http://www.eur.roma.it/il-quartiere/news/articolo/dal-13-al-28-aprile-al-caffe-letterario-la-mostra-personale-di-rosa-dragonetti.html?no_cache=
La pittrice Rosa Dragonetti è nata a Roma e vive a Villafranca di Verona.
"Potevo disegnare il mio pensiero che, fino a quel momento, avevo solo scritto o comunicato verbalmente perché era evidente, proprio attraverso la linea, che la scrittura ha una potente valenza estetica".
Attraverso un percorso che l'ha condotta ad occuparsi delle più svariate tecniche alla fine è approdata al suo personalissimo stile che lei stesso spiega:
"Così sono nati i lavori con i pastelli su fogli neri. Texture
scritta e raffigurazioni di riferimento.
Attacchi all'ovvietà, all'omologazione
alla pittura copiata dai calendari, all'impoverimento del linguaggio come
conseguenza dell'impoverimento del pensiero e viceversa. Ispirazione politica
che ha fortemente connotato la mia generazione.
Cattiverie e provocazioni contro umani "a struttura elementare" perché non pensano più. Arrogante e sgarbata? Nessun pentimento pur di stimolare una reazione, una domanda o, comunque, il desiderio di ricercare l'arte come un'opportunità di riflessione".
Da queste pennellate emerge l'indipendenza dello spirito dell'Artista che si è dovuta confrontare con lo spazio vuoto ancora da ripopolare come afferma lei stessa:
Cattiverie e provocazioni contro umani "a struttura elementare" perché non pensano più. Arrogante e sgarbata? Nessun pentimento pur di stimolare una reazione, una domanda o, comunque, il desiderio di ricercare l'arte come un'opportunità di riflessione".
Da queste pennellate emerge l'indipendenza dello spirito dell'Artista che si è dovuta confrontare con lo spazio vuoto ancora da ripopolare come afferma lei stessa:
"Sono andata a comprare la prima tela. Bianca. E le parole di
Robert Ryman "Io non ho altre idee oltre la tela bianca, e tu?".
Neanche io, per cui è meglio non andare oltre il bianco, è meglio non
dipingere.
Meglio non occupare la tela dipingendo un universo stupendo già
dipinto da pittori stupendi e pur tuttavia malamente praticato da una schiera
di "dipingenti", gente che, a differenza dei pittori che sono
artisti, coniuga solo il participio presente del verbo dipingere".
Il mestiere dell'artista necessita di alleati come sostiene la stessa Dragonetti:
"Ho capito che la tela progetta il lavoro insieme all'artista, a
volte anche contro l'artista, e se viene assecondata regala soluzioni
sorprendenti. La tela dipinge. Ecco perché i miei quadri si chiamano
"Autodipinti" e sono solo numerati. Non c'è nessun intento narrativo,
raffigurativo, a parte la scrittura che diventa raffigurazione del mio pensiero
o del pensiero di chiunque lasci una traccia profonda".
<<Ogni lavoro rappresenta un limite che raggiungo con tanta fatica ma che alla fine sono convinta di firmare e sento di poter dire "Sono contenta che la tela non sia rimasta bianca">>.
<<Ogni lavoro rappresenta un limite che raggiungo con tanta fatica ma che alla fine sono convinta di firmare e sento di poter dire "Sono contenta che la tela non sia rimasta bianca">>.
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