La poesia di Jacques Brel
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Il faut oublier Bisogna dimenticare
Tout peut s'oublier Tutto si può dimenticare
Qui s'enfuit déjà Chi fugge già
Oublier le temps Dimenticare il tempo
Des malentendus Dei malintesi
Et le temps perdu Ed il tempo perso
A savoir comment A sapere come
Oublier ces heures Dimenticare queste ore
Qui tuaient parfois Chi uccideva talvolta
A coups de pourquoi A colpi di perché
Le coeur du bonheur Il cuore della felicità
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Moi je t'offrirai Io ti offrirò
Des perles de pluie Delle perle di pioggia
Venues de pays Venute da paesi
Où il ne pleut pas Dove non piove mai
Je creuserai la terre Io scaverò la terra
Jusqu'après ma mort Fino dopo la mia morte
Pour couvrir ton corps Per coprire il tuo corpo
D'or et de lumière D'oro e di luce
Je ferai un domaine Io farò un campo
Où l'amour sera roi Dove l'amore sarà re
Où l'amour sera loi Dove l'amore sarà legge
Où tu seras reine Dove sarai la regina
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Je t'inventerai Io ti inventerò
Des mots insensés Delle parole insensate
Que tu comprendras Che tu comprenderai
Je te parlerai Io ti parlerò
De ces amants-là Di questi amanti
Qui ont vu deux fois Chi ha visto due volte
Leurs coeurs s'embraser I loro cuori infiammarsi
Je te raconterai Io ti racconterò
L'histoire de ce roi La storia di questo re
Mort de n'avoir pas Morto per non averti
Pu te rencontrer Potuto incontrarti
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
On a vu souvent Si è visto spesso
Rejaillir le feu Schizzare il fuoco
De l'ancien volcan Del vecchio vulcano
Qu'on croyait trop vieux Che si credeva troppo vecchio
Il est paraît-il A quanto pare
Des terres brûlées Alcune terre bruciate
Donnant plus de blé Danno più di grano
Qu'un meilleur avril Che un migliore aprile
Et quand vient le soir E quando viene la sera
Pour qu'un ciel flamboie Affinché un cielo fiammeggi
Le rouge et le noir Il rosso ed il nero
Ne s'épousent-ils pas Non si sposano
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Je ne vais plus pleurer Io non vado più a piangere
Je ne vais plus parler Io non vado a più a parlare
Je me cacherai là Mi nasconderò là
A te regarder A guardarti
Danser et sourire Danzare e sorridere
Et à t'écouter Ed ad ascoltarti
Chanter et puis rire Cantare e poi ridere
Laisse-moi devenir Lasciami diventare
L'ombre de ton ombre L'ombra della tua ombra
L'ombre de ta main L'ombra della tua mano
L'ombre de ton chien L'ombra del tuo cane
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Ne me quitte pas Non abbandonarmi
Jacques Brel Jacques Brel
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Gli Esseri del Regno di Fantasia non si arrendono mai, che siano umili fanciulle o giovani coraggiosi, splendide principesse o nobili principi, piumosi pulcini o soffici aquilotti… Fatine ed elfi, vecchine sapienti e bimbi giudiziosi, uccelli variopinti e farfalline leggiadre si aggirano nel Mondo di Fata Immaginazione, Tessitrice dei nostri Sogni…
Informazioni personali
- Patrizia Boi
- Roma, Roma, Italy
- Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.
venerdì 5 aprile 2013
La Poesia in musica
giovedì 4 aprile 2013
Dal 13 AL 28 aprile al Caffè Letterario la mostra personale di Rosa Dragonetti
Giovedì 4 aprile 2013, ore 23:21:57
Pasqua di Resurrezione - Ariete
News Eventi
2 aprile 2013
Dal 13 al 28 aprile, presso il Caffè Letterario di Roma in via Ostiense n. 95, si terrà la mostra personale di Rosa Dragonetti, pittura e scrittura in un unico discorso artistico.
La scrittura diventa, attraverso la sua valenza estetica, un originale e inconsueto mezzo di comunicazione pittorica. L'artista "dipinge il suo pensiero" su superfici che richiamano i muri sporchi e scrostati sui quali lavorano i writers.
