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Roma, Roma, Italy
Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.

lunedì 9 giugno 2014

Viaggi per mare di Gionmaria Bellu - La NAVE nell'immaginario dei popoli

 http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2014/06/09/viaggi-per-mare-%E2%80%93-sardegna-e-tirrenia-nella-letteratura-presentato-al-%E2%80%9Cgremio%E2%80%9D-dei-sardi-di-roma-il-volume-curato-dal-giornalista-gionmaria-bellu/

nella foto da sinistra: Antonio MariaMasia, Ilaria Onorato, Vittoria Mereu, Gianmaria Bellu
di Patrizia Boi

 Una nave grande, enorme, che va, va, va. Non si sa dove va, non si sa quando è partita. E sopra: tutti. 
La nave è sempre stata una grande metafora della vita, quel mezzo che dispone al viaggio, all’incontro con altri mondi, all’apertura verso realtà parallele e culture altre. Nelle  canzoni, nei film, nella letteratura…
Chi non rammenta quel bellissimo monologo di A. Baricco usato anche per il film: “La Leggenda del Pianista sull’Oceano” di G. Tornatore?
Tutto quel mondo
Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce
E quanto ce n’è
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla…
Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita.
Io ho imparato così. La terra, quella è una nave troppo grande per me. E’ un viaggio troppo lungo. E’ una donna troppo bella. E’ un profumo troppo forte. E’ una musica che non so suonare. Perdonatemi. Ma io non scenderò.
La nave della Tirrenia, invece, per noi sardi, rappresenta un viaggio ulissico, il viaggio che ci ha portati lontano dalla nostra Terra per trovare fortuna altrove. Per il sardo la terra rappresenta la vita, un’oasi di certezze a cui è abbarbicato il suo cuore, una miriade di sensazioni da cui è arduo allontanarsi, le carezze dell’antica Dea, il pianto antico degli antenati che hanno popolato nei secoli un’isola che qualcuno ha definito patria della saggezza di Atlantide.
La nave però è la scoperta che si può superare anche il proprio limite, che partire non significa lasciare se stessi, che il legame con la terra è forte e la distanza che stimola il viaggio è invece un modo per avvicinarsi ai valori, un modo per apprezzarli ancora meglio, ancora più profondamente, dopo essersi confrontati con la diversità, con la freschezza delle acque, con l’altezza delle onde, con la paura del vortice nascosto dell’oscurità che tutti spaventa.
G.B. Bellu, si abbandona alla ricerca dei brani sulla Via del mare, sulla strada più battuta e più sconosciuta che ha attratto ricercatori e naviganti, curiosi e appassionati, viaggiatori e viandanti spaventati.
La nave è un mezzo per scandagliare il fondo, per guardare dentro alla verità di noi stessi, è la strada preferita dai poeti, dai ricercatori di senso che hanno riempito le pagine più illustri della nostra letteratura.
 E così Bellu, parlando del suo libro ci ha raccontato com’è che  si è tuffato tra la Deledda e Carlo Levi, tra Michela Murgia e Sergio Atzeni, a Gavino Ledda, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu Elio Vittorini, Rinaldo Caddeo, Virgilio Lilli, Francesco Alziator, Franciscu Carlini,  andando a scavare anche nelle letterature straniere e riscoprendo sul tema David Herbert  Lawrence o  Gaston Vuiller, John Warre Tyndale, Emmanuel Domenech, Edouard Delessert per arrivare in realtà anche a se stesso (L’uomo che volle essere Peròn).
Non voglio dire altro su questo libro interessante e stimolante, ricco di stupende foto d’epoca in bianco nero,  che deve solo essere letto.
 Il Gremio lo ha presentato stimolando la curiosità e la conversazione del numeroso pubblico in sala,  attraverso le coinvolgenti letture dell’attrice Ilaria Onorato, attraverso le parole appassionate del Presidente  Antonio Maria Masia, attraverso le risposte interessanti di Vittoria Mereu  della Direzione Commerciale della Tirrenia presente all’incontro del  17-5-2014 in sostituzione dell’Amministratore delegato Ettore Storace impossibilito a partecipare all’ultimo momento per un imprevisto di forza maggiore.
Speriamo che questo volume offerto dalla Tirrenia rappresenti veramente un cambiamento di rotta per gli spostamenti dei sardi dall’isola e che lasciare la propria terra o ritornarvi sia possibile in modo sempre più agevole e piacevole.
 L’obiettivo, dichiarato  della Tirrenia, ha sottolineato il presidente Masia, nel progettare e realizzare questo volume, come si evince,  è proprio quello del “cambiamento di rotta” del suo lunghissimo e difficile, molto conflittuale in passato,  rapporto con la Sardegna e i Sardi (nel libro si dà aperta evidenza di questo con riconoscimento delle responsabilità della stessa compagnia di navigazione); relazione che si vuole però fortemente modificare in senso positivo e favorevole all’Isola, ai sardi e non solo.
La nave è come una nave
ed essendo una nave è abbastanza normale che vada in mare.
Il mare, com’è naturale,
immobile e piatto è quasi perfetto sta lì sempre uguale.
La nave ha anche un motore
ed avendo un motore non sa dove va ma continua ad andare.
Avanti, avanti, avanti, si può spingere di più
insieme nella vita a testa in su.


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