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Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.

Recensioni su Patrizia BOI e Articoli scritti da Patrizia BOI

Patrizia Boi
  • Collabora con WSI da gennaio 2013
Patrizia Boi
Patrizia Boi è nata a Cagliari e vive a Roma dove lavora per una grande società di servizi come ingegnere civile. Scrive romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia oltre che articoli, interviste e saggi.
È autrice del romanzo Donne allo specchio pubblicato nel 2006 da L'Autore Libri Firenze nella collana Biblioteca 80-Narratori, nel 2008 giunto alla terza edizione, e della raccolta di fiabe Storie di Magiaillustrato da Maria Cristina Lo Cascio e pubblicato nel 2011 dalla Happy Art Edizioni di Milano, nella collana Le Radici, con il patrocinio della Provincia di Cagliari, della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Cagliari e della Associazione Europea dell’Allegria.
Alcune sue filastrocche sono state pubblicate nel 2007 sulla rivista mensile Noidonne. Nel 2009 ha pubblicato una serie di racconti sul quotidiano Il Nuovo Territorio di Latina e nel 2011 una serie di storie sulla rivista Le Donne Raccontano di Milano. È presente nella plachette Oltre italianuda Edizione elettronica, La città e le stelle, 2010. Dal 2011 fino alla chiusura ha collaborato con il mensile Sardinews di Giacomo Mameli, per il quale ha pubblicato la fiaba Il Mascheraio Magico. Dal 2012 collabora con Contemporary Literary Horizon di Daniel Drogomirescu, una rivista bilingue e multiculturale indipendente di cultura e spiritualità contemporanea, dove ha pubblicato, in italiano con traduzione rumena a fronte, le fiabe Il Mascheraio Magico, Il Mago Palandrana e la vecchia Zaira, La Chiavetta Magica, Il Principe Amos e la Ballerina dal cuore d’oro, Il Pinguino Imperatore. Nel 2013 ha collaborato con il Portale dell’Eur. Dal 2013 scrive articoli, interviste e fiabe per Wall Street International Magazine per il quale ha pubblicato le fiabe: Il Castello dell’amore Puro, La Regina di Pietra e il Ragazzo di Legno, Amos e la ballerina dal cuore d’oro, Lug e suo figlio Catorchio; Perla, la donna scheletro; Il Saggio, lo Scemo e la Cagnetta; La Magnolia dai fiori di porpora; La donna delle ossa; Luchino e la ranocchia; L'Albero Andronico; Erlak, la Donna Foca; La Fata Alba Spina; Il Ginepro e la Gineprina; Il Larice innamorato. Dal 2014 collabora con il giornale Tottus in Pari di Massimiliano Perlato, con il portale di cultura e informazione Controluce e con il periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica I Diari di Cineclub. Nel corso del 2014 ha pubblicato, sempre per Wall Street International Magazine, a puntate, il volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno: L’Abete Bianco di Neve, L’Acero Burlone, La Palude delle Betulle, Il Lamento nella Faggeta, La Sequoia Illuminata, All’Ombra del Grande Tiglio, Il Fico Selvatico, La Quercia della Conoscenza, La Casetta sull’Olivastro, Le Gemelle del Noce, Il Castagno rubato, L’Olmo Solitario), scritto in collaborazione con l'erborista Lidia Costa e la costellatrice Lucia Berrettari. Una scrittrice, la cantastorie, un’erborista, la donna di medicina, una costellatrice, la strega guaritrice, interpretano con le loro diverse arti lo spirito e la magia delle piante e il loro potere di guarigione. Dal 2015 collabora organizzando eventi e mostre con Roberto Luciani - Architetto, Archeologo, Storico dell’Arte, sul quale ha scritto una monografia in corso di pubblicazione. Dal 2016 collabora pubblicando articoli e studi sull’ambiente con la Community Internazionale The World of Collaborative Engineering - A creative Revolutionwww.collengworld.com Dal 2016 è inserita nel Direttivo del Gremio dei Sardi di Roma per il quale propone e organizza eventi coinvolgendo intellettuali e artisti dell’Isola. Dall’inizio del 2017 collabora con l’Organizzazione Psicoalchimia della Psicologa Maria Burgarella con la quale condivide articoli, interviste e seminari. Nel giugno 2017 ha pubblicato per la collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi (Vicepresidente dell’OICE - Associazione delle Organizzazioni di Ingegneria e di Consulenza Tecnico-Economica -, membro del consiglio di amministrazione dell’EFCA - European Federation of Engineering Consultancy Associations - e delegato dall’OICE come rappresentante italiano in FIDIC - International Federation of Consulting Engineers). Si tratta di un corposo volume di 592 pagine, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano (http://www.sergiopessolano.it/), incentrato sulle tecnologie innovative, gli strumenti all’avanguardia, ma soprattutto i nuovi modelli organizzativi che si stanno ancora sviluppando nel campo dell’Ingegneria – come la Wikinomics, il BIM, la Stampa 3D, la tecnologia Blockchain, i bitcoin, gli Smart Contracts e le Organizzazioni Esponenziali e sulla rivoluzione culturale che rappresenterà l’approccio professionale di tipo collettivo: “l’Ingegneria Collaborativa”.
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Articoli di Patrizia Boi



Con la scrittrice ed Editore algherese Neria De Giovanni 
e con lo scrittore e poeta santulussurgese Diego Manca 

Recensioni e Articoli
su Patrizia Boi
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14/4/2012 - Le magie di Patrizia Boi
Storie di magia – Il nuovo Libro di fiabe di Patrizia Boi



E’ uscito il nuovo libro di Patrizia Boi, “Storie di magia”, Happy Art Edizioni di Milano – Collana Le Radici – Euro 13,50 (casa editrice specializzata nella realizzazione di libri illustrati per ragazzi, libri strenna, narrativa e favolistica http://www.gruppoart.com ) e illustrato da Maria Cristina Lo Cascio  ( http://www.inkandcolors.com/locascio.htm ), una raccolta di tredici fiabe dove principesse, principi, maghi, fate, streghe, animali fantastici, oggetti magici popolano luoghi reali o immaginari dove si attua la trasformazione  che si compie in tutte le fiabe. La raccolta si caratterizza per aver introdotto, negli schemi tradizionali della fiaba di Propp, l’elemento filastrocca ed averlo utilizzato, oltre che come strumento per tracciare una morale finale, come sistema di comunicazione dei vari personaggi magici.

Il testo è rivolto a un pubblico di bambini delle scuole elementari anche se, come è risaputo, le fiabe sono tutto sommato un piacevole intrattenimento per chiunque: infatti, un tempo e "davanti al fuoco " erano gradite ad adulti e bambini di entrambi i sessi e spesso il compito della narrazione era affidato alle donne. Per questo volume la Boi ha ottenuto il patrocinio della Provincia di Cagliari, della  Commissione Pari opportunità e dell’Associazione Europea dell’Allegria.

La scrittrice cagliaritana, di professione ingegnere, autrice del romanzo “Donne allo specchio” edito da MEF – L'Autore Libri Firenze nel 2008, ormai alla terza edizione, ha ultimamente pubblicato una serie di racconti scritti per la rivista milanese “Le donne raccontano” e per il quotidiano “ Il Nuovo Territorio di Latina”.

E’ in corso di pubblicazione sul Web la sua fiaba dedicata all’artista di Serdiana, Agostino Dessì, intitolata Il Mascheraio Magico. L’autrice, colpita dalla passione di Agostino per il suo lavoro – le sue maschere sono conosciute in tutto il mondo –ha voluto raccontare ai più piccoli – sempre servendosi dello strumento della filastrocca – come le opere create con passione e amore possano improvvisamente animarsi. Ma il vero interesse della scrittrice, certamente dettato dal legame con Sardegna, è quello per la natura e per le piante in particolare. E’ nato così Legende di Piante – Nostra Protezione ed equilibrio in Terra, un’opera in cui una scrittrice, la cantastorie, un’erborista, la donna di medicina, una costellatrice, la strega guaritrice e una disegnatrice, la sognatrice, interpretano con le loro diverse arti lo spirito e la magia delle piante e il loro potere di guarigione.

Il libro scritto in collaborazione con l’erborista fiorentina Lidia Costa, con la costellatrice fiorentina Lucia Berrettani, è attualmente in fase di illustrazione sempre da parte della milanese Lo Cascio e uscirà per conto di una nota azienda di prodotti naturali.

Dopo il suo romanzo che ha partecipato al Festival letterario San Bartolomeo a Cagliari e all’evento Un ponte tra due culture a Istanbul, la scrittrice sarda, che attualmente svolge anche il lavoro di progettista e direttore lavori per conto di Ferrovie e Comune di Roma nella realizzazione di un parco lineare con pista ciclabile, percorso pedonale, zone sosta per adulti e bambini in un contesto immerso nel verde, approderà a breve nell’isola per nuovi incontri organizzati dalla Provincia di Cagliari.

