sorta di triade divina per concedere speranza al Futuro.
Secondo il regista lo spirito di gruppo che pervade i componenti della Band è un ingrediente fondamentale per il successo dello spettacolo, un catalizzatore di energia per le emozioni degli spettatori. Inoltre, in una società che naviga allo sbaraglio per la perdita dei valori fondamentali della vita, l'affermazione dello stesso Martella "Ho cercato di coinvolgere la mia famiglia per dare allo spettacolo non solo un senso compiuto, ma anche per celebrare il mio percorso di vita con accanto una famiglia straordinaria", denota la volontà costruttiva di riflettere anche sui valori perduti.
Lo spettacolo di Frascati ha messo in luce un interessante fraseggio con i membri della Band, un affiatamento antico tra l'Attore e i musicisti, un intenso scambio tra la voce di Martella e i vari strumenti musicali, evidentissimo nel colloquio con il sax che accordava pause ai monologhi incalzanti e nello stesso tempo cortocircuitava il pubblico con un movimento che non concedeva spazi alla distrazione. Infatti, sebbene lo spettacolo sia durato quasi due ore, gli spettatori interpellati nell'intervallo o all'uscita avevano la sensazione che lo spettacolo fosse durato pochissimo...
È evidente che la ricerca di connessione tra palcoscenico e vita reale, tra palcoscenico e platea, appartiene all'animo di Martella, come è ovvia la sua inclinazione verso le generazioni future anche per l'abitudine acquisita negli anni di trasmettere l'arte della recitazione e il pensiero gaberiano ai più giovani nei laboratori teatrali da lui stesso tenuti o nelle performance per le scuole dove spesso viene invitato.
È vero che Luca Martella è attore professionista impegnato fin da subito sia in teatro, sia al cinema, sia in televisione, ma la sua verve teatrale, a partire dalle eccellenti interpretazioni di Lorca, Beckett, Pirandello, diventa emozionante e addirittura catartica soprattutto nelle sue rappresentazioni del Signor G.
Non dimentichiamoci però che il suo impegno in televisione e al cinema lo mette continuamente in contatto con artisti di spessore con i quali spesso collabora ecletticamente per altri progetti. Le Scenografie di questo spettacolo, infatti, sono state progettate da professionisti come Eva Desideri e Osvaldo Desideri, premio Oscar per "L'ultimo Imperatore" di Bernardo Bertolucci.
Colpisce infine l'importanza che attribuisce Martella al rapporto diretto con gli spettatori dopo lo spettacolo: dedica il suo tempo rispondendo a domande e curiosità di chiunque gliele ponga a prescindere dall'età, dalle idee e dal livello culturale, anzi approfitta di questo momento per cogliere impressioni o limiti su cui lavorare per perfezionare ancora la sua performance. E questo sembra davvero in linea con lo spirito del Signor G...
Chissà cosa penserebbe dello spettacolo il nostro Gaber!
Il 25 gennaio 2013 Gaber avrebbe compiuto 74 anni e incuriosisce sapere come avrebbe accolto l'attuale situazione di crisi del paese, quali argomenti lo avrebbero più attratto, quali angosce lo avrebbero attraversato, quali speranze avrebbe individuato per il futuro...
A pensarci bene la grande sensibilità dell'artista, la sua capacità di coinvolgersi in tutte le questioni della vita pubblica e privata – che Martella incarna alla perfezione – gli avevano già concesso di traguardare oltre, di vedere in anticipo cosa sarebbe accaduto come solo i poeti e gli intellettuali sanno fare.
E il compito di un intellettuale è quello di esplorare sensazioni, dubbi e malumori, di compiere viaggi emotivi capaci di aprire la mente a ogni cambiamento, movimento e trasformazione... o come dice Gaber stesso "di cambiare veramente la vita"...
Lo spettacolo è stato approvato dalla Fondazione Gaber (http://www.giorgiogaber.it/).

