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Roma, Roma, Italy
Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.

giovedì 23 maggio 2013

http://www.wsimagazine.com/it/diaries/report/musica/il-coro-delle-voci-bianche-parpignol_20130522102159.html#.UZ6Cr7VA1qU

WSI
Giovedì, 23 Maggio 2013

REPORT - Italy, Musica

Il Coro delle voci bianche Parpignol

Il metodo del Maestro Tanaquilla Leonardis.

Il Coro delle voci bianche Parpignol

Sono convinta si possa dare il meglio solo quando una forza interiore ci guida verso la verità di quanto stiamo compiendo. E sono certa che nel campo artistico questo cieco abbandono all’emozione generi performance a cui val la pena d’assistere. Di certo è questa la spinta che muove il Maestro Tanaquilla Leonardis quando dirige il Coro dei suoi piccoli, intermedi e grandi. Durante un concerto è come un’onda che danza sul profilo piatto dell’oceano per riportare a galla il sommerso. Ogni cellula del corpo, ogni gesto, sguardo, movimento sono volti a ottenere il massimo dalle voci che danno vita a un melodioso canto. Il maestro in quel momento si unisce alle voci, al suono, alle sinfonie che ha progettato, provato e riprovato. E non potrebbe essere altrimenti visto che la sua voce è stata scelta per il doppiaggio dei canti italiani de La Sirenetta (Den lille Havfrue), la fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen. È un voce che esce dal mare quella di Tanaquilla, un suono raro, pieno di armonia e dolcezza. La Leonardis trasmette empaticamente le sue conoscenze ai piccoli riescendo a farli cantare in latino, francese, inglese, tedesco e perfino in giapponese. Può capitare che anche dopo una sola prova i coristi imparino miracolosamente il pezzo, con i toni, le pause, i tempi e le parole giusti: è sconvolgente se si pensa che magari a scuola non riescono a insegnar loro una poesia in un’altra lingua nemmeno dopo dura fatica… Sarà per via del metodo usato? 

La Leonardis è diplomata in pianoforte e canto lirico, ma ha approfondito i suoi studi frequentando corsi di aggiornamento sulla metodologia de L'Orff-Schulwerk messa a punto da Carl Orff, che ha particolare riguardo per il fattore ritmico nella sua totalità: la sua importanza è nel movimento, nella voce e nella musica strumentale e ricerca l'elementarità e la metodologia pratica. Musica elementare è musica a misura di bambino, comprensibile e accessibile attraverso l'utilizzo della scala pentatonica (ad esempio Do Re Mi Sol La). Come diceva Orff: "la musica per bambini nasce lavorando con i bambini e lo Schulwerk vuole essere stimolo per un proseguimento creativo autonomo; infatti esso non è definitivo, ma in continua evoluzione". 
Tanaquilla ha applicato anche questo metodo nel passato, attualmente ha messo a punto invece una tecnica tutta sua incentrata sulla voce nel bambino. Lei applica la tecnica corale lirica degli adulti modulandola sulla voce dei piccoli e si appoggia alla tecnica dei vocalizzi (per lo sviluppo della risonanza dell’articolazione, dell’estensione vocale e dell’uguaglianza del registro, vocalizzi a più parti per la ricerca della fusione timbrica) di Pablo Colino, religioso, musicista e scrittore spagnolo, Canonico e Maestro di Cappella emerito della Basilica di San Pietro in Vaticano.

I vocalizzi come riscaldamento e l’applicazione della lirica ai bambini sono solo una parte dell’abilità di Tanaquilla, ma la sostanza del suo lavoro è dettata dalla passione, dalla luce negli occhi che la illumina quando scopre un nuovo talento, dall’attenzione a ogni particolare di un concerto, compresi i regali a ciascun bambino al termine della perfomance. Lei pensa sempre a ogni dettaglio e alla fine dell’esibizione sono tutti contenti, il pubblico, i coristi e soprattutto lei stessa che ha assorbito l’energia degli applausi calorosi che sempre la accompagnano. 