 



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 Articolo pubblicato su Il Tirreno il 9 aprile 2011
Donne allo specchio
di Patrizia Boi

Storie di donne allo specchio

PISA. Nell'ambito del programma delle iniziative del "Marzo delle donne", promosso dal Comune di Pisa, oggi alle 16.30, presso la Sala Baleari di Palazzo Gambacorti, sarà presentato il romanzo di Patrizia Boi Donne allo specchio (ed. L'Autore Libri Firenze). Le vicende delle protagoniste si dipanano in una Puglia dove storia, tradizioni, arte e magia creano una narrazione fuori dal tempo e il tema del viaggio si salda idealmente con quello della maternità. Nel romanzo aleggia l'atmosfera fiabesca, elemento prioritario nelle opere della Boi. Saranno di prossima pubblicazione le raccolte di fiabe storie di magia e animali e altre bestie. All'incontro interverranno, insieme all'autrice, Titina Maccioni, presidente del consiglio comunale di Pisa, Marilù Chiofalo, assessore alle Pari opportunità, Piera Angela Deriu, presidente dell'Associazione "Grazia Deledda", Marina Zazo, presidente della Fidapa. Chiuderà la serata il gruppo Tenores Sisine della città di Benetutti.
09 aprile 2011
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Recensione di Amalia Schirru – Deputato XVI Legislatura - Pubblicata il 31 Maggio 2009 sul sito www.amaliaschirru.it

Donne allo specchio di Patrizia Boi
"Una storia di donne, come il titolo ci preannuncia, ma non solo. Leggeremo di una storia d‘amore, dell’incontro tra culture diverse, di relazioni tra donne profondamente diverse ma mai così complici, intime e vicine, leggeremo di uomini capaci di inaudite violenze, di uomini capaci di amori impensabili e forti, di vita, di genitori, di tradizioni e racconti popolari perduti nel tempo. “Costanza si è aiutata da sola: è forte, caparbia, non ha mai mollato. Un’altra, al suo posto, avrebbe piagnucolato, avrebbe cercato conforto a destra e a manca. Non ha voluto saperne di spaventare la famiglia, si è rifugiata nei mali di una società arretrata ma solidale con le situazioni più ingrate dell’esistenza, quest’esperienza l’ha temprata e lei ne ha fatto tesoro come di una qualunque gioia di vita.” In queste poche righe, che sono le parole di Fabrizio, l’uomo che conquisterà il cuore di Costanza, sono descritti in modo esemplare il carattere, la forza, l’essenza stessa della protagonista di Donne allo Specchio, il romanzo di Patrizia Boi che, giunto alla terza edizione, ancora non finisce di stupirmi per i piccoli, grandi spunti che regala ad ogni lettura. Costanza è una ragazza spagnola, incinta di pochi mesi che, in vacanza Italia, in Puglia per la precisione, ha un malore e viene accompagnata nell’ospedale cittadino. Qui conoscerà Elsa, una donna giovane, bella, forte ma dal passato difficile, vittima con la sorella di una storia familiare terribile, custode di un indicibile segreto. Tra i letti dell’ospedale, in una calda estate levantina, le due donne stringeranno una grande amicizia fatta di confidenza, di comprensione, di intimità e di aiuto reciproco....
Costanza è figlia di un filosofo, cresciuta tra libri e in un ambiente intellettualmente stimolante, mentre Elsa di un operaio e cresciuta nelle difficoltà di una vita ‘normale’. Ma le due donne riusciranno comunque ad aprirsi l’una con l’altra, superando con leggerezza e solidarietà le enormi differenze culturali, a testimonianza di una capacità tutta al femminile di accogliere e valorizzare le diversità. I libri di Costanza, introvabili nella libreria e biblioteca locale, contrastano fortemente con le riviste leggere ‘Famiglia Cristiana’ e ‘Novella 2000’ che Elsa offre in dono alla sua nuova amica. Ma Costanza le legge, senza esitazione, perché anche in questo si intravede la volontà di conoscere, di condividere le diversità di due appartenenze sociali molto lontane. La società ‘arretrata’ che viene chiamata in causa dalle parole di Fabrizio è qui la società contadina e operaia, quella di cui Elsa fa parte, la società dei più deboli, fatta di madri-schiave, di mariti e figli maschi padroni, di imbruttimento crescente, nella quale si mescolano povertà materiale e spirituale, l’ignoranza di chi ha meno e che non avrà mai una possibilità di vita diversa, in un ciclo infinito di sofferenze e spesso inarrestabile. La nostra Patrizia Boi ci racconta di questa società complessa attraverso gli occhi e le parole di Costanza, attraverso le vite delle tante donne che si succedono nel reparto dell’ospedale, attraverso lo sguardo, sovente distante e approfittatore, spesso appassionato e devoto, degli uomini verso quelle donne. Una complessità umana che se non governata, compresa, tollerata può produrre solo sofferenza, casi ‘sociali’ al limite, ma che nello stesso tempo è anche capace di ‘grande solidarietà con le situazioni più ingrate dell’esistenza’, con i dolori degli altri. Costanza infatti trova comprensione e aiuto concreto proprio in chi è più in difficoltà di lei, da chi ha provato maggiori sofferenze ed è provata da un passato impossibile da dimenticare. Sullo sfondo una terra aspra e affascinante. Con il suo folclore, il suo dialetto, le sue leggende, racconti epici nei quali i temi come la maternità, l’amicizia, la relazione amorosa, si rivelano essere lo specchio di sentimenti autentici e viscerali, dalle radici profonde e ancestrali. Così è la Puglia di Elsa e Fabrizio, così è il Mediterraneo, con la Spagna di Costanza e – azzardo - la Sardegna, terra che ha visto nascere Patrizia Boi. C’è un filo rosso che unisce queste terre, bagnate da un mare che separa ma che allo stesso tempo unisce, luoghi di accoglienza, in cui la multietnicità è un dato di fatto, un valore, una ricchezza. Luoghi dove persistono e convivono pacificamente, intersecandosi come nei racconti di Fabrizio, la tradizione e la modernità, nel rispetto di entrambi. “Donne allo specchio” ci fa riflettere sulla nostra realtà attuale. La gioiosa e compassionevole mescolanza di diversità del romanzo, ricca di una ‘pietas’ ormai quasi perduta, si scontra con le immagini dei nostri telegiornali, con i dibattiti nel nostro Parlamento, con gli incomprensibili ‘passi indietro’ che la società italiana pare compiere rispetto agli stessi temi. La paura del diverso, dello straniero conduce agli eccessi di una totale e diffusa cecità rispetto alle sofferenze di chi sfugge alla guerra, alla miseria, alla fame e cerca nel nostro paese accoglienza e sollievo. Come sembrano lontani, anni luce, questi atteggiamenti da quell’Italia che, pur pochi decenni orsono, cercava la stessa fortuna all’estero e che condivideva con l’ospite, lo straniero, la miseria di un pasto o un giaciglio. Quella in cui viviamo oggi è una realtà di insofferenza e di sospetto, di paura, di mancanza di solidarietà. Ecco perché Costanza, Elsa, Fabrizio, Goran, Georges, e tutti i personaggi del libro hanno, tutti, qualcosa da insegnarci. Perché sono capaci attraverso il dialogo, che è parola ma anche ‘scritto’ – e tante sono le lettere presenti nel romanzo – di rompere i divari economici e sociali, allentare le diversità di appartenenza, attraverso quello strumento meraviglioso che è il rispetto e la sete di conoscenza reciproca, la gratitudine per uno scambio generoso. È così che l’aiuto di Costanza ad una donna succube della sua famiglia di maschi ‘primitivi’, viene ricompensata dal marito ‘troglodita’ con una cassa di uva fresca, dono spontaneo e riconoscimento rispettoso. Il contadino che offre ciò che ha, di materiale, per un aiuto che è spirituale. Perfetto incontro tra due mondi distanti che arrivano a toccarsi e ad accettarsi riconoscendosi. Nel romanzo tutti i personaggi mi pare possano dirsi ‘liberati’. Costanza chiude con un’esistenza monotona e infelice, stretta tra un compagno sbagliato e un amante passeggero. Elsa, con il suo aprirsi, si libera del macigno di un passato di sofferenza e tragedia. Fabrizio rompe con la solitudine e trova l’amore, la sua aquilegia, dando un senso ad una vita che è stata di studi, di ricerca, di aiuto per le donne. Il sostegno al parto, alleviare quelle sofferenze che per le donne si ripeteranno sotto diverse forme durante tutta la vita, diventare medico per continuare l’esperienza di un padre, medico dei lavoratori, vicino ai più deboli. In questa variegata realtà - raccontata così intensamente da Patrizia – dove anche il silenzio esprime relazione e il dialogo, le confidenze, fin le più intime e nascoste, la condivisione dei rispettivi vissuti, giungono ad offrire alle donne la forza di conoscersi e riconoscersi. Per cambiare e liberarsi, riscoprendo la gioia di vivere, senza giudizi affrettati, con accettazione e comprensione. Il tutto, narrato con stile sapiente, poetico, solare, colorato e quasi sospeso, come spesso sono le calde giornate marine, capace di rimandare agli archetipi, al sentire proprio di una femminilità ancestrale, quasi primordiale.
Amalia Schirru
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Recensione di Amalia Schirru – Deputato XVI Legislatura - Pubblicata il 7 Giugno 2008 sul sito www.amaliaschirru.it 
Donne allo Specchio
'Lo scorso 7 Giugno, un sabato ricco di incontri nel mio paese perché teatro della manifestazione Monumenti Aperti,  ho avuto l’onore di presentare ai lettori intervenuti nella nostra biblioteca un libro che ho letto recentemente e che ho subito amato. Si tratta di ‘Donne allo specchio’ della scrittrice Patrizia  Boi. Una splendida, forte, intensa storia di donne, un libro che viaggia tra il presente e il passato, magico, reale, ambientato in una terra ricca d’incanto quale è la Puglia, terra di Mediterraneo.

