Mandolino D’oro e Chitarra d’Argento – Alexander Aco Bocina
Ognuno di noi ha una missione, un talento innato che determina il senso della sua stessa esistenza. Eppure molti trascorrono la maggior parte del tempo senza avere chiarezza di quale sia l’essenza del loro vivere. Sono rari gli individui che si rendono conto del compito divino che gli è stato assegnato dal grande Architetto dell’Universo. E questo in qualunque campo dell’ingegno ci si voglia addentrare. Ci sono, però, personaggi che hanno avuto la fortuna e la capacità di intendere immediatamente in che direzione dovevano muoversi, come se la loro missione fosse scritta a grandi caratteri nel DNA.
È questo il caso del musicista croato Alexander Aco Bocina, nato a Spalato, in Dalmazia, milanese d’adozione ormai da venticinque anni. La sua strada del cuore l’ha seguita già da quando aveva soltanto nove anni, un numero tre volte perfetto di tre, prima donando il suo cuore alla chitarra, poi a un vicino parente del violino, il Mandolino. Il Mandolino di Aco è un essere vivente, un’entità con cui il musicista si confronta, si confessa e che lo sostiene incessantemente come una Grande Madre. Le mani di Aco si muovono sicure, esplorano tutte le possibili corde dello strumento e compongono i suoni con tutte le sfumature che solo il suo geniale tocco può generare.
Aco non è solo, il Mandolino è partecipe, lo segue ovunque, innalza la sua armonia al cielo, si lascia accarezzare, diventa suono, musica, corda, arco e freccia e poi percussioni, tamburo e cuore, un grande cuore pulsante. Il fraseggio con il suo padrone rammenta un’intimità piena di Eros, una relazione che nessun altro può sostenere, un rapporto totale e totalizzante, fatto di complicità e consapevolezza. Aco è integro quando si accoppia con quello strumento che lo fa volare verso le spiagge luminose di Dio. Bisogna sentirlo, ma anche guardarlo: infatti suona con le mani, ma anche con tutto il suo Essere. Comincia con la sua tecnica raffinata e geniale, presente a se stesso ed emozionato come alla sua prima esibizione, poi si estranea e valica i confini della realtà. Apre le pareti del tempo, si spinge in un altrove fatto delle altezze di altri pianeti, di vibrazioni che mettono in movimento come in un diapason i cuori della gente, facendo espandere il piacere dell’ascolto, la connessione con i propri corpi e il collegamento magico con tutte le forze del Cosmo. È come se tutti i suoni della sua terra si mettessero in moto da soli e si trascinassero dietro le contaminazioni mediterranee – flamenco, musica popolare italiana, greca, araba, balcanica, con incursioni jazz, blues e rock – di quel coacervo di etnie che abitano sulle sponde del Mare Nostrum. Mi immagino il nostro Musicista che mentre suona si trasferisce impalpabilmente nella sua Spalato e ne cattura i discorsi antichi, la saggezza degli antenati, i lamenti dei vinti e gli impulsi gioiosi dei vincitori, fa risuonare dentro la cassa armonica del suo mandolino i riti ancestrali per propiziare i raccolti, le arcaiche danze della pioggia, i balli pieni di forza e di speranza degli sposi, dei fidanzati, delle coppie collaudate di anziani. E poi ogni tanto rallenta il ritmo e si addolcisce, aprendo un sipario sui panorami che deve aver avuto davanti agli occhi nell’infanzia e nella giovinezza, di un mare tremendamente invitante, di orizzonti sconosciuti, di albe luminose e tramonti infuocati. Il discorso musicale è già di per sè un viaggio nei recessi oscuri della psiche, nei labirinti intricati dell’anima, nei leggeri ed evanescenti percorsi dello Spirito. Quando il Maestro Bocina tocca con passione le sue corde è come una giornata ventosa che viaggia per tutto lo spazio trascinando tutto quello che trova, fa volare le anime, travolge i cuori e accende emozioni dimenticate. I cammini si fanno luminosi e abbandonati al timone del vento che soffia sempre più intensamente.