Patrizia Boi

 
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9 commenti inseriti
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Commento inserito da Anita il 2.3.2013 - h 14:08


Lo spettacolo mi è talmente piaciuto che mi è sembrato fosse durato troppo poco. Eppure mamma mi ha detto che è durato quasi due ore!
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Commento inserito da Elisabetta l'1.3.2013 - h 09:14


Esilarante, entusiamente vederti è stato un vero spettacolo! sei un grande
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Commento inserito da Anonimo il 28.2.2013 - h 09:39


Sono pienamente d'accordo con i vostri commenti...emozioni allo stato puro!!Grande Signor G,grande Luca!
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Commento inserito da italo.dragonetti@tiscali.it il 27.2.2013 - h 21:47


bravo luca! si vede che la tua vista è di 10/10 per occhio...! :-)
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Commento inserito da Anna Rosa il 27.2.2013 - h 16:48


Grande Luca!!!!; Persona prima di tutto,a affascinante, sa cogliere il meglio del personaggio di cui ne interpreta, sia i monologhi che le canzoni del grande Signo "Gi"... e poi lo devo dire: lio non lo copia "Lui" è il suo clone. L'ho conosciuto xk non solo ho visto il suo spettacolo, ma ho partecipato ad una cena tra amici di Luca, e devo dire che nulla cambia in Lui. Grazie Luca, mi sono sentita come se..... fossi un'amica di vecchia data!!!!!!!!! Al tuo prossimo spettacolo
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Commento inserito da Lug il 26.2.2013 - h 21:33


Entusiasmante e divertente! Non ci si annoia di certo con l'ironia sottile del Signor G!
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Commento inserito da claudia il 26.2.2013 - h 19:01


Ho speso bene il mio tempo. Sono rimasta piacevolmente stupita di come ha rielaborato l’ironia del “signor g” senza stravolgere i contenuti del monologo originale. Forza luca, sei pronto per altri grandi spettacoli!
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Commento inserito da Anonimo il 26.2.2013 - h 09:48


Emozionante...Meraviglioso!
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Commento inserito da patrizia il 26.2.2013 - h 07:12


Uno spettacolo da non perdere!

domenica 24 febbraio 2013

Wall Street Magazine Benessere: le mirabolanti proprietà del Ginepro, un'incontrastata forza per combattere malattie e malefici

http://www.wsimagazine.com/it/diaries/report/benessere/le-mirabolanti-proprieta-del-ginepro_20130222103944.html?fb_source=ticker&fb_action_ids=10200642749372399&fb_action_types=og

WSI
Lunedì, 25 Febbraio 2013

REPORT - Italy, Benessere

Le mirabolanti proprietà del Ginepro

Un'incontrastata forza per combattere malattie e malefici.

Le mirabolanti proprietà del Ginepro

Senza radici non si vola
Il Ginepro è il simbolo della forza maschile, la celebrazione dell’energia del fuoco, della libertà e dello spazio. Dà la forza e il coraggio di essere se stessi e aiuta a liberare la rabbia e la frustrazione quando bloccano la nostra libertà, la nostra azione. Cercare libertà, spazio, e onorare l’energia e il calore del sole, ci dà la forza e la resistenza per oltrepassare gli eventi della vita. E desiderare di guardare la Luce ci rende liberi. (Lucia Berrettari)

Le proprietà del Ginepro (Juniperus Communis)
Il Ginepro è un arbusto cespuglioso, longevo, sempreverde. Presente in Europa fino a 2500 m. di altitudine, nelle regioni con clima molto rigido assume forme contorte, prostrate. Nelle località con clima meno avverso si sviluppa con un certo vigore e assume aspetti conformi alla specie. Il tronco è folto e fittamente ramificato sin dalla base, con legno aromatico e corteccia che si stacca, di colore bruno-rossastro. Le foglie sono lineari con apice acuto e pungente, che ne fanno una pianta ispida. Le bacche impiegano due anni a maturare: sono chiamate “galbuli” e sono ricche di resina. Sono quasi perfettamente sferiche e ricoperte di una patina opaca. Il loro sapore acre ha dato origine al nome della pianta, dal celtico juneprus, "acre". Si utilizzano in cucina come spezie, per aromatizzare la grappa al Ginepro e per la produzione del Gin. Il Ginepro ha grande capacità di adattamento; resistente al freddo, al caldo e ai venti, indifferente alla natura del suolo, cresce anche su terreni calcarei aridi o sabbiosi. È molto esigente di luce, perciò non tollera la vicinanza di altri alberi.