La sua gestualità è istintiva e accoglie le soluzioni che la tela improvvisa e regala.
Per la Dragonetti "la tela è il nulla dell'ideazione, non va 'ripopolata' perché è bianca, se l'ideazione non c'è è meglio lasciare la tela bianca. La tela è un'alleata protagonista che possiede un'individualità "pensante". Lavoriamo insieme e firmiamo insieme il lavoro...".
In questo "viscerale rapporto con la tela", il quadro dell'artista si trasforma in una creatura che ospita riflessioni, convinzioni, sfide, messaggi, ponendo un interrogativo sul significato e sul ruolo dell'arte. Non è casuale che il titolo della mostra sia "Arte?", forse un invito a considerare l'arte come occasione di riflessione e interpretazione della realtà. Lo spettatore, infatti, provocato da un linguaggio a volte quasi irriverente, diventa protagonista perchè è chiamato a dare una risposta, avviare discussioni e ad aprire una prospettiva più ampia sull'arte.
L'inaugurazione è prevista sabato 13 aprile dalle 19.00 alle 22.30, ma l'artista sarà presente al Caffè Letterario tutti i sabati e domeniche per incontrare e scambiare pensieri.
Patrizia Boi
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mercoledì 3 aprile 2013
martedì 2 aprile 2013
Il rispetto dei confini ci rende liberi: il Biancospino una barriera tra i mondi
http://www.wsimagazine.com/it/diaries/report/benessere/il-biancospino-un-ansiolitico-naturale_20130322125856.html
Senza Radici non si Vola Il Biancospino insegna ad accogliere il fluire della vita e i passaggi da uno stadio all’altro dell’esistenza: pubertà, giovinezza, età adulta, menopausa, vecchiaia. Il Biancospino è la pianta maestra dei confini, dà forza e valore al rispetto di sé, protegge e accoglie ciò che è nutriente per la persona, è la pianta per antonomasia del rispetto del proprio territorio. Ha anche il dono di portarci nel mondo della fantasia e della magia. Il Biancospino ci prepara a onorare il bianco della morte, ma anche il bianco della rinascita, il rosso del sangue e del dolore, ma anche il rosso della passione e della vita. L’insegnamento del Biancospino è: “Se io rispetto i miei confini sono libero”. (Lucia Berrettari)
Le proprietà del Biancospino (Crataegus-monagyna)
Il nome Crataegus deriva dal greco Kratos che significa "forza". Sarebbe stato il filosofo e botanico greco Teofrasto a battezzare la pianta per la durezza del legno e per l'impressione di forza che trasmette l'intera pianta. Si tratta di un arbusto caratterizzato dalle spine, i fiori candidi come la neve e i frutti scarlatti come il fuoco. Può raggiungere un'altezza di 12 metri e una vita di cinquecento anni, per questo spesso si presenta come un vero e proprio albero. La corteccia grigio-bruno ha molte piccole squame, chioma rotonda, fiori bianchi dal tenero profumo, frutti polposi detti "pomi" che forniscono cibo invernale per tordi, pettirossi, merli, ecc. Se ne può ricavare una gelatina ricca di vitamina C. In tempo di carestia i frutti di Biancospino sono stati utilizzati anche dall'uomo, seccati, macinati e mescolati alla farina per fare il pane; sicuramente rientravano nell'alimentazione degli uomini delle palafitte. Il legname è duro e viene utilizzato per costruire oggetti domestici, mentre dalle spine si ricavano i fusi. Per via degli intrichi impenetrabili dei suoi rami spinosi, insieme alle rose selvatiche, il Biancospino è stato spesso utilizzato per costruire recinzioni creando barriere di protezione naturali.