Il libro narra dunque una storia d’amore ma è di più, va oltre, spingendosi in un viaggio nella storia, in un parallelo di vite femminili così apparentemente diverse tra loro da poter essere opposte, in bilico tra due terre, tra Italia e Spagna. Una storia d’amore che nasce e fiorisce grazie al sentimento della complicità che riesce a nascere anche tra donne così diverse, grazie al valore vero dell’amicizia.
Vediamo il frutto di relazioni forti tra uomo e donna ma anche tra donne che, insieme, maturano e si confrontano nel segno della sofferenza condivisa e della solidarietà.

Temi come la maternità,  l’amicizia, la relazione, sono lo specchio di sentimenti autentici che – io credo - persistano ancora nelle aree del Mediterraneo, in Puglia, in Spagna come in Sardegna, terra che ha visto nascere la scrittrice. Sono queste terre di accoglienza, in cui la multietnicità è un dato di fatto, un valore, una ricchezza. Luoghi dove persistono e convivono pacificamente la tradizione e la modernità, nel rispetto, che  è capacità di valorizzare le diversità.

In questa realtà - raccontata così intensamente da Patrizia Boi – anche il silenzio è relazione, e il dialogo, le confidenze, fin le più intime e nascoste, l’aiuto reciproco, la condivisione dei propri vissuti, danno alle donne la forza di conoscersi e riconoscersi. Per cambiare e liberarsi dalla sofferenza di esistenze e monotone, di disagi, di inquietudini. Il tutto, narrato con stile sapiente, poetico e quasi fiabesco capace di rimandare agli archetipi, al sentire proprio di una femminilità ancestrale, primordiale.

Patrizia Boi è nata a Cagliari ma vive a Roma. Da anni collabora con l’associazione Donne in Nero cui viene devoluto il 50% dei ricavati dalla vendita del suo romanzo. Patrizia è un’ingegnera di formazione ma la letteratura sembra essere il suo liquido amniotico, così come la poesia, cui si dedica.
‘Donne allo specchio’ è la sua opera prima.'
Amalia

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Pubblicato Su Sardegna Biblioteche Il Sistema Bibliotecario della Sardegna http://www.sardegnabiblioteche.it/j/v/110?s=85037&v=2&c=1445&t=1
Incontri con gli autori in Biblioteca
Appuntamento con i lettori all'Auditorium della Biblioteca "S. Satta" di Nuoro: 

mercoledì 11 giugno, ore 18:30
sarà presentato il romanzo di Patrizia Boi "Donne allo specchio" (L'Autore Libri, Firenze), giunto alla terza edizione. 

La scrittrice cagliaritana, che vive e lavora a Roma come ingegnere ferroviario, approda a Nuoro dopo una serie di incontri nelle varie città dell’Isola. 

Donne allo Specchio è la sua opera prima, un romanzo complesso che contiene al suo interno molti romanzi, molte ipotesi di lettura che vanno oltre le vicende delle protagoniste e che si allargano nell’orizzonte del lettore come fossero cerchi concentrici. 

Scrive il poeta e critico romano Luca Benassi “Due donne provenienti da ambienti diversi, l’una spagnola e l’altra pugliese, si specchiano e si svelano nella rievocazione delle proprie esperienze, creando ponti che si tendono alle sponde opposte del Mediterraneo. Si tratta di un viaggio che è insieme scoperta della contraddizione della condizione umana e femminile, come per le grandi donne della tragedia greca, e immersione nella storia, nella leggenda e nella cultura di una terra del Sud. Le vicende di Costanza, Elsa e Fabrizio si intersecano con le storie di Federico II, delle maghe, delle “tarantolate”, dei riti ancestrali e dei popoli che hanno attraversato la Puglia, immergendo il lettore in un’atmosfera di sogno fuori dal tempo, regalandogli il senso delle origini e del mistero.” 

Il Sindaco di Nuoro Dott. Mario Demuru Zidda porgerà i saluti. 
Interverranno con l’autrice: 
Natalino Piras, scrittore, 
Maria Antonietta Cossu Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Nuoro, 
Delia Fenu Vice Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Cagliari, 
Franco Romanò, scrittore e critico, direttore della rivista letteraria "Il cavallo di Cavalcanti".

L'artista di Nuoro Nietta Condemi De Felice leggerà alcuni brani tratti dal libro. 

Il libro - "Donne allo Specchio" è l'opera prima di Patrizia Boi, un romanzo complesso che contiene al suo interno molti romanzi, molte ipotesi di lettura che vanno oltre le vicende delle protagoniste e che si allargano nell’orizzonte del lettore come fossero cerchi concentrici. 

L'autrice - Patrizia Boi, scrittrice cagliaritana, vive e lavora a Roma come ingegnere ferroviario, approda a Nuoro dopo una serie di incontri nelle varie città dell’Isola. Donne allo Specchio è la sua opera prima. 
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Articolo pubblicato nel Sito Ufficiale
del Consorzio Per la Pubblica Lettura S. Satta di Nuoro il 04 giugno 2008

Donne allo specchio, Patrizia Boi, L’Autore Libri, 2006
La Biblioteca Satta di Nuoro presenterà il giorno 11 giugno alle 18,30 il romanzo di Patrizia Boi "Donne allo specchio", giunto ormai alla terza edizione.

La scrittrice cagliaritana, che vive e lavora a Roma come ingegnere ferroviario, approda a Nuoro dopo una serie di incontri nelle varie città dell’Isola. Donne allo Specchio è la sua opera prima, un romanzo complesso che contiene al suo interno molti romanzi, molte ipotesi di lettura che vanno oltre le vicende delle protagoniste e che si allargano nell’orizzonte del lettore come fossero cerchi concentrici.

Scrive il poeta e critico romano Luca Benassi “Due donne provenienti da ambienti diversi, l’una spagnola e l’altra pugliese, si specchiano e si svelano nella rievocazione delle proprie esperienze, creando ponti che si tendono alle sponde opposte del Mediterraneo. Si tratta di un viaggio che è insieme scoperta della contraddizione della condizione umana e femminile, come per le grandi donne della tragedia greca, e immersione nella storia, nella leggenda e nella cultura di una terra del Sud. Le vicende di Costanza, Elsa e Fabrizio si intersecano con le storie di Federico II, delle maghe, delle “tarantolate”, dei riti ancestrali e dei popoli che hanno attraversato la Puglia, immergendo il lettore in un’atmosfera di sogno fuori dal tempo, regalandogli il senso delle origini e del mistero.”

Interverranno con l’autrice: Natalino Piras, scrittore e bibliotecario presso il Consorzio "Satta", Delia Fenu, Vice Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Cagliari, Franco Romanò, scrittore e critico, Direttore della Rivista Letteraria "Il cavallo di Cavalcanti".

L’artista di Nuoro Nietta Condemi De Felice leggerà alcuni brani tratti dal libro.
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Pubblicato il 30 / 04 / 2008  da Viola Sarnelli
Recensioni: Patrizia Boi presenta
Gli angeli di Roberto Pasanisi
Patrizia Boi, ingegnere, ha da poco pubblicato il suo primo romanzo, 'Donne allo specchio' (L'Autore Libri, Firenze 2006), oggi alla terza edizione il cui ricavato ha finanziato per il 50% un progetto sull'alfabetizzazione delle donne Kurde in Turchia promosso dalle 'Donne in Nero', rete internazionale di donne contro le guerre di cui la Boi fa parte. Ha un secondo romanzo in attesa di pubblicazione, 'Lucrezia e i sonnambuli', e nel frattempo negli ultimi mesi è stata ospite di diversi incontri letterari in tutta Italia per presentare la sua opera prima. Collabora con Igino Creati Fondatore e Segretario Generale del Premio Città di Penne - Europa alla sua XXX Edizione. Ha scelto di presentare sulle pagine di Ecodinapoli un libro di Roberto Pasanisi, “Gli Angeli”, pubblicato nel 2004 dalla giovane ma attiva casa editrice salernitana Ripostes, perché, “in un momento in cui lavoravo alla stile del mio secondo romanzo anche attraverso la lettura di numerose raccolte di poesia contemporanea, mi sono imbattuta in questo breve romanzo che mi ha colpito per il valore poetico della prosa”. 

Rcensione: Roberto Pasanisi – “Gli Angeli”, Ripostes 2004
Autore: Patrizia Boi
Gli Angeli è un romanzo di viaggio interiore nell’inferno di se stessi alla ricerca di un senso dell’esistenza. È lo stesso viaggio compiuto dai più grandi scrittori della letteratura, a partire in Italia dalle esperienze stilnoviste, che hanno individuato nella loro Amante Celeste la guida per questo cammino.

Elèmire Zolla scrive: <<L'uomo ha bisogno di assiomi per la mente e di estasi per la psiche come ha bisogno di cibo per il corpo>>. Gli Angeli è il racconto dell’incontro con donne di sogno. Il protagonista della storia è attratto dall’elemento femminile, in un’immagine di dolcezza che si incarna in “Angeli” in grado di soddisfare i desideri, di obliare le sofferenze, esseri divini, biondi e con gli occhi azzurri, che sono il rimedio alla tragedia della condizione umana.
La donna di Pasanisi non è quella femmina mutevole che assume aspetti diversi, una sorta di tigre alata pronta a farci saltare in groppa per portarci a visitare il regno degli spiriti, ma piuttosto un essere tutto tenerezza, che porta salvezza ed è esso stesso da riscattare dal suo dolore. Le Donne Angelo in Pasanisi sono il mezzo attraverso cui il protagonista della vicenda si libera dell’angoscia esistenziale abbandonandosi ad una morte che gli consenta di risorgere in un mondo migliore.
La storia narrata, l’ambientazione del romanzo è solo un pretesto per raccontare i travagli dell’animo umano, per sviscerare i bisogni dell’inconscio, per conoscere quell’individuo unico che cova al fondo di ognuno di noi e che non dovrà farsi condizionare dal mondo circostante che detta regole, programma vite, agisce profondamente generando individui che pensano, per dirla con Marcuse, “ad una dimensione”. 