Il Coro Parpignol è un’idea che nasce dopo un percorso iniziato come insegnante a partire dal 1985. Nei primi anni il maestro ha applicato le metodologie dell’Orff Schulwerk in scuole elementari e superiori pubbliche e private e ha proseguito il suo percorso didattico specializzandosi nella tecnica vocale applicata ai bambini, insegnando per diversi anni all’Accademia Romana di Musica e nel coro Matite Colorate della Basilica di S. Croce a Gerusalemme. Da questa esperienza Tanaquilla ha costituito con sei giovani elementi il gruppo La banda dei Cherubini con cui ha svolto un’intensa attività concertistica. 

Dal 2006 Tanaquilla ha amalgamato i coristi dei cherubini delle varie scuole con altri nuovi talenti, e ha creato la sua scuola di canto e coro per bambini - Coro di Voci Bianche Parpignol - presso il teatro di Nostra Signora di Lourdes nel quartiere di Tormarancia a Roma. Si dedica anima e corpo a questi bambini, con attenzione e rigore, fornendo loro gli strumenti educativi per formarli anche nella vita ad affrontare le prove a cui si viene continuamente sottoposti. Attualmente sta preparando il coristi alla partecipazione al Concorso Corale Internazionale che si terrà a ottobre a Riva del Garda in Trentino. Il Primo Premio è arduo da conquistare, ma bisogna sempre credere nel Potere dei Sogni.
Pubblicato: Mercoledì, 22 Maggio 2013
Autore: Patrizia Boi

Il Coro delle voci bianche ParpignolIl Coro delle voci bianche ParpignolIl Coro delle voci bianche Parpignol
Il Coro delle voci bianche ParpignolIl Coro delle voci bianche ParpignolIl Coro delle voci bianche Parpignol

Ogni strumento ha un suo Dio: per il mandolino c'è Aco. Il 27 maggio a Bologna

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Recensione di Patrizia Boi
Ogni strumento ha un suo Dio:  per il mandolino c’è Aco
A Bologna il 27 maggio
 
Dopo lo strepitoso trionfo registrato nelle tournée di Svezia e Danimarca (http://www.skanskan.se/article/20120916/NOJE/709169941/-/extranummer-stjal-forestallningen), ritorna in Italia il concertista croato Aco Bocina, musicista virtuoso e appassionato, Principe della chitarra e Signore incontrastato del mandolino.
Reduce dal successo del 18 maggio a Roma (http://www.wsimagazine.com/it/diaries/report/musica/intervista-al-musicista-croato-aco-bocina_20130507234336.html#.UZjuNLVA1qU), approda finalmente a Bologna dopo dieci anni di assenza dove si esibirà nello storico Teatro dell’Antoniano lunedì 27 maggio alle 21,00 (il ricavato sarà devoluto in beneficenza a Divers for Africa).
Accompagnato da musicisti d’eccezione, Aco Bocina si presenta al pubblico petroniano con il vasto repertorio della sua Mediterranean Word Music, che spazia dai ritmi tzigani di Alegria Gitana, a quelli balcanici di Balkan Express, ai temi latini di Emocion, alle influenze arabe di Hombres Azules fino alla sua originale interpretazione di musiche moderne quali Hotel California, o classiche come la Danza Ungherese di Brahms.