Simbologia e leggende
Fino ai primi del Novecento nelle campagne dell'Italia centrale si usava bruciare un ramo di Ginepro la sera di Natale, di San Silvestro e dell'Epifania. Se ne conservava il carbone per poi impiegarlo durante l'anno in tanti rimedi magici. Sempre nella notte di Natale, si appendevano dei rami di Ginepro sulla porta delle stalle per proteggere gli animali dai malefici. In tutti i tempi e presso tutti i popoli a questa pianta è attribuito il ruolo di protettore contro le malattie, ma anche contro gli spiriti malvagi e le forze del male. Per questo motivo in diversi paesi si piantavano i ginepri vicino alle abitazioni, oppure se ne appendeva un ramo sulle porte delle case per tenere lontane le streghe. Il Ginepro, secondo la tradizione, avrebbe protetto Maria mentre era in fuga dai soldati di Erode e sarebbe anche la pianta il cui legno venne usato per fabbricare la croce di Gesù. Nell'antichità si riteneva che le sue bacche avessero il potere di risparmiare gli uomini dai morsi dei serpenti. Essendo poi il serpente simbolo del demonio, al Ginepro venne attribuito anche il potere di tenere lontano dall'uomo il male e il peccato. È curioso notare come questa pianta sia caratterizzata dal numero tre: tre sono le foglie, tre le bacche, tre le bratee, tre i semi, tre gli anni per maturare e tre sono gli organi che beneficiano della sua azione terapeutica: fegato, rene e articolazioni.
Proprietà fitoterapiche
Il Ginepro è una pianta dalle mille qualità, ed era conosciuta per le sue proprietà anche dagli antichi; è molto utile per aiutare il fegato in affanno a decongestionarsi, così come per le vie biliari, per le digestioni lente e difficili e per la disinfezione delle vie urinarie e dell'apparato respiratorio. Da questa pianta medicamentosa traggono beneficio anche i diabetici, poiché abbassa la glicemia; regolarizza inoltre il ciclo mestruale, combatte i reumatismi, aiuta a espellere l'acido urico, il colesterolo cattivo e le tossine in genere; aiuta pertanto tutto il sistema cardiocircolatorio a restare in buona salute, in particolare chi soffre di ipertensione. Dovrebbero usarlo con cautela le donne incinte, poiché può anticipare il travaglio. Altre qualità della pianta sono quelle di contrastare le cistiti croniche, la tosse, l'asma e i problemi dei bronchi in generale; infine, ha proprietà sudorifere e stimolanti per tutto l'organismo. Bisogna evitarne però l'uso prolungato per via interna, è meglio utilizzarlo con il benestare del medico, poiché alla lunga potrebbero risentirne i reni. 

Le Ricette di Lidia
Fuoco di Ginepro
Questo infuso d’erbe è un rimedio efficace per il fegato:
- Bacche di Ginepro gr. 40
- Radici di Tarassaco gr. 40
- Foglie di Rosmarino gr. 30
Versare 1 cucchiaio da minestra di tisana in 1 tazza d’acqua fredda, far bollire 10 minuti, filtrare e bere 2 tazze al giorno.
Acqua di Ginepro
Questo Infuso è invece efficace come drenante:
- Foglie di Betulla gr. 50
- Bacche di Ginepro gr. 40
- Foglie di Frassino gr. 40
Versare 2 cucchiai da minestra di  tisana in 500 ml. di acqua bollente, lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e bere nel corso della giornata.
a cura di Lidia Costa
Pubblicato: Venerdì, 22 Febbraio 2013
Autore: Patrizia Boi

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