Ripercorrendo le esperienze stilnovistiche - dove, a partire dal bolognese Guinizzelli che dice che la donna “tenea d’angel sembianza”, fino alla Vita Nova e al canto XXIV della Commedia, la donna viene chiamata proprio angelo – per Pasanisi la “Donna angelo” è illusione, Donna ideale, non possiede veramente le doti desiderate. In realtà, questa donna momentaneamente e casualmente prescelta è la proiezione di un ideale in una femmina in carne ed ossa che non risponderà al sogno. Rispetto ad altre opere di viaggiatori ultraterreni che dall’Inferno raggiungono il Paradiso, il protagonista de Gli Angeli non risolve la sua condizione di crisi e, nella consapevolezza di essere solo e non più in grado di proseguire il suo percorso, è costretto all’unico atto sensato che gli resta: il suicidio. Il finale rammenta il Martin Eden di Jack London.
Il punto di forza della narrazione di questo viaggio interiore quasi onirico è rappresentato dallo stile. Le molteplici descrizioni poetiche che si susseguono rivelano le origini letterarie dello scrittore, il suo essere un poeta prestato alla prosa. Il testo traboccante di immagini poetiche ci regala una sorpresa: si può far poesia anche parlando di uomini con la pistola, di far west e di cowboy. Caratteristiche del romanzo sono l’assenza di una trama precisa, inessenziale, del resto, nel romanzo introspettivo e la mancanza di complessità nei personaggi femminili - non indispensabile in quanto irreali frutto, piuttosto, dell’immaginazione del protagonista -. Citando la battuta finale del film Fanny e Alexander di Bergman, presa in prestito dal Sogno di Strindberg: <<Tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono. Su una base insignificante di realtà, l’immaginazione fila e tesse nuovi disegni.>>.

Roberto Pasanisi, nato a Napoli nel 1962, italianista, scrittore, giornalista, editore e psicoterapeuta vive a Napoli. È docente di Lingua e letteratura italiana all’Università Statale per le Relazioni Internazionali di Mosca (MGIMO), direttore del Master universitario di Psicologia dell’Università degli Studi Artistici “Fidia” di Vibo Valentia e di un Master a distanza
di Psicologia clinica. Dirige anche l’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (con le Edizioni omonime), la rivista “Nuove
Lettere” e il CISAT (Centro Italiano Studî Arte-Terapia). Traduttore di poeti classici e contemporanei (l’ultimo Mario Susko, Mothers, Shoes and Other Mortal Songs), ha pubblicato tre raccolte di versi (la più recente è Sulla rotta di Magellano, Napoli, Edizioni dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli, 1996), alcuni volumi saggistici (l’ultimo Le «muse bendate»: la poesia del Novecento contro la modernità, Pisa-Roma, I.E.P.I., 2000) e numerosi articoli in riviste specializzate italiane e straniere. Il suo romanzo Gli angeli, Salerno, Ripostes, è uscito nel 2004.

Edizioni Ripostes. Una giovane casa editrice con vocazione cosmopolita. Nasce dalla volontà di Alessandro Tesauro la Casa Editrice Ripostes, che prende il nome da una raccolta di poesie di Ezra Pound. La fortuna della casa editrice salernitana, in campo nazionale e internazionale, è dovuta all’energia del suo direttore Alessandro Tesauro, che esce dalla ghettizzazione provinciale della cultura, rompendo gli schemi rispetto agli editori locali. I temi trainanti delle collane della Ripostes sono la poesia, l’etica e la filosofia, diversamente da altre case editrici salernitane, spazia dalla saggistica alla storia, allo spettacolo, al cinema, alla musica e perfino alla fumettistica.
Patrizia Boi 
30 / 04 / 2008         Viola Sarnelli
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Articolo Pubblicato l’8 aprile 2008 sul sito http://www.sassariweb.info/

Sassari web.info

Nell’ambito Venerdì e sabato alle Messaggerie Sarde
martedì 8 aprile 2008 17.57
Nell’ambito degli Incontri d’Aprile la libreria Messaggerie Sarde, in piazza Castello a Sassari, venerdì, alle 18, presenta il libro di Patrizia Boi “Donne allo specchio”. L’autrice è nata a Cagliari dove si è laureata in ingegneria civile ed ha iniziato la sua attività lavorativa , insegnado anche per un anno al Devilla di Sassari, per poi trasferirsi a Roma dove attualmente vive. “Donne allo specchio” è il suo primo romanzo e racconta di donne del Mediterraneo le cui storie, usando le parole di Luca Benassi, scrittore e critico , “rendono questo romanzo un percorso alla ricerca del sè e dell’identità, un viaggio che è insieme scoperta della contraddizione della condizione umana e femminile, e immersione nella storia, nella leggenda e nella cultura di una terra del sud”. All’iniziativa sarà presente l’autrice, introdurrà Mariella Masoni , e parteciperanno partecipano M.Antonietta Sale , Loredana Porcella e Delia Fenu delle CPO di Comune e Provincia .
Sabato 12,i nvece, alle 18.30 le immagini del volume “Mediterranea” di Bruno Manunza incontrano in libreria gli appassionati di fotografia , di mare ,di natura e di poesia .Nel corso della presentazione dell’ultima pubblicazione del fotografo sassarese, più volte premiato in prestigiosi concorsi fotografici, la proiezione delle suggestive immagini tratte dal libro , edito da Pubblinova , verrà accompagnata dalla lettura di poesie da parte di Leonardo Onida, curatore di Ottobreinpoesia. Il volume spazia dal blu del mare di Sardegna al mondo della notte fino alle piccolezze della macrofotografia terrestre ,restituendoci una parte del mondo che ci appartiene ,con il tacito invito a riscoprirlo a nostra volta.
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Articolo pubblicato nel Sito  comitatopariopportunita@enav.it
Il Comitato per le Pari Opportunità sostiene un progetto della rete internazionale Donne in Nero ( www.donneinnero.it ) in un'iniziativa finalizzata a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema dell'alfabetizzazione delle donne nello stato del Kurdistan.
Sconfiggere la piaga dell'analfabetismo è uno dei maggiori impegni presi dagli attuali rappresentanti delle istituzioni kurde, dato che le municipalità si sono trovate di fronte una percentuale di donne analfabete che tocca punte dell'80%.
Il CPO dà l'opportunità, a chi fosse interessato, di acquistare il romanzo "Donne allo Specchio" di Patrizia Boi (L'Autore Libri Firenze, euro 12,60) al prezzo di euro 10,00. I proventi andranno all'organizzazione Donne in Nero che, attraverso i suoi rappresentati, provvederà a consegnare personalmente gli introiti alle autorità competenti del Kurdistan. Per ulteriori informazioni: comitatopariopportunita@enav.it

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  Pubblicato da Marco Diana su Paesedombre
Luca Benassi presenta 
Patrizia Boi
Per il canale ‘Libro degli ospiti’, vi presento la scrittrice Patrizia Boi, conosciuta a Matera nel 2006.
Come già detto in un precedente articolo sul suo romanzo 'Donne allo specchio' [Mef L’Autore Libri, Firenze, 2006], son rimasto molto colpito dallo spirito altruistico della scrittrice che collabora attivamente con le ‘Donne in Nero’, rete internazionale di donne contro le guerre, alle quali devolve il 50% del ricavato dalle vendite del romanzo citato per finanziare un progetto di alfabetizzazione delle donne Kurde in Turchia.
Lascio la parola allo scrittore e critico Luca Benassi.
COME UN ALITO CHE FUGGE:
'La scrittura del cuore di Patrizia Boi'
[Parla Luca Benassi]
Patrizia Boi è nata a Cagliari e vive a Roma. È un ingegnere che ha il dono prezioso della scrittura. Ha esordito con il romanzo Donne allo Specchio [MEF L’Autore Libri, Firenze, seconda edizione, 2006]. Attualmente sta lavorando ad un romanzo inedito e ad alcune fiabe di prossima pubblicazione. In poesia ha esordito sulla pagina poetica del numero di ottobre del mensile Noidonne.
Per la Boi la scrittura è un mezzo di conoscenza e scoperta, un modo per raggiungere una consapevolezza dell’ingranaggio del mondo, mostrandocelo allo stesso tempo in tutta la sua brutalità e bellezza. Patrizia Boi vive la letteratura sulla propria pelle, è una di quelle donne che non conoscono le mode letterarie del momento, la disperata ricerca della visibilità, ma mirano al nitore di un classico, alla grandezza del significato che vuole spiegare l’enigma della vita. In questa scrittura si avvertono gli echi di letture profonde, notturne, assimilate con quella passione che solo chi vive la letteratura può avere; emerge una frequentazione assidua della tradizione ottocentesca del romanzo francese e russo, e uno studio approfondito della psicologia e dell’antropologia. Ne risulta una capacità narrativa chiara, limpida, una freschezza che non mira allo stupore, alla visibilità ad ogni costo, ma invece ha l’obiettivo di rappresentare e comprendere l’essere umano e il suo ruolo nel mondo, di svelarne i meccanismi psicologici, i percorsi misteriosi dello spirito, fino a toccare gli archetipi, le origini.
In questo senso il romanzo Donne allo Specchio è emblematico. Si tratta di un testo complesso, ambientato prevalentemente tra le corsie di un reparto maternità di un ospedale pugliese, dove una delle protagoniste si trova a dover trascorrere le vacanze a causa di una gravidanza difficile.