I concerti di Aco conducono sempre  a un’immersione profonda nei ritmi e suoni dei suoi strumenti.  Dapprincipio, lui  si presenta al pubblico con la chitarra cercando di percepire il termometro dello spettatore, quindi si muove imprevedibilmente senza una scaletta precostituita affidandosi alla sua fantasia ed estro di animale da palcoscenico. Quando il contatto empatico con la gente è stato stabilito,  Aco abbraccia il mandolino con dolcezza, il suo cuore si espande vertiginosamente e avviene un miracolo di centratura tra la terra e il cielo. In connessione profonda con il mezzo, ne maneggia con maestria tutte le possibili corde concesse a un dio mortale.  Il suono diventa discorso intimo con lo strumento, relazione primordiale con il legno di cui esso è costituito, un misto tra l’abbandono mistico alle potenzialità di quella vibrazione e la forza di una melodia che si fa armonia celeste e lettura misteriosa di ogni abisso.
Aco possiede il corpo del mandolino in ogni suo possibile respiro, lo accarezza, lo stimola, lo scuote, lo indirizza, lo guida, lo costringe, regalandoci un viaggio nella sua anima primigenia che partendo dall’idea di liuto, attraverso la fase di mandola,  giunge alla perfezione di mandolino, memoria di ogni musica ancestrale prodotta nel tempo.
Non dimentichiamoci della funzione catartica che la musica ha avuto in passato quando la medicina ufficiale non aveva gli strumenti per curare la povertà e la miseria della gente. Rammentiamo quella “Terra del Rimorso” del De Martino dove i tarantati, morsi dalla fame e da un Eros inibito dalla feroce cultura cattolica dominante, trovavano pace e guarigione proprio grazie alla terapia musicale.
Tamburello, organetto, chitarra, violino e mandolino…, quindi, un complessino costituito proprio per la cura di ogni male attraverso la danza…
La danza, ecco lo stimolo principale che ottengono i concerti di Aco, un irresistibile bisogno di danzare, di alzarsi dalle comode poltrone della nostra vita e metterci in movimento facendo vibrare le verità nascoste dentro di noi. Ogni spettatore potrebbe farlo ma non ne ha il coraggio, eppure, se fosse più attento, potrebbe notare lo spirito evanescente di Pina Bausch che si dondola leggero nel palcoscenico seguendo il movimento indotto dai ritmi coinvolgenti e intensi della musica di Aco, potrebbe percepire il fluttuare delle sue vesti e l’oscillazione di quel corpo fatto apposta per accompagnare la magia del suono.
Aco è il Taumaturgo che può risvegliare in tutti noi un ballo aperto alla sinfonia delle emozioni che la vita ci può donare: così è ogni vero artista, un intermediario tra il mondo visibile e il mistero dell’invisibile che abbiamo paura di guardare.
Chi volesse vedere un Figlio del Vento invece che lo schermo piatto del televisore, non manchi assolutamente questo appuntamento.