Simbologia e leggenda
Nell’antica Grecia era di buon auspicio adornare gli altari di fiori di Biancospino durante le nozze. Gli antichi romani lo chiamavano alba spina o spina bianca: era la pianta consacrata sia a Flora, dea della primavera, sia a Maia, dea del mese di maggio. Poiché Maia a maggio imponeva castità, si evitavano le cerimonie nuziali nel mese di maggio oppure si accendevano cinque torce di Biancospino per placare l’ira della dea. Nel corso del Medioevo, sempre nel mese di maggio, il Biancospino era oggetto di rito: se ne poneva una pianta nella piazza del paese e si danzava attorno per chiedere prosperità. I Celti dedicavano al Biancospino il periodo da metà maggio a metà giugno. Una leggenda inglese narra che Giuseppe di Arimatea, leggendario fondatore della cristianità britannica e primo custode del Santo Graal, raccolse il sangue di Cristo, poi si diresse in Britannia. Sbarcato nell’isola piantò il suo bastone sulla terra e da esso nacque miracolosamente una pianta di Biancospino, accanto alla quale egli costruì la prima chiesa d'Inghilterra. Ogni anno il Biancospino fioriva alla vigilia di Natale e si portava un ramo al re e alla regina d'Inghilterra. Si credeva che i fiori candidi della pianta fossero il simbolo della purezza della Vergine, che i frutti scarlatti fossero le gocce del sangue di Cristo, e i rami spinosi la corona di spine sul capo di Gesù. Per i Sumeri rappresenta la pianta dell’immortalità dell’anima: si raccoglie in fondo al mare per godere di eterna giovinezza. In Francia si dice che essendo stata la corona di spine per il martirio di Cristo, la pianta emetta gemiti nel giorno del venerdì santo. La tradizione vuole anche che il Biancospino protegga dai fulmini.
Proprietà fitoterapiche
Tradizionalmente il Biancospino viene utilizzato come ricostituente, antidiarroico, cardiotonico, ipotensivo e ansiolitico. La droga viene estratta sia dai fiori, sia dalle foglie che dai frutti. È molto usato in medicina popolare in quanto contiene vari acidi organici e altre sostanze (flavonoidi, tannini, ecc.) che esercitano un’azione antispasmodica sul cuore e i suoi vasi sanguigni, regolando la pressione e la pulsazione cardiaca. Tali sostanze agiscono anche sul sistema nervoso centrale con effetto sedativo. La pianta è usata contro i disturbi della menopausa in quanto cura l'ansietà, gli squilibri neuro-vegetativi e l’insonnia. Viene spesso consigliato nei casi di angina pectoris, aritmia e ipertensione arteriosa. È utile anche per curare l’arteriosclerosi. Dal punto di vista dell’energetica cinese, il Biancospino è una pianta aespressione yang, in quanto tratta gli eccessi di calore della loggia cardiaca.
I Rimedi di Lidia
Vento di Biancospino
Questo infuso d’erbe è un rimedio efficace per rilassarsi:
- Fiori d’Arancio gr. 40
- Fiori e foglie di Biancospino gr. 30
- Fiori e foglie di Tiglio gr. 30
Versare 1 cucchiaio da minestra della tisana in 1 tazza d’acqua bollente, lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e bere. Si può aggiungere miele.
Fiore Spinato
Rimedio efficace contro l’ansia:
- Fiori e Foglie di Biancospino gr. 40
- Foglie di Melissa gr. 40
- Fiori di Lavanda gr. 40
Versare 1 cucchiaio da minestra della tisana in una tazza di acqua bollente, lasciare in infusione per 15 minuti, filtrare e bere al bisogno.
A cura di Lidia Costa
Lunedì, 25 Marzo 2013
REPORT - Italy, Benessere
Il Biancospino, un ansiolitico naturale
Il rispetto per i confini rende liberi.
Le proprietà del Biancospino (Crataegus-monagyna)
Il nome Crataegus deriva dal greco Kratos che significa "forza". Sarebbe stato il filosofo e botanico greco Teofrasto a battezzare la pianta per la durezza del legno e per l'impressione di forza che trasmette l'intera pianta. Si tratta di un arbusto caratterizzato dalle spine, i fiori candidi come la neve e i frutti scarlatti come il fuoco. Può raggiungere un'altezza di 12 metri e una vita di cinquecento anni, per questo spesso si presenta come un vero e proprio albero. La corteccia grigio-bruno ha molte piccole squame, chioma rotonda, fiori bianchi dal tenero profumo, frutti polposi detti "pomi" che forniscono cibo invernale per tordi, pettirossi, merli, ecc. Se ne può ricavare una gelatina ricca di vitamina C. In tempo di carestia i frutti di Biancospino sono stati utilizzati anche dall'uomo, seccati, macinati e mescolati alla farina per fare il pane; sicuramente rientravano nell'alimentazione degli uomini delle palafitte. Il legname è duro e viene utilizzato per costruire oggetti domestici, mentre dalle spine si ricavano i fusi. Per via degli intrichi impenetrabili dei suoi rami spinosi, insieme alle rose selvatiche, il Biancospino è stato spesso utilizzato per costruire recinzioni creando barriere di protezione naturali.