Chissà quale Itaca ha nel cuore questo ulisside partito per spazi sconfinati con i capelli al vento, sempre più perduto nelle danze sacre dell’istinto animalesco che non conosce barriere. Un viaggio piacevole, vellutato, sospinto dagli applausi dei viandanti incontrati per caso un’ora, un minuto o anche solo un istante. Aco non si fermerebbe mai, continuerebbe a suonare tutto il tempo, ma quando proprio è costretto, ripone il mandolino nella sua custodia e se lo porta sempre con se, nel corpo, nell’anima e nel cuore.
Vi chiederete: se dovesse scegliere tra la donna più bella e dolce del mondo e il suo Mandolino, cosa farebbe? Come un vero Artista, sceglierebbe se stesso, forse solo se dovesse buttare dalla torre suo figlio o il Mandolino – solo in quel caso -, sceglierebbe Ivan, ma sono certa che si augura di non dover mai fare questa scelta!
Aco ha a cuore i bambini come il suo – diventato ormai maggiorenne – e non permetterebbe a nessuno di maltrattarli. Anzi gli piace partecipare ad eventi in beneficenza in loro favore.
È stato felicissimo, infatti, lo scorso 23 luglio 2019, di partecipare a un grande evento al GruVillage Festival in favore dei bambini della Cambogia, di quei bambini sporchi e poverissimi che sono l’anima di quel paese, con i loro occhi neri e tondi, sempre pronti ad accogliere gli stranieri e a dar loro il benvenuto con un abbraccio.
Il suo straordinario concerto di musica gitana è stato fatto, dunque, con il preciso scopo di devolvere l’incasso a favore del progetto promosso dalla Onlus Waltzing Around Cambodia, “Il Ristorante dei Bambini di Strada”, una struttura dove i bambini di strada della città di Phnom Penh, capitale della Cambogia, tornano per qualche ora a fare i bambini. Si tratta di un luogo quotidiano di accoglienza per questi ragazzini che possono consumare un pasto caldo, essere sottoposti a quel minimo di igiene che impedisca loro di contrarre gravi malattie, ricevere le necessarie cure mediche e quel minimo di istruzione che domani li aiuti a diventare qualcuno, come Aco, per esempio, che è nato in una famiglia povera ed è stato salvato dalla musica.
Aco Bocina ha girato tutta l’Europa con i suoi concerti sia come chitarrista eclettico e mandolinista geniale, sia come primo mandolino di una grande orchestra, la Kud Jedinstvo di Spalato.
L’atmosfera dei suoi concerti è esplosiva con quel mix di suggestioni delle più disparate culture che si intrecciano tra le sue dita e le sue corde interiori per integrarsi profondamente in una espressione artistica aperta e cosmopolita. La fantasia del Maestro stupisce in ogni concerto e il suo stile rivoluzionario si incarna perfettamente nella fisicità del suo personaggio che nasconde proprio nella sua chioma fluente la forza di un Sansone moderno.
Poiché Bocina ama l’arte e la bellezza, i percorsi misteriosi del viaggio e i paesaggi selvaggi della natura, in questo periodo di Coronavirus rischia di essere rinchiuso come un animale ingabbiato. E visto che probabilmente per molto tempo non potranno essere fatti veri e propri concerti con un pubblico numeroso e caloroso, abbiamo pensato che si potrebbero organizzare degli eventi a porte chiuse, dei concerti nel cuore delle città più popolose, dove le persone possano assistere alle performance di artisti virtuosi e geniali come il nostro italo-croato, dalle finestre e dai balconi e con un collegamento televisivo sulle reti nazionali. Se ogni italiano donasse in Crowdfunding soltanto un euro a questi eventi si riuscirebbe a incassare una cifra importante per finanziare le famiglie che sono state devastate dall’emergenza sanitaria e dal distanziamento fisico che tale emergenza ha causato, gli artisti rimasti senza reddito, gli attori senza teatro, i commercianti senza più merce. Sono certa che Aco sposerebbe immediatamente questa iniziativa e sarebbe estremamente felice di partecipare alla raccolta fondi per finanziare il genio artistico italiano.
Penso che la Croce Rossa sia l’Organizzazione più adatta a questo scopo. Cerchiamo, quindi, di pensare a soluzioni nuove per quelli che potrebbero non lavorare per tanto tempo, sono certa che la solidarietà degli italiani, che si sono inventati la Musica dai Balconi e il carrello sospeso, farebbe il resto…