La danzatrice Nicoletta Mastroianni accompagnerà alcuni brani del concerto.
 
Lunedì 27 maggio 2013 ore 21,00
Bologna, Teatro Antoniano – Via Guinizelli, 3
Info: 366-8752031
Prevendita: Bar Kaffeina Bologna – via degli Orti 5a
Il 27 maggio dalle ore 20,00 biglietteria al Teatro Antoniano

il 25 a Milano 2013 ARTICOLO di Patrizia BOI...
Silvia Vizzotto23 maggio 15.43.15
il 25 a Milano 2013
ARTICOLO di Patrizia BOI per il concerto di Bologna:

Ogni strumento ha un suo Dio:
per il mandolino c’è Aco
A Bologna il 27 maggio

Dopo lo strepitoso trionfo registrato nelle tournée di Svezia e Danimarca (http://www.skanskan.se/article/20120916/NOJE/709169941/-/extranummer-stjal-forestallningen), ritorna in Italia il concertista croato Aco Bocina, musicista virtuoso e appassionato, Principe della chitarra e Signore incontrastato del mandolino.
Reduce dal successo del 18 maggio a Roma (http://www.wsimagazine.com/it/diaries/report/musica/intervista-al-musicista-croato-aco-bocina_20130507234336.html#.UZjuNLVA1qU), approda finalmente a Bologna dopo dieci anni di assenza dove si esibirà nello storico Teatro dell’Antoniano lunedì 27 maggio alle 21,00 (il ricavato sarà devoluto in beneficenza a Divers for Africa).
Accompagnato da musicisti d’eccezione, Aco Bocina si presenta al pubblico petroniano con il vasto repertorio della sua Mediterranean Word Music, che spazia dai ritmi tzigani di Alegria Gitana, a quelli balcanici di Balkan Express, ai temi latini di Emocion, alle influenze arabe di Hombres Azules fino alla sua originale interpretazione di musiche moderne quali Hotel California, o classiche come la Danza Ungherese di Brahms.
I concerti di Aco conducono sempre a un’immersione profonda nei ritmi e suoni dei suoi strumenti. Dapprincipio, lui si presenta al pubblico con la chitarra cercando di percepire il termometro dello spettatore, quindi si muove imprevedibilmente senza una scaletta precostituita affidandosi alla sua fantasia ed estro di animale da palcoscenico. Quando il contatto empatico con la gente è stato stabilito, Aco abbraccia il mandolino con dolcezza, il suo cuore si espande vertiginosamente e avviene un miracolo di centratura tra la terra e il cielo. In connessione profonda con il mezzo, ne maneggia con maestria tutte le possibili corde concesse a un dio mortale. Il suono diventa discorso intimo con lo strumento, relazione primordiale con il legno di cui esso è costituito, un misto tra l’abbandono mistico alle potenzialità di quella vibrazione e la forza di una melodia che si fa armonia celeste e lettura misteriosa di ogni abisso.
Aco possiede il corpo del mandolino in ogni suo possibile respiro, lo accarezza, lo stimola, lo scuote, lo indirizza, lo guida, lo costringe, regalandoci un viaggio nella sua anima primigenia che partendo dall’idea di liuto, attraverso la fase di mandola, giunge alla perfezione di mandolino, memoria di ogni musica ancestrale prodotta nel tempo.
Non dimentichiamoci della funzione catartica che la musica ha avuto in passato quando la medicina ufficiale non aveva gli strumenti per curare la povertà e la miseria della gente. Rammentiamo quella “Terra del Rimorso” del De Martino dove i tarantati, morsi dalla fame e da un Eros inibito dalla feroce cultura cattolica dominante, trovavano pace e guarigione proprio grazie alla terapia musicale.
Tamburello, organetto, chitarra, violino e mandolino…, quindi, un complessino costituito proprio per la cura di ogni male attraverso la danza…
La danza, ecco lo stimolo principale che ottengono i concerti di Aco, un irresistibile bisogno di danzare, di alzarsi dalle comode poltrone della nostra vita e metterci in movimento facendo vibrare le verità nascoste dentro di noi. Ogni spettatore potrebbe farlo ma non ne ha il coraggio, eppure, se fosse più attento, potrebbe notare lo spirito evanescente di Pina Bausch che si dondola leggero nel palcoscenico seguendo il movimento indotto dai ritmi coinvolgenti e intensi della musica di Aco, potrebbe percepire il fluttuare delle sue vesti e l’oscillazione di quel corpo fatto apposta per accompagnare la magia del suono.
Aco è il Taumaturgo che può risvegliare in tutti noi un ballo aperto alla sinfonia delle emozioni che la vita ci può donare: così è ogni vero artista, un intermediario tra il mondo visibile e il mistero dell’invisibile che abbiamo paura di guardare.
Chi volesse vedere un Figlio del Vento invece che lo schermo piatto del televisore, non manchi assolutamente questo appuntamento.

La danzatrice Nicoletta Mastroianni accompagnerà alcuni brani del concerto.

Lunedì 27 maggio 2013 ore 21,00
Bologna, Teatro Antoniano – Via Guinizelli, 3
Info: 366-8752031
Prevendita: Bar Kaffeina Bologna – via degli Orti 5a
Il 27 maggio dalle ore 20,00 biglietteria al Teatro Antoniano
il 25 a Milano 2013 ARTICOLO di Patrizia BOI...
Silvia Vizzotto23 maggio 15.43.15
il 25 a Milano 2013
ARTICOLO di Patrizia BOI per il concerto di Bologna:

Ogni strumento ha un suo Dio:
per il mandolino c’è Aco
A Bologna il 27 maggio

Dopo lo strepitoso trionfo registrato nelle tournée di Svezia e Danimarca (http://www.skanskan.se/article/20120916/NOJE/709169941/-/extranummer-stjal-forestallningen), ritorna in Italia il concertista croato Aco Bocina, musicista virtuoso e appassionato, Principe della chitarra e Signore incontrastato del mandolino.
Reduce dal successo del 18 maggio a Roma (http://www.wsimagazine.com/it/diaries/report/musica/intervista-al-musicista-croato-aco-bocina_20130507234336.html#.UZjuNLVA1qU), approda finalmente a Bologna dopo dieci anni di assenza dove si esibirà nello storico Teatro dell’Antoniano lunedì 27 maggio alle 21,00 (il ricavato sarà devoluto in beneficenza a Divers for Africa).
Accompagnato da musicisti d’eccezione, Aco Bocina si presenta al pubblico petroniano con il vasto repertorio della sua Mediterranean Word Music, che spazia dai ritmi tzigani di Alegria Gitana, a quelli balcanici di Balkan Express, ai temi latini di Emocion, alle influenze arabe di Hombres Azules fino alla sua originale interpretazione di musiche moderne quali Hotel California, o classiche come la Danza Ungherese di Brahms.
I concerti di Aco conducono sempre a un’immersione profonda nei ritmi e suoni dei suoi strumenti. Dapprincipio, lui si presenta al pubblico con la chitarra cercando di percepire il termometro dello spettatore, quindi si muove imprevedibilmente senza una scaletta precostituita affidandosi alla sua fantasia ed estro di animale da palcoscenico. Quando il contatto empatico con la gente è stato stabilito, Aco abbraccia il mandolino con dolcezza, il suo cuore si espande vertiginosamente e avviene un miracolo di centratura tra la terra e il cielo. In connessione profonda con il mezzo, ne maneggia con maestria tutte le possibili corde concesse a un dio mortale. Il suono diventa discorso intimo con lo strumento, relazione primordiale con il legno di cui esso è costituito, un misto tra l’abbandono mistico alle potenzialità di quella vibrazione e la forza di una melodia che si fa armonia celeste e lettura misteriosa di ogni abisso.
Aco possiede il corpo del mandolino in ogni suo possibile respiro, lo accarezza, lo stimola, lo scuote, lo indirizza, lo guida, lo costringe, regalandoci un viaggio nella sua anima primigenia che partendo dall’idea di liuto, attraverso la fase di mandola, giunge alla perfezione di mandolino, memoria di ogni musica ancestrale prodotta nel tempo.
Non dimentichiamoci della funzione catartica che la musica ha avuto in passato quando la medicina ufficiale non aveva gli strumenti per curare la povertà e la miseria della gente. Rammentiamo quella “Terra del Rimorso” del De Martino dove i tarantati, morsi dalla fame e da un Eros inibito dalla feroce cultura cattolica dominante, trovavano pace e guarigione proprio grazie alla terapia musicale.
Tamburello, organetto, chitarra, violino e mandolino…, quindi, un complessino costituito proprio per la cura di ogni male attraverso la danza…
La danza, ecco lo stimolo principale che ottengono i concerti di Aco, un irresistibile bisogno di danzare, di alzarsi dalle comode poltrone della nostra vita e metterci in movimento facendo vibrare le verità nascoste dentro di noi. Ogni spettatore potrebbe farlo ma non ne ha il coraggio, eppure, se fosse più attento, potrebbe notare lo spirito evanescente di Pina Bausch che si dondola leggero nel palcoscenico seguendo il movimento indotto dai ritmi coinvolgenti e intensi della musica di Aco, potrebbe percepire il fluttuare delle sue vesti e l’oscillazione di quel corpo fatto apposta per accompagnare la magia del suono.
Aco è il Taumaturgo che può risvegliare in tutti noi un ballo aperto alla sinfonia delle emozioni che la vita ci può donare: così è ogni vero artista, un intermediario tra il mondo visibile e il mistero dell’invisibile che abbiamo paura di guardare.
Chi volesse vedere un Figlio del Vento invece che lo schermo piatto del televisore, non manchi assolutamente questo appuntamento.

La danzatrice Nicoletta Mastroianni accompagnerà alcuni brani del concerto.

Lunedì 27 maggio 2013 ore 21,00
Bologna, Teatro Antoniano – Via Guinizelli, 3
Info: 366-8752031
Prevendita: Bar Kaffeina Bologna – via degli Orti 5a
Il 27 maggio dalle ore 20,00 biglietteria al Teatro Antoniano

martedì 21 maggio 2013

Domani con Gramsci alla Sala della Federazione della Stampa ore17,00

 
Carissime/i,
Sono lieta di invitarVi
 
Mercoledì 22 Maggio 2013 ore 17.00
Presso la Sala della Federazione Nazionale della Stampa
Corso Vittorio Emanuele II,349 Roma
Sala della Federazione Nazionale della Federazione Nazionale della Stampa
Convegno di studi internazionali
“Mille libri per Gramsci”
Un caloroso abbraccio
Maria Gemma Azuni
 
 
 
 
 

I Riti di passaggio: Solstizio d'estate o Litha con Lucia immersi nella bellezza delle colline e boschi di Casamonti


