Ieri
Lunedì 7 ottobre, alle 18.00, presso la Libreria
Horafelix (in via Reggio Emilia 89 a Roma), l’Associazione
Italo-Araba Assadakah ha presentato l’evento:
È
possibile realizzare la pace in medioriente?
L’incontro
voleva essere l’occasione per provare a fare riflessioni sui possibili scenari di
pace in Medioriente a partire da quello israelo-palestinese che si è già esteso
in Cisgiordania e ormai anche in Libano.
L’incontro
è stato aperto con i saluti di Carlo Palumbo Vice Segretario Generale di
W.A.I, Associazione Welcom Associazion Italia, un
sindacato che ha l’obiettivo principale di procurare assistenza ai cittadini
stranieri che vivono in Italia e che ha collaborato con Assadakah per
l’organizzazione dell’evento (Era presente in sala anche Sabrina Montagna,
moglie del Segretario Generale impossibilitato a partecipare).
All'incontro
hanno partecipato i rappresentanti di alcune ambasciate arabe, guidati dal
membro della rappresentanza diplomatica presso l'Ambasciata del Sultanato
dell'Oman in Italia, il Consigliere Iman Al-Wahaibi, professionisti dei
media della televisione italiana, e corrispondenti di agenzie di stampa
italiane e internazionali.
Prima
di iniziare gli interventi previsti è stato mostrato un video di Issam
Al-Halabi, rappresentante dell'Associazione Italiana Amicizia in
Libano, impegnata nello scambio culturale fra l'Italia ed il Libano,
in progetti di solidarietà verso le popolazioni del Medio Oriente attraverso il
Libano, grande laboratorio millenario per la convivenza interconfessionale.
Dalla traduzione simultanea dall’arabo di Talal Khrais è emerso che in
questo momento il Libano si trova in una condizione simile a quella della Cisgiordania,
con la popolazione sempre più sottoposta a un regime di guerra, con tutte le
conseguenze umanitarie connesse, in particolare il numero crescente di sfollati
e i continui bombardamenti sistematici in condizioni di “luce leggera" del
silenzio internazionale.
Il
primo intervento è stato affidato a Talal Khrais, giornalista di fama
internazionale, per anni corrispondente di guerra, da sempre impegnato a
promuovere iniziative internazionali per divulgare la cultura della convivenza,
della pace e della cooperazione fra le nazioni e le popolazioni. Laureato in Scienze
politiche all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, ha lavorato in
stretto contatto con la Associazione della Stampa Estera di
Roma. Presidente di Assadakah, che ha fondato a Roma nel 1994, è
celebre per aver intervistato personaggi del mondo politico nazionale e
internazionale, tra i quali proprio il segretario generale di Hezbollah, Sayyed
Hassan Nasrallah, assassinato lo scorso 27 settembre 2024, oltre che Moammar
El Gheddafi, il leader curdo Abdallah Ocalan e poi Bettino
Craxi, Enrico Berlinguer, Gianni De Michelis, Giulio Andreotti, Luciano Lama,
ecc.
Talal
ha ringraziato per prima cosa la presenza dei rappresentanti degli inviati
italiani e arabi, “in particolare del Sultanato dell’Oman, che è considerato un
modello per la politica di buon vicinato e di dialogo.
Ha
affermato: «Oggi più che mai, abbiamo bisogno di un una politica saggia come
questa, in cui troviamo paesi che cooperano per il bene del progresso e del
benessere dei loro popoli».
Ha
elogiato il ruolo del "Sultanato dell'Oman nello stabilire le basi della
pace nella regione del Golfo", spiegando che esso è «il soldato
sconosciuto nel sistema di consolidamento della pace nella regione del Golfo in
particolare e nel Medio Oriente in generale perché lavora in silenzio senza
alcun rumore mediatico».
Naturalmente
Talal ha espresso la sua preoccupazione oltre che per l’annosa situazione
palestinese, l’eccidio di bambini, di donne e civili, oltre che per le continue
minacce dei coloni in Cisgiordania che sta diventando un’altra Gaza, per quello
che sta oggi accadendo in Libano dove cominciano a scarseggiare le risorse e
l’assistenza medica e umanitaria.
Si
è detto preoccupato anche per la vita stessa dei giornalisti presenti nelle
zone di guerra ai quali ha suggerito di sviluppare una sensibilità a percepire
da dove arriva il pericolo per poter essere presenti e necessari ma correndo
meno rischi possibili.
È
intervenuta poi Chiara Cavalieri, membro del Think Tank di
geopolitica Il Nodo di Gordio. Una donna preparatissima sulle
questioni di Geopolitica del Medio Oriente, con area di competenza particolare,
quella dell’Egitto perché segue costantemente le attività culturali
dell’Accademia Araba d’Egitto e gode di diffusa stima presso gli ambienti
egiziani di Roma, ivi compresa l’Associazione di amicizia e-business del
Presidente della Comunità egiziana Basem Salama Ibrahim. È altresì
Presidente dell’Associazione Italo Egiziana “Eridanus”, con sede a
Torino, che promuove lo scambio sociale e interculturale tra Italia
ed Egitto ed in generale tra i cittadini di differente appartenenza etnica,
sociale e culturale.