Si tratta di una Puglia feconda di storia, di sciamanesimo e di tarantismo (nella lezione del de Martino), un luogo di passaggio e di scoperta, “della malattia vera, dove si avvertono i piaceri e la non compiutezza della modernità” (Raffaele Nigro), e dove è possibile incontrare una umanità varia, spesso piegata dalla fatica e dal dolore, ma sempre tollerante e disposta all’ascolto e alla comprensione.
Il tema antichissimo del viaggio si salda idealmente con quello centrale della maternità, inteso come percorso di conoscenza fisica e psichica e come scoperta dell’amore in una prospettiva rovesciata rispetto al senso comune, che vede la nascita come il frutto di un amore familiare. Qui il materno ha invece una sua autonomia istintiva, viene interpretato in una visione primordiale, mediterranea, dove ancora possono emergere le funzioni guaritrici, fecondatrici, sacre di una dea madre, nonostante i soffocamenti di una società patriarcale, spesso povera di cultura. Le vicende delle protagoniste si innestano nelle storie della Puglia, nell’arte, nella magia, nell’amore di Federico II e Costanza creando una narrazione fuori dal tempo, in grado di far rivivere la storia nel contemporaneo. Le storie delle donne del libro, provenienti da ambienti e culture diverse, l’una spagnola e l’altra pugliese, si specchiano e si svelano nella rievocazione delle proprie esperienze, creando ponti che si tendono dalle sponde opposte del Mediterraneo.
Patrizia Boi frequenta anche i territori accidentati della poesia.
Nei testi poetici, prevalentemente inediti, si manifesta una tensione al dire, un’urgenza del sentimento che preme sulla superficie liscia del linguaggio, forzandone le giunture.
Ecco apparire immagini che si affastellano le une sulle altre in una scrittura dalle volute barocche fino all’eccesso, una scrittura caratterizzata da un suono che imposta una verticalità fatta di melodia come una canzone di De Andrè.
Si tratta di testi in prima persona, dai connotati fortemente lirici, centrati sull’io, una sequenza dove l’autrice indaga l’anima, scopre un panorama del cuore fatto di dune ardenti, laghi, comete, boschi, cieli senza orizzonti, baci di stelle, occhi di sogno.
Un panorama nel quale la quotidianità viene deformata dalla lente curva del sentimento per mostrarci una realtà diversa fatta di spirito, di essenza, di anima. L’amore è il grande tema, declinato non solo come dono verso l’altro, come desiderio, passione, ma soprattutto come percorso di ricerca e di svelamento del sé, come capacità di sgranare il proprio tempo fino a scoprirne le tramature interne, i movimenti occulti del cuore, gli aneliti di libertà.
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Pubblicato da Marco Diana
su Paesedombre nel 2007
Patrizia Boi

'Donne allo specchio'

Il viaggio di Patrizia Boi ha inizio a Cagliari, nel 1962. Gli studi al liceo Dettori sulla scia di Antonio Gramsci e la laurea in ingegneria civile sono il punto di partenza di una vita densa di esperienze e di incontri. Inizialmente libera professionista e insegnante nel capoluogo isolano, lascia la sua città per motivi professionali e parte verso altri lidi, conservando della Sardegna l’immagine di una terra difficile, aspra, impervia ma in ogni modo ospitale. Ovunque si sposti porta con sè un frammento della sua patria, nel ricordo delle acque limpide e delle spiagge dalla sabbia preziosa, lo sguardo sempre rivolto all’universo acqueo verso la linea dell’orizzonte. Un orizzonte che la chiama a gran voce; voce a cui Patrizia sa dare risposta.
In seguito a un periodo trascorso a Genova, nel 1996 varca le antiche porte di Roma ove si stabilisce lavorando come ingegnere ferroviario. Risale a quell'anno l'incontro con Gianfranco, sposato tre anni dopo. Nel 2003 nasce sua figlia Anita. Ma il quartiere di Cinecittà in cui risiede non la nasconde alla voce di quel lontano orizzonte che, raggiuntala, la chiama ancora una volta per raccontarle una storia.
È la storia di due donne, di due anime svelate nelle confessioni di una stanza ospedaliera. È la storia di un mondo crudele, aspro, arretratto ma tollerante di una Puglia in cui la magia si fonde con il passato e la tradizione sconfina nella leggenda. È la storia di un incontro tra lo spirito ribelle e passionale di Elsa e l'animo delicato di Costanza.
Conoscendo l'autrice, mi ha colpito il suo spirito altruistico e la sua sensibilità. Il 50% del ricavato delle vendite del suo libro, infatti, finanzia un progetto sull'alfabetizzazione delle donne Kurde in Turchia , promosso dalle 'Donne in Nero', rete internazionale di donne contro le guerre (www.donneinnero.it). Sempre con le Donne in Nero è in progetto la stesura di un romanzo su una donna Curda attraverso cui raccontare tutta la questione del Kurdistan. Questo progetto porterà la scrittrice a mettersi un'altra volta in viaggio, dietro il vapore dell'Orient Express, verso la Turchia. Attualmente un suo nuovo romanzo, 'Lucrezia e i sonnambuli', è in attesa di pubblicazione, mentre il libro 'Delfina' sul tema dell'abbandono è in fase di realizzazione. Nel frattempo, tra famiglia, lavoro e scrittura, Patrizia insegue sempre quell'orizzonte. Dal 29 giugno al 5 luglio sarà in Polonia, il 10 luglio presenterà 'Donne allo specchio' al Festival annuale della Garbatella, dal 17 al 24 luglio andrà in Turchia e a fine luglio tornerà in Sardegna.
Vi lascio con le parole di Luca Benassi, scrittore e critico.
“Le storie delle donne del libro, ognuna alle prese con l’enigma della propria vita e del dolore, rendono questo romanzo un percorso alla ricerca di sé e dell’identità, in una visione dell’esistenza vissuta attraverso gli archetipi dell’arte come strumento orfico di conoscenza. Due donne provenienti da ambienti e culture diverse, l’una spagnola e l’altra pugliese, si specchiano e si svelano nella rievocazione delle proprie esperienze, creando ponti che si tendono dalle sponde opposte del Mediterraneo. Si tratta di un viaggio che è insieme scoperta della contraddizione della condizione umana e femminile, come per le grandi donne della tragedia greca, ed immersione nella storia, nella leggenda e nella cultura di una terra del sud”.
18 settembre 2007  Marco Diana
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Pubblicato su Sardinews nel 2009

Patrizia Boi ha partecipato al Festival internazionale di musica etnica Trimpanu  il 20 maggio a Sassari con il suo romanzo Donne allo specchio, alla terza edizione, nell’incontro Sul filo della taranta organizzato dall’Ass. Cult. Acuvacamus e dalla libreria Odradek con l’intevento di Neria Di Giovanni, Presidente dell’Ass.  Internaz. dei critici letterari, di Giacomo Serreli, giornalista e della cantante Rosapaeda che ha eseguito alcuni brani della tradizione pugliese. Il libro è stato presentato anche ad Alghero il giorno 17 maggio nella libreria Il Labirinto nell’incontro Donne si leggono con Neria Di Giovanni.

In aprile il libro era stato presentato sempre a Sassari alle Messaggerie sarde dalla poetessa Mariella Masoni del Salotto Letterario e al Comune di Quartu dallo scrittore Marco Diana, ideatore del sito Paesedombre.

Nel Lazio, dove l’autrice vive, il libro è stato presentato a Roma alla libreria Bibli di Trastevere nel dicembre 2006, al Festival della Garbatella nel luglio 2007, al Gremio dei sardi nel febbraio 2008, al comune di Labico a marzo 2008, sempre con l’intervento delle Donne in Nero, rete internazionale di donne contro le guerre con cui  la Boi collabora.

In occasione della Festa delle Donne l’autrice è stata ospite in Umbria dalla Biblioteca di Città della Pieve.

Sono state pubblicate sue poesie nella rivista storica Noidonne, nel sito Paesedombre, in una rivista letteraria brasiliana. Sono state tradotte in rumeno alcune sue poesie da George Popescu dell’Università di Craiova.

Patrizia Boi collabora con Igino Creati Fondatore e Segretario Generale del Premio Città di Penne - Europa alla sua XXX Edizione per il quale parteciperà alla sessione di Mosca.

È in corso di pubblicazione una raccolta di fiabe Storie di animali e altri amici con la Casa Editrice di Condaghes di Cagliari e il suo secondo romanzo “Lucrezia e i Sonnambuli”.

Altri incontri sono previsti il 7 giugno a San Sperate, l’11 giugno a Nuoro, il 13 giugno a Cagliari e il 14 giugno a Paulilatino.