Simbologia e leggenda
Nell’antica Grecia era di buon auspicio adornare gli altari di fiori di Biancospino durante le nozze. Gli antichi romani lo chiamavano alba spina o spina bianca: era la pianta consacrata sia a Flora, dea della primavera, sia a Maia, dea del mese di maggio. Poiché Maia a maggio imponeva castità, si evitavano le cerimonie nuziali nel mese di maggio oppure si accendevano cinque torce di Biancospino per placare l’ira della dea. Nel corso del Medioevo, sempre nel mese di maggio, il Biancospino era oggetto di rito: se ne poneva una pianta nella piazza del paese e si danzava attorno per chiedere prosperità. I Celti dedicavano al Biancospino il periodo da metà maggio a metà giugno. Una leggenda inglese narra che Giuseppe di Arimatea, leggendario fondatore della cristianità britannica e primo custode del Santo Graal, raccolse il sangue di Cristo, poi si diresse in Britannia. Sbarcato nell’isola piantò il suo bastone sulla terra e da esso nacque miracolosamente una pianta di Biancospino, accanto alla quale egli costruì la prima chiesa d'Inghilterra. Ogni anno il Biancospino fioriva alla vigilia di Natale e si portava un ramo al re e alla regina d'Inghilterra. Si credeva che i fiori candidi della pianta fossero il simbolo della purezza della Vergine, che i frutti scarlatti fossero le gocce del sangue di Cristo, e i rami spinosi la corona di spine sul capo di Gesù. Per i Sumeri rappresenta la pianta dell’immortalità dell’anima: si raccoglie in fondo al mare per godere di eterna giovinezza. In Francia si dice che essendo stata la corona di spine per il martirio di Cristo, la pianta emetta gemiti nel giorno del venerdì santo. La tradizione vuole anche che il Biancospino protegga dai fulmini.
Proprietà fitoterapiche
Tradizionalmente il Biancospino viene utilizzato come ricostituente, antidiarroico, cardiotonico, ipotensivo e ansiolitico. La droga viene estratta sia dai fiori, sia dalle foglie che dai frutti. È molto usato in medicina popolare in quanto contiene vari acidi organici e altre sostanze (flavonoidi, tannini, ecc.) che esercitano un’azione antispasmodica sul cuore e i suoi vasi sanguigni, regolando la pressione e la pulsazione cardiaca. Tali sostanze agiscono anche sul sistema nervoso centrale con effetto sedativo. La pianta è usata contro i disturbi della menopausa in quanto cura l'ansietà, gli squilibri neuro-vegetativi e l’insonnia. Viene spesso consigliato nei casi di angina pectoris, aritmia e ipertensione arteriosa. È utile anche per curare l’arteriosclerosi. Dal punto di vista dell’energetica cinese, il Biancospino è una pianta aespressione yang, in quanto tratta gli eccessi di calore della loggia cardiaca.
I Rimedi di Lidia
Vento di Biancospino
Questo infuso d’erbe è un rimedio efficace per rilassarsi:
- Fiori d’Arancio gr. 40
- Fiori e foglie di Biancospino gr. 30
- Fiori e foglie di Tiglio gr. 30
Versare 1 cucchiaio da minestra della tisana in 1 tazza d’acqua bollente, lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e bere. Si può aggiungere miele.
Fiore Spinato
Rimedio efficace contro l’ansia:
- Fiori e Foglie di Biancospino gr. 40
- Foglie di Melissa gr. 40
- Fiori di Lavanda gr. 40
Versare 1 cucchiaio da minestra della tisana in una tazza di acqua bollente, lasciare in infusione per 15 minuti, filtrare e bere al bisogno.
A cura di Lidia Costa
Pubblicato: Venerdì, 22 Marzo 2013
Autore: Patrizia Boi
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