La
dottoressa ha tracciato con molta chiarezza e lucidità la situazione attuale
che si prospetta in Medioriente e i possibili scenari di Pace che si potrebbero
verificare qualora gli interlocutori coinvolti davvero lo volessero.
La
Cavalieri, dal canto suo, infatti, ha anche fatto luce sulla complessa
situazione della regione minata dalle divisioni interne in alcuni Paesi. Ha
denunciato l'uccisione di leader politici in Medioriente affermando che non ci
sarà modo di negoziare se permane tale situazione e l'intera regione potrebbe
cadere in uno stato di caos atto a riflettersi direttamente su tutti i paesi
del mondo, soprattutto l’Europa.
Infine
è intervenuto Mohamed Yuossef Ismail Alì, Giornalista e Scrittore,
Portavoce della comunità egiziana in Italia e in Europa, responsabile affari
internazionali per Assadakah, corrispondente di varie testate
giornalistiche arabe tra cui il Primo Canale della TV di Stato egiziana, In TV.
Youssef
ha paragonato l’attuale situazione di silenzio rispetto al genocidio
palestinese e all’incipiente massacro libanese che Netanyahu sta attualmente
commettendo, a quanto commetteva Hitler che agiva indisturbato durante il
nazismo a massacrare ebrei, omossessuali, zingari, ecc..
Il silenzio dei paesi del mondo è continuato
per tre anni, dopo i quali abbiamo scoperto che il mondo aveva perso milioni di
persone innocenti, tra cui sei milioni di ebrei.
Oggi,
nonostante l’esistenza dei media che trasmettono notizie incessanti, appare
incredibile che la comunità internazionale non riesca a bloccare per lo meno i
massacri di civili, donne e bambini in atto, per una grave mancanza di
coscienza, in attesa che si possano sviluppare dialoghi di pace.
Insomma,
le discussioni dei relatori hanno riguardato il deterioramento della situazione
in Medio Oriente, in particolare l'aggressione contro i territori palestinesi e
il Libano, la richiesta di un cessate il fuoco immediato, l'attuazione delle
risoluzioni internazionali, in particolare la risoluzione 1701, e la necessità
di sostegno umanitario.
Io
ho avuto l’onore di moderare l’incontro e nel finale ho letto - con la
collaborazione della Poetessa Veronica Paredes - una Fiaba sul talento dei
bambini di ogni nazionalità nell’abbattimento di Muri di Divisione e nel
disegno di un Mondo di Pace, intitolata Il Tempo Profondo
dell’infanzia.
Partendo
da una frase del Premio Russo Nobel Iosif Aleksandrovič Brodskij riferita
alla sua San Pietroburgo, con un immenso FIUME, si passa all’immenso Muro di
Gerusalemme:
«C’era una volta un ragazzino, che viveva nel paese più ingiusto
del mondo, governato da individui che da ogni punto di vista umano dovevano
essere considerati dei degenerati e c’era una città, la più bella città sulla
faccia della terra, con un immenso» muro grigio che separava una
parte della città dall’altra, una parte della gente dall’altra, ma soprattutto
una parte dei bambini dagli altri bambini.
La Fiaba sviluppa l’idea di Francesco del dialogo interreligioso di
un unico Dio per tutti e il concetto di “tempo profondo”: «Il tempo profondo
fa i conti non solo con la cronaca, che è cruda realtà d’oggi, ma anche con
lasciti antichi o non recenti che nessuno dei soggetti coinvolti ignora: se
questo viene rimosso nel discorso pubblico globale, ognuno si sentirà non
capito e quindi portato a sentire e leggere solo con le lenti del suo proprio
tempo profondo o solo della sua cronaca».
Mentre la comprensione reciproca può aiutare a godere delle
bellezze di ognuno e della natura per tutti rappresentata dalle piante tipiche
di quei luoghi come descritte dallo scrittore palestinese AHMAD RAFIQ AWAD:
«ulivi,
pini, querce, aceri, melograni, mandorli, nespoli, pioppi, prugni, e poi
terebinti, limoni, ginestre, roseti, viti, palme, aranci, fichi d’india, e
tutte le erbe aromatiche conosciute».
Talal Khrais, infine, ha chiesto al pubblico se ci fossero domande.
Sono intervenute la giornalista Rai Daniela Binello e Alina Latinina, figlia della
Responsabile del Salotto Letterario della Casa Russa Elena Sotnikova,
presente all’incontro.
Era presente anche un’altra giornalista Rai, Laura Mandolesi.
Un ringraziamento davvero particolare va a Marwa Al Khayal,
autrice di queste foto e video, per l’impagabile lavoro che sempre svolge
dietro le quinte.