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Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.

domenica 7 aprile 2013

Al caffè letterario di Via Ostiense la mostra sull'Arte contempornea di Rosa Dragonetti



 
La pittrice Rosa Dragonetti è nata a Roma e vive a Villafranca di Verona.





 Le sue opere saranno esposte al Caffè Letterario di Via Ostiense a partire dal 12 aprile per la durata di due settimane.



Il suo modo di dipingere è specchio delle sue stesse parole:
"Potevo disegnare il mio pensiero che, fino a quel momento, avevo solo scritto o comunicato verbalmente perché era evidente, proprio attraverso la linea, che la scrittura ha una potente valenza estetica".


 Attraverso un percorso che l'ha condotta ad occuparsi delle più svariate tecniche alla fine è approdata al suo personalissimo stile che lei stesso spiega:
"Così sono nati i lavori con i pastelli su fogli neri. Texture scritta e raffigurazioni di riferimento.



Attacchi all'ovvietà, all'omologazione alla pittura copiata dai calendari, all'impoverimento del linguaggio come conseguenza dell'impoverimento del pensiero e viceversa. Ispirazione politica che ha fortemente connotato la mia generazione.
Cattiverie e provocazioni contro umani "a struttura elementare" perché non pensano più. Arrogante e sgarbata? Nessun pentimento pur di stimolare una reazione, una domanda o, comunque, il desiderio di ricercare l'arte come un'opportunità di riflessione".


Da queste pennellate emerge l'indipendenza dello spirito dell'Artista che si è dovuta confrontare con lo spazio vuoto ancora da ripopolare come afferma lei stessa:
"Sono andata a comprare la prima tela. Bianca. E le parole di Robert Ryman "Io non ho altre idee oltre la tela bianca, e tu?". Neanche io, per cui è meglio non andare oltre il bianco, è meglio non dipingere.

Meglio non occupare la tela dipingendo un universo stupendo già dipinto da pittori stupendi e pur tuttavia malamente praticato da una schiera di "dipingenti", gente che, a differenza dei pittori che sono artisti, coniuga solo il participio presente del verbo dipingere".


Il mestiere dell'artista necessita di alleati come sostiene la stessa Dragonetti:
"Ho capito che la tela progetta il lavoro insieme all'artista, a volte anche contro l'artista, e se viene assecondata regala soluzioni sorprendenti. La tela dipinge. Ecco perché i miei quadri si chiamano "Autodipinti" e sono solo numerati. Non c'è nessun intento narrativo, raffigurativo, a parte la scrittura che diventa raffigurazione del mio pensiero o del pensiero di chiunque lasci una traccia profonda".


<<Ogni lavoro rappresenta un limite che raggiungo con tanta fatica ma che alla fine sono convinta di firmare e sento di poter dire "Sono contenta che la tela non sia rimasta bianca">>.




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