Bambola: uno spettacolo davvero avvincente
Di Patrizia Boi
Gianni De Feo
“BAMBOLA
– La storia di Nicola”, di Paolo Vanacore, portato in scena al TEATRO LO SPAZIO dal 30 marzo al 2 aprile 2023, durante la Prima di ieri sera ha tenuto incollati gli
spettatori dall’inizio alla fine grazie alla magistrale interpretazione
dell’eccellente Gianni De Feo,
capace di mostrare i più variopinti colori, in un monologo straripante
incentrato sul racconto di una vita spezzata dalla povertà, dalla diversità,
dal giudizio, dalla disperazione, dalla prostituzione e perfino dall’amore, in
un susseguirsi di flashbach e di colpi di scena, intercalati dalle canzoni di
Nicoletta Strambelli, l’eterea eroina del palcoscenico degli anni della
contestazione femminile.
Uomo e donna, adulto e bambino, prostituta e anima innamorata, alla luce della luna e nel lume del ricordo, giocando con il talento del suo volto da “mimo” (ricordiamo che De Feo ha studiato a Parigi ed è stato diretto tra gli altri anche dal grande Lindsay Kemp) e con la sua voce da cantante appassionato e cangiante, supportato dalle musiche originali e dagli arrangiamenti di Alessandro Panatteri, dall’efficacia delle scene di Roberto Rinaldi, autore anche dei costumi colorati e pieni di poesia, grazie alla sua stessa attenta Regia, coadiuvata da Chiara Sanvitale, Gianni è capace di una presenza scenica che lo fa essere un gigante nel palcoscenico studiato ad arte per la sua personalità camaleontica.
Le Foto e la grafica sono di Manuela Giusto e l’Ufficio stampa è gestito da Andrea Cavazzini, Direttore di Quarta
Parete.
Conosco molti attori ed è noto il loro animo narcisistico, ma quando poi vai da Gianni in camerino a complimentarti con lui, colpisce la sua immensa modestia e il suo altruismo, ti risponde sempre educatamente ringraziandoti e affermando:
«Se lo
spettacolo è riuscito il merito è del nostro lavoro corale, senza di loro non
sarebbe stato lo stesso».
Mi piace
questa sua capacità di riconoscere il merito degli altri, di quelli che hanno
lavorato limando ogni parola del testo, di coloro che sono stati giorni e notti
a comporre la musica centellinando note e parole, di chi ha dipinto le scene e
creato ad arte i costumi, di chi ha lavorato dietro le quinte e di solito non
riceve lodi e applausi.
Scatole e
scrigni magici sono un elemento di scena importante per favorire ricordi, per
portare alla luce il rimosso, in una sorta di lavoro psicoterapeutico che
conduce ogni astante a sentirsi chiamato in causa.
L’attore
sa coinvolgere il pubblico con i suoi magnifici piani d’ascolto di un discorso che
si fa a tratti interiore, l’autore è abile invece a portare messaggi che
conducono l’ascoltatore ad entrare in catarsi col testo, perché quando si parla
di dolore per una perdita, di gioia per un amore corrisposto e stupendo, di
sofferenza per qualcosa che finisce, siamo tutti coinvolti. E quando ognuno
percepisce il suo messaggio, capisce cosa ha sbagliato, comprende cosa avrebbe
dovuto fare, lo spettacolo non è stato solo piacevole, non ha condotto solo
bellezza, ma ci ha toccato nel profondo e forse ci ha anche insegnato qualcosa,
talvolta senza averne nemmeno avuto la pretesa.
L’arte è
un percorso interiore dell’artista che ha scavato nei cunicoli della memoria, è
penetrato nei meandri nebbiosi dell’inconscio, è stato archeologo di senso alla
scoperta dei diamanti che si celano nel sottosuolo, ha affrontato le ombre che
soverchiano i suoi momenti bui e ce li offre inscatolati e infiocchettati dai
bagliori della ribalta.
Per un attimo il mondo con i suoi problemi, con le sue insignificanti scaramucce quotidiane, si è assopito e ha dato spazio a quel tempo senza tempo dove