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Articolo Pubblicato in ottobre 2007 su Sardinews
Tormenti di una donna nella corsia di un ospedale
Le parole e la scrittura di Patrizia Boi, ingegnere cagliaritana
Donne allo Specchio, Patrizia Boi,
MEF L’Autore Libri Firenze, seconda edizione,
Scandicci 2006, pp 168, euro 12,60

Patrizia Boi è un ingegnere, nata Cagliari e vive a Roma. Chi la conosce sa come sia una di quelle scrittrici che vivono la letteratura sulla propria pelle distillando la parola, forgiando lo strumento della lingua attraverso l’immersione notturna, palpitante nella scrittura. L’essere ingegnere per questa autrice non è indifferente all’esercizio delle lettere: in Donne allo specchio emerge come una parola viva e feconda nasca meglio dalla penna di chi è solito frequentare i terreni della tecnica che non di “chi è assorbito ciecamente dal meccanismo della produzione letteraria” (Claudio Magris). Nel Novecento gli scrittori e i poeti che hanno dato spinta maggiore al rinnovamento della letteratura sono stati proprio i tecnici: Quasimodo era perito agrimensore, Montale e Vittorini ragionieri, Sinisgalli ingegnere, Primo Levi chimico, Italo Svevo commercialista e Carlo Emilio Gadda ingegnere elettrotecnico, giusto per citarne alcuni. Non c’è dubbio che la freschezza e la precisione della scrittura, che sembra escludere questo romanzo dalle mode contemporanee per puntare alla purezza di un classico, inserisca Patrizia Boi in questa linea assolutamente feconda dalla quale c’è molto da aspettarci.
Il romanzo narra la storia di una donna che si trova ricoverata per una gravidanza difficile in un ospedale pugliese. La protagonista, spagnola, straniera, libera da legami sentimentali oppressivi ed inutili, inizia così un viaggio alla scoperta di se stessa e di una terra. Un viaggio dove incontrerà altre donne: esistenze che si cercano e si indagano, cercano di svelare il nocciolo della vita, e lo fanno specchiandosi le une nelle altre, svelandosi nella rievocazione delle proprie esperienze, creando ponti che si tendono dalle sponde opposte del Mediterraneo.
Il romanzo è immerso nel cuore del Sud: una Puglia feconda di storia, di sciamanesimo e di tarantismo (nella lezione di Ernesto de Martino), che non è ancora occidente e non più oriente, un luogo di passaggio, di scoperta, “della malattia vera, dove si avvertono i piaceri e la non compiutezza della modernità” (Raffaele Nigro), un luogo antico dove la civiltà si è formata come in un crogiolo per addizioni successive. Donne allo Specchio ci dà il volto di una terra, uomini e donne segnate dalla sofferenza, dal lavoro come braccianti o manovali, abbrutiti dalla fatica e dall’alcool, ma anche pieni d’amore, di gioia di vivere, pronti ad aiutare il prossimo e confrontarsi con culture ed esperienze diverse, in una tensione all’altro che pare stupire la protagonista. Viene fuori un affresco fatto di mare, di tramonti, di danze, ma anche di castelli medioevali e cattedrali che ci rimandano alle vicende di Federico II e Costanza. Il romanzo evoca leggende, l’intreccio si fa straniante: l’amore e la vicenda moderna della protagonista si mischiano con quella dell’imperatore svevo, creando uno specchio nello specchio, annullando il tempo dandoci il valore assoluto dell’amore e della poesia.
Non c’è dubbio che uno dei temi fondamentali di Donne allo Specchio sia il viaggio. È superfluo ricordare le origini antiche di questo motivo, a partire dall’Odissea. Nel nostro Novecento l'idea del viaggio ha ispirato la poesia, da Giuseppe Ungaretti (La Terra Promessa, Il taccuino del vecchio) a Giorgio Caproni (Il passaggio d'Enea, Il congedo del viaggiatore cerimonioso), e la narrativa, come nel caso di Cesare Pavese (La luna e i falò), di Tommaso Landolfi (La pietra lunare) e soprattutto di Elio Vittorini (Conversazione in Sicilia), i quali raccontano il viaggio soprattutto come percorso simbolico verso le origini. Il tema del viaggio si salda idealmente con quello centrale della maternità, intesa come percorso di conoscenza fisica e psichica, come scoperta dell’amore in una prospettiva rovesciata rispetto al senso comune che vede la nascita come il frutto di un amore familiare. Qui avviene il contrario: è la gravidanza che consente alla protagonista di trovare l’amore tra le corsie dell’ospedale.
Il materno ha una sua autonomia istintiva, viene interpretato in una visione primordiale, mediterranea, dove ancora possono emergere le funzioni guaritrici, fecondatrici e sacre di una dea madre. Ma generare 
per la Boi è anche attivare quella funzione creatrice propriamente umana che è l’arte. Un’arte che è lente d’ingrandimento del mondo, che si fa portatrice di senso e verità ed è in grado di svelare i misteri degli archetipi della storia. La pittura, che viene incontrata dalla protagonista insieme all’amore della vita, diventa non solo strumento di conoscenza, ma mezzo per raggiungere nuove fecondità e maternità. Ne emerge una visione della vita legata alla bellezza del mare, ai colori del Mediterraneo, alla capacità di metterli sulla tela. Una vita condotta con ritmi diversi lontani dalla frenesia cittadina, e capace di valorizzare il senso profondo del capire e del donare se stessi. Il viaggio, l’arte, la storia, la vita: Patrizia Boi ci regala un testo prezioso che non possiamo dimenticare.                                                                                                  
Luca Benassi


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di Patrizia Boi
MEF - L'AUTORE LIBRI FIRENZE, Scandicci - Firenze 2006, pagine 168, € 12,60
Qualcuno ha osservato che le carrozzine sono nemiche dell'arte e in effetti è difficile pensare che Emma Bovary o Anna Karenina si sarebbero potute irrimediabilmente innamorare nel corso di una gravidanza difficile o di un' "assenza post-partum". E invece l'Autrice, con simpatica disinvoltura, racconta di un'Alice che attraverso lo specchio che dà il titolo a questo romanzo entra in un inedito paese delle meraviglie ambientato in un Reparto ospedaliero di ostetricia. E lo fa evitando accuratamente ovvietà e stereotipi che da sempre sono legati al tema letterariamente impervio della maternità.

L'ansietà e l'allarme scandiscono l'incontro delle due protagoniste e dei numerosi personaggi minori senza che l'apprensione incupisca la cifra stilistica di serenità e pacatezza a cui Costanza, io-narrante, intona le sue impressioni. La natura che da sempre governa lo sbocciare della vita appartiene al caso e alla necessità come le vicende, spesso minimaliste, che l'Autrice inanella con felicità inventiva di pagina in pagina senza trascurare godibili rilievi umoristici come quando tratteggia il giovane pugile suonato e mammista e sua madre, l'obesa Peppina, o il ginecologo, carrierista perdente, evitato dalle pazienti.
Similmente la protagonista affronta alla brava la prospettiva di diventare tecnicamente una ragazza-madre distantissima dallo stereotipo della giovane strappalacrime sedotta e abbandonata. Costanza vuol cavarsela da sola ma ha alle spalle una bella famiglia, colta e benestante e, nel finale, incontrerà il principe azzurro in un medico gaio e premuroso.
Proprio perché questo esordio ci sembra positivo vorremmo suggerire all'Autrice di cimentarsi in una scrittura più riquadrata che eviti puntualizzazioni inessenziali di stampo memorialistico e di proteggere le sue buone doti di invenzioni da digressioni di tipo saggistico.





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Articolo pubblicato su Il Nuovo Territorio di Latina il Sabato 31 Maggio 2008
Il Nuovo Territorio
Cultura
Letteratura
Lidano Grassucci
Patrizia Boi e il romanzo sulle donne trovato
Descrizione delle cose che solo chi è curioso vede e scrittura pienamente ricercata
Stile narrativo come una macchina fotografica che “blocca” il quotidiano