Litha Solstizio d’estate

 

Inizio del seminario venerdi ore 16.30 e termine sabato ore 18.30

Circondati da una terra magica  piena di alberi, profumi ed animali  nella calda  accoglienza di Casamonti 

Cogliamo la forza della GUARIGIONE

 

Il tema più importante del solstizio di estate è rappresentato dalla guarigione

Il ciclo continuo che regola tutta la vita nell’universo  e che ci conduce verso il cammino di consapevolezza e conoscenza della nostra anima ci mostra Il continuo alternarsi di Vita – Morte – Vita , e di unione e rispetto tra energia Maschile e Femminile. La vita e la trasformazione  non possono prescindere da ciò.

Per far nascere occorre prima morire e occorre  che vi sia equilibrio tra il sole e la terra che simbolicamente rappresentano l’energia maschile e femminile. E’ questo equilibrio che produce l’acqua che è di per sé vita e fonte ed  vita.  

Una grande magia pervade il solstizio d’estate che i greci chiamavano  “la Porta degli Uomini” Il sole simbolicamente sembra fermarsi e dona tutta la sua potenza a Madre Terra, prima che inizi la sua fase discendente.

In questi giorni è permesso agli  percepire e incontrare tutto ciò che di magico e spirituale vive intorno a noi, fate, elfi, spiriti di luce sono percepibili e sono lì al nostro servizio per aiutarci e guidarci in questo momento magico verso  il compimento e verso la celebrazione della vita.

“La porta degli uomini” rende l’uomo consapevole del valore della vita in ogni aspetto e dell’amore  e protezione da cui può essere circondato se è in grado di percepirlo.

Tutte le forze del ciclo continuo della vita sono  pronte ad aiutare ed agevolare il compimento e alla realizzazione.

-  è il tempo propiziatorio per le unioni che  possono rafforzarsi, crearsi ;

- è il tempo di pensare intensamente al compimento dei nostri progetti. Tutto quello che abbiamo seminato, cercato di far nascere può  realizzarsi ed è  fondamentale portare la nostra intenzione verso  questo scopo.

 

È il tempo della guarigione.

Tutta la natura e Madre Terra è protesa per far guarire sia l’anima che il corpo

 

Venerdì dalle 16.30  daremo spazio alla magia con riti che agevolano l’unione, la realizzazione e la guarigione

E’ il un momento di festa dove l’energia maschile e femminile si uniscono ed è il tempo per celebrare il compimento di cosa vogliamo realizzare e per dar forza alla guarigione

La cena sarà una  festa,  piena di colori, musica, danze

Dopo cena un momento di grande intimità spirituale e ritiro silenzioso ed intimo dentro  la “Caverna Cosmica” ( luogo dove chiedere aiuto e protezione al divino) poi  passaggio  in mezzo ai falò attraverso la “porta degli uomini”per celebrare e portare a compimento le nostre richieste.

Vi chiedo  di portare un oggetto che sia il simbolo di ciò che stiamo chiedendo.

Nella giornata di sabato attraverso le costellazioni familiari

Portiamo chiarezza sul  nostro obbiettivo:

cosa lo frena

cosa lo rende concreto e realizzabile

quale forza può proteggerlo e aiutarlo

Mandala dell’Abbondanza

In questa giornata ci sarà un grosso momento dedicato alla forza degli antenati e al  potenziale che ci viene dall’appartenere proprio alla nostra famiglia.

Il termine della giornata di sabato  sarà segnato dall’unione e il riconoscimento dell’energia maschile e femminile che si incontrano e in questa unione rendono fertili i nostri intenti e progetti.
 
 


 
Per Info e Prenotazioni:
Lucia Berrettari 333.2669620
lufreya@gmail.com
 



 

 

 

 
 
 

lunedì 20 maggio 2013

Oggi alle 20,30 metro Barberini il Film di Peter Marcias sul destino di una comunità rom a Cagliari

il film Dimmi che destino avrò, ambientato a Cagliari, dell'oristanese Peter Marcias sarà presentato a Roma, lunedì 20 maggio alle ore 20.30 ( alle ore 20.00 aperitivo) all'Università EUCAMPUS, in via del Tritone, 169.

Ingresso libero , fino a esaurimento posti.