Ho incontrato Patrizia Boi per caso, a dire il vero non l'ho neppure mai vista. Il caso è un mio amico che mi dice: "Ti voglio far leggere un libro di una mia amica". Stavamo preparando una rassegna di libri per l'estate. "Vediamo", dico io. Poco dopo mi chiama e ci presentiamo, qualche secondo. Noto un leggero accento sardo e altro non saprei dire. Qualche giorno dopo il mio amico mi porta il libro: "Questo te lo manda Patrizia". Non posso non dire che ero prevenuto, in Italia tutti scrivono, pochi leggono. Il volume è elegante quasi da romanzo ottocentesco, delicato direbbe il mio amico Sabino Vona che mi ha insegnato a fare le recensioni dei quadri.
Lo poso in macchina il libro, perché i libri o li incontri o non li incontri. C'è chi dice che sono loro, animati da chissà quale spirito, a sceglierti.
Inizio a leggere, storie di donne in Puglia. Penso… troverò nostalgie, narrazioni di memorie personali. Poi inizio: l'ospedale dei templari. Adesso cosa hanno a che fare i monaci con questa storia. Lei è spagnola, donna sola, scopre di essere incinta e sceglie di andar via, di stare sola.
La stanza dell'ospedale è descritta con dovizia di particolari. Mi trovo davanti ad una modalità di scrittura quasi da miniatura, riesce la Boi a descrivere cose che solo chi è uso curiosare vede. Le stanze dei reparti maternità hanno un'anima a parte rispetto al resto dell'ospedale. Questo è un luogo dove si "riparano i corpi", solo in questo reparto nascono corpi nuovi, vengono varati corpi nuovi. Per questo il vocio, gli intrecci femminili che stanno qui non possono essere altrove e nel libro di Patrizia Boi questo c'è tutto. Ma questo è quello che c'è sempre stato prima nelle case quando si nasceva a domicilio, ora nelle stanze di ospedale. Quello che è cambiato sono le donne, è la protagonista del libro, che vive un fatto che le donne non hanno forse mai vissuto: lo stare da sole. Che non è un dramma, ma può anche essere una scelta. Poi ci si incontra, si percorrono pezzi di vita comune, si è guidati dal caso. La scrittura è pianamente ricercata, che poi sarebbe una contraddizione, invece non infastidisce il lettore questa modalità. I libri ti entrano dentro se entrano in sintonia con qualche storia della tua storia, insomma se ti ritrovi. Ecco che quel filo che lega donna a donna è quel mondo tutto al femminile che hanno conosciuto molti bambini fino alla mia generazione lasciati dentro mondi solo femminili. Nel sud gli uomini andavano alla "fatica" e le donne restavano a vigilare, erano loro le proletarie nel senso marxista del termine (coloro che hanno solo la prole). Sole, anche loro non perché leggessero questa solitudine come dolore. Il solo abbandonato è proprio della civiltà urbana qui siamo in una Puglia gentile, umanissima, accogliente, materna.
"Durante la prima maternità ero inesperta e, poiché avevo sempre fame, mangiavo a dismisura, mi accorsi con sgomento, prima del parto, che ero ingrassata di 30 chili". Chi non ha partecipato a conversazioni con questo contenuto, con questo tenore. Sembra, la Boi, avere una macchina fotografica che "blocca" il quotidiano. E' un romanzo contemporaneo, della umanità presente, quella che convive con malattie distruttive, con le tragedie della strada. Storie, particolari. Tutto ordinarietà che diventa eccezione nell'intreccio.
Non mi aspettavo questo incedere, un libro da leggere, quello che forse potevi anche scrivere una volta per dirla con Evtuscenko: "una volta una volta soltanto" che è quella volta che il poeta voleva esser donna.
Lidano Grassucci
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5)
Articolo pubblicato nel Sito http://www.provincia.grosseto.it/
il 18 ottobre  2007
Provincia Di Grosseto
Commissione Pari opportunità Provincia di Grosseto
Patrizia Boi. La poesia di una nuova stella
18/10/2007 11:54
di Luca Benassi
un’ingegnera che "ha il dono prezioso della scrittura" e che "vive la letteratura sulla propria pelle"
La poesia, si sa, nasce quando meno la si aspetta. La musa ci convoca al banco della parola improvvisamente e noi non possiamo fare altro che rispondere, farci tentare dal foglio bianco, sognare dietro a una rima o disperare per un verso che non riesce a dire quello che preme all’imbuto della penna. La poesia, quella vera, è sempre una necessità. Un bisogno fisico insopprimibile, un enigma dell’anima. Tutti noi, leggendo un libro di versi, sentiamo di trovarci di fronte a una poesia al primo sguardo; eppure nessuno è stato ancora in grado di dare una definizione univoca di questo manufatto letterario: ci si gira intorno, si definiscono le caratteristiche, si ragiona di metrica, di stile, ma che cosa sia la poesia nessuno lo sa, c’è un nucleo ineffabile che sentiamo con il cuore ma che la ragione non riesce a definire. Ed è un mistero perché nascano i versi, quale sia l’enzima, dove si trovi la ghiandola che secerna l’ormone giusto. Quando allora ci troviamo di fronte ad un esordio poetico, ci sembra per un attimo di poter afferrare il nocciolo che si cela nel profondo della poesia, ne percepiamo il calore, comprendiamo la grandezza di questa nuova nascita con la stessa certezza con la quale la madre sente la vita svilupparsi nel grembo. E poco importa l’asprezza di un linguaggio ancora acerbo, il mestiere del verso che deve ancora affinarsi: conta la chiarezza, la limpidezza del canto, conta l’aver scoperto l’acqua di vena preziosa, la sorgente. 
Patrizia Boi è nata a Cagliari e vive a Roma. È un’ingegnera che ha il dono prezioso della scrittura. Ha esordito con il romanzo 'Donne allo Specchio' (MEF L’Autore Libri Firenze, seconda edizione, 2006), un testo dedicato alla maternità come scoperta del sé e di una terra - una Puglia feconda di tarantismo e sciamanesimo - attraverso un viaggio verso la leggenda, il mare, l’arte, l’amore, la nascita di una nuova vita. Attualmente sta lavorando ad un romanzo inedito e ad alcune fiabe di prossima pubblicazione. Per la Boi la scrittura è un mezzo di conoscenza e di scoperta, un modo per raggiungere una consapevolezza dell’ingranaggio del mondo. La Boi è un’autrice che vive la letteratura sulla propria pelle, una di quelle donne che non conoscono le mode letterarie del momento, la disperata ricerca della visibilità, ma mirano al nitore di un classico, alla grandezza del significato che vuole spiegare il senso della vita. In questa scrittura si avvertono gli echi di letture profonde, notturne, assimilate con quella passione che solo chi vive la letteratura può avere; emerge una frequentazione assidua della tradizione ottocentesca del romanzo francese e russo, come uno studio approfondito della psicologia e dell’antropologia.
Come la Boi abbia maturato la tensione verso la poesia non è dato sapere. Noidonne ha voluto cogliere e pubblicare questi primissimi fiori. Quello che colpisce in questi testi è l’urgenza delle immagini che si affastellano le une sulle altre in una scrittura dalle volute barocche fino all’eccesso, dal suono che imposta una verticalità fatta di melodia come una canzone di De Andrè. Ed è forse proprio ai testi del cantautore genovese che la Boi ha guardato per trovare questo impasto di suono e segno verso una poesia dai connotati fortemente lirici. Si tratta di testi in prima persona, centrati sull’io, una sequenza dove l’autrice indaga l’anima, scopre un panorama del cuore fatto di dune ardenti, laghi, comete, boschi, cieli senza orizzonti. Un panorama nel quale anche per noi è dolce naufragare.
TESTI
I
Ho udito una cornacchia
che ha gracchiato nella notte
sono salita su una cometa
e ho disegnato nuovi cieli.
Ho raggiunto la luna 
e dondolo nei secoli.
II
Sono entrata dentro un bosco
colorato di stelle
con cieli senza orizzonti
e lune dorate
nell’incanto della quiete
di anime spaesate
nel riverbero di un laghetto
vecchio come il mio tempo.
III
Ho attraversato primavere
colme di soli sbiaditi
ho vagato per le galassie
dense di aquiloni
sono diventata farfalla
con le ali variopinte
di sogni scomparsi 
fra la schiuma delle onde.
Ti vedo folletto azzurrino
che sorridi senza sorridere
col tuo sguardo da sparviero.
IV
Ho bevuto notti di luce
su colline bianche
ho cercato sciami di lucciole
nelle estati tiepide
mi sono arrampicata
sugli arcobaleni di pace
per sfuggire alle guerre
ho udito il suono dei ciottoli
buttati per gioco nel fiume
ti ho aspettato per secoli
solo per le tue mani calde.
V
Vedo l’ombra di un viandante scalzo
che mi trascina
fra dune infuocate
dov’è sepolta l’acqua prodigiosa
di smisurati abissi.
E subito perdo le tracce
e mi ritrovo smarrita
in un crocevia
di trame spezzate.


     4)

Pubblicato su La Mosca di Milano
Donne allo Specchio, Patrizia Boi, MEF L’Autore Libri Firenze, seconda edizione, Scandicci 2006, pp 168, euro 12,60
Patrizia Boi, ingegnere di Roma nata a Cagliari, è la testimonianza di come una parola viva e feconda nasca meglio dalla penna di chi è solito frequentare i percorsi della tecnica e della scienza che non di “chi è assorbito ciecamente dal meccanismo della produzione letteraria” (Claudio Magris). Donne allo Specchio è un romanzo complesso, ambientato prevalentemente tra le corsie di un reparto maternità di un ospedale pugliese, dove una delle protagoniste si trova a dover trascorrere le vacanze a causa di una gravidanza difficile. Si tratta di una Puglia feconda di storia, di sciamanesimo e di tarantismo (nella lezione del de Martino), non ancora occidente e non più oriente, un luogo di passaggio e di scoperta, “della malattia vera, dove si avvertono i piaceri e la non compiutezza della modernità” (Raffaele Nigro), e dove è possibile incontrare una umanità varia, spesso piegata dalla fatica e dal dolore, ma sempre tollerante e disposta all’ascolto e alla comprensione.
Il tema antichissimo del viaggio di una delle protagoniste si salda idealmente con quello centrale della maternità, inteso come percorso di conoscenza fisica e psichica e come scoperta dell’amore in una prospettiva rovesciata rispetto al senso comune, che vede la nascita come il frutto di un amore familiare. Qui il materno ha invece una sua autonomia istintiva, viene interpretato in una visione primordiale, mediterranea, dove ancora possono emergere le funzioni guaritrici, fecondatrici e sacre di una dea madre, nonostante i soffocamenti di una società patriarcale, spesso povera di cultura, che obbliga la donna alla sottomissione e al silenzio. Le storie delle donne del libro, ognuna alle prese con l’enigma della propria vita e del dolore, rendono questo romanzo un percorso alla ricerca di sé e dell’identità, in una visione dell’esistenza vissuta attraverso gli archetipi dell’arte come strumento orfico di conoscenza. Due donne provenienti da ambienti e culture diverse, l’una spagnola e l’altra pugliese, si specchiano e si svelano nella rievocazione delle proprie esperienze, creando ponti che si tendono dalle sponde opposte del Mediterraneo. Si tratta di un viaggio che è insieme scoperta della contraddizione della condizione umana e femminile, come per le grandi donne della tragedia greca, ed immersione nella storia, nella leggenda e nella cultura di una terra del sud. Le vicende di Costanza, Elsa e Fabrizio si intersecano con le storie di Federico II, delle maghe, delle “tarantolate”, dei riti ancestrali e dei popoli che hanno attraversato la Puglia, immergendo il lettore in un’atmosfera di sogno fuori dal tempo, regalandogli il senso delle origini e del mistero.

Luca Benassi


3)
Recensione di Silvia Cataldi pubblicata su Deltanews il 15 luglio 2006
Donne allo specchio di Patrizia Boi
Donne allo specchio. Un tuffo nel Mediterraneo
 (Roma). E’ ambientato in Puglia il romanzo Donne allo specchio di un’autrice emergente, Patrizia Boi, che a proposito dell’idea di scrivere questo libro racconta: “Sono nata in un paese del Mediterraneo e non è casuale che la mia attenzione si sia incentrata proprio su un altro paese del Mediterraneo: la Puglia. L’ho girata, l’ho vissuta in un momento critico della mia vita, ho studiato le sue tradizioni, la storia di Federico II, il Tarantismo pugliese. La Puglia è il luogo che ho scelto per parlare del tema della tolleranza di cui sono capaci i popoli arretrati, poveri, ma accoglienti del Mediterraneo.” 
Il libro si apre con una citazione tratta da “Diario Mediterraneo” di Raffaele Nigro, caporedattore Rai a Bari, rappresentante e narratore insigne di queste terre bruciate dal sole: “E il mio paese è come schiacciato da queste due pulsioni. Noi non avvertiamo un male di Levante, bensì il malessere dell’equilibrio instabile, perchè non siamo totalmente orientali né del tutto occidentali e mentre ci coinvolgono ricchezza, benessere, igiene, cultura, storia, modernità dell’Europa, ci affascinano fantasie, esotismo, lentezza, silenzio, coralità, barocco del Mediterraneo. Sono questi i luoghi della malattia vera, dove si avvertono i piaceri e la non compiutezza della modernità”.
Ed effettivamente parla di donne del Mediterraneo questo testo, di passioni e di contraddizioni. Nel mondo crudele, anacronistico ma generoso, di una Puglia in cui storia, tradizioni, leggende e magia convivono, si snoda, vivace e coinvolgente, la storia di due donne, Elsa e Costanza, passionale e ribelle l’una, delicata ed emancipata l'altra. Queste donne, che rappresentano il connubio fra due terre del Sud d’Europa, la Puglia e la Castilla y Leòn, si incontrano e si attraggono indelebilmente. Le loro esistenze si incrociano, per puro caso, in un ospedale di Trani e le loro confessioni, in un sottofondo di voci che compaiono e scompaiono dopo aver narrato le loro piccole vicende, si specchiano nel profondo delle loro anime.
Spiega l’autrice: “Ho chiesto a Raffaele Nigro di rappresentare quel Mondo che ho avuto la pretesa di leggere e alla scrittrice Rosa Regàs, attuale Direttrice della Biblioteca Nazionale di Spagna, di rappresentare quell’altro Mondo che con il Governo Zapatero si sta aprendo sempre più ad dialogo fra culture.”
E continua: “Sono convinta che la civiltà consista anche nella capacità di leggere la diversità e di arricchirsene, che la comune capacità di sentire sia ancora l’argomento su cui confrontarci, quello che può unire culture differenti. Non  la politica, non la religione, non il lavoro, ma quella comune capacità di provare sentimenti e di amare che lega tutte le etnie. Sono una fautrice dell’integrazione multiculturale delle razze, affinché il nostro Occidente malato recuperi una parte di ragione perduta dietro ai massacri, ai genocidi e alle trasformazioni del territorio in una grande pattumiera e di alcuni popoli in rifiuti umani.”
E meticcio e poliedrico è anche l’animo che emerge dalle confessioni delle due protagoniste che diventa specchio delle contraddizioni del nostro Occidente mediterraneo e fa eco alla storia di ogni donna. Da consigliare.

(Delt@ Anno IV, n. 156 – 157 del 14 – 15 luglio 2006)       Silvia Cataldi

2)

Recensione di Franco Giganti del 2007


Questo romanzo viene presentato ai lettori come la descrizione di un mondo crudele e arretrato in cui storia, tradizioni, leggende, magia convivono.
Ed inoltre si avverte che si tratta della icona di due donne.
Tutto vero, ma enormemente riduttivo. La Boi, sorretta da un background culturale di ampio respiro e guidata dalle suggestive ricerche etnologiche del grande compianto Ernesto De Martino, nel descrivere le vicende esistenziali delle due donne, fa assumere alla sua prosa la dimensione mitica che ha il brivido della tragedia eschilea. E il destino sembra diventare il fato.
I personaggi nati dalla sua fantasia, non vengono giudicati secondo codici morali convenzionali e fausti, ma capiti e cercati fino in fondo. Anche se, naturalmente, capire non vuol dire approvare.
La vicenda si svolge quasi totalmente in quel tempio di sofferenza che è un ospedale. Ma è proprio dove e quando si soffre, sembra volerci dire l’autrice, che affiora prepotente la coscienza e ognuno trova il coraggio di guardare la propria anima nuda.
Ed, infine, credo si debba sottolineare che quasi di soppiatto e, perciò, in maniera pungente ed amara, c’è un’altra critica della miseria e dello sfruttamento di tanta parte del Sud e dell’incapacità o della non volontà della classe politica di affrontare e risolvere la ormai eterna “Questione meridionale”.
Si attende, con interesse, una seconda prova.
                                                             Franco Giganti
1)
Roma  Bibli 5 dicembre 2006
Presentazione del libro di Patrizia Boi   “Donne allo specchio”
Ho conosciuto Patrizia Boi, o meglio l’Ing. Patrizia Boi sul posto di lavoro: giovane e promettente ingegnere, giunta nella Capitale da Genova ed ancor prima dalla nativa Sardegna, di cui reca i caratteristici tratti somatici e, per questo subito a me simpatica, dato il legame profondo che mi lega a quella terra.

Subito colpita dal suo approccio  caldo ed emotivamente intrigante, mi sono trovata ben presto coinvolta in conversazioni su argomenti del tutto estranei a quelli di lavoro (ferrovie ed affini) e, da qui, a trovarmi tra le mani un manoscritto in lavorazione di un’aspirante scrittrice, che chiedeva l’aiuto da una ex insegnante, il passo è stato praticamente inevitabile.

Il manoscritto in questione non è quello da cui deriva il libro che qui oggi viene presentato, ma spero che trovi presto modo di essere pubblicato.

Veniamo ora a “Donne allo specchio”

Si tratta indubbiamente di una storia di donne. No, la definizione non è calzante, si tratta di storie di donne e uomini, delle loro passioni. Si tratta di storie di umanità.

Si, perché leggendo, quello che ti avvolge e ti coinvolge è l’umanità dei personaggi, nè buoni, né cattivi, né diavoli né santi, semplicemente persone di carne e passione, di intelletto e sofferenza, che rappresentano, io credo, le molteplici sfaccettature della personalità della scrittrice.

Partita certamente da una lunga e forse dolorosa analisi introspettiva, Patrizia Boi ha trasfuso nei suoi personaggi i tratti del proprio carattere, le angoscie, ma anche le aspirazioni ed i sogni.

Il sogno, in particolare è motivo conduttore di questo racconto: attraverso la descrizione dei sogni, froidianamente l’autrice ci catapulta  nei viaggi della mente e dà forma e colore ad un mondo immaginario, ma concreto nel suo cuore, che alla fine si scioglie e si traduce nella realtà del finale: quasi l’epilogo di una favola moderna.

Le molte donne protagoniste del racconto sono viste con occhi amorevoli e sempre indulgenti, non così tutte le figure maschili. A testimoniare l’intensa consapevolezza della fragile e ancora sottoposta condizione femminile che, pur anacronisticamente rispetto al millennio appena cominciato, ancora attende giustizia, anelando una parità lontana e faticosamente perseguibile.

Un aspetto interessante riguarda poi l’attenzione alla storia delle tradizioni popolari, alcune delle quali dettagliatamente raccontate, che fanno da cornice alle storie private.

L’amore per la natura è un altro leit-motiv del libro, e nella natura il mare la fa da padrone, amato e rispettato come un nume protettore;  vissuto così profondamente,come forse solo un isolana riesce a fare.

Ancora si dovrebbe sottolineare l’inno elevato alla maternità, come massima espressione della creatività femminile e contributo alla potenza della natura; la rabbia e la frustrazione verso il mondo del lavoro, che ancora pretende da ogni donna salti mortali quotidiani per raggiungere traguardi semplicemente scontati per gli uomini; l’importanza della cultura come veicolo e speranza per uscire dalla prigionia di un ruolo imposto dalla società alle donne… ma è meglio chiudere raccomandando la lettura e lodando la fantasia della scrittrice che alla fine del racconto, ci regala la bellissima similitudine tra donne e fiori, che lascia, quasi reale ai nostri sensi, il profumo della femminilità.

Alla prossima lettura Patrizia!
Arabella Di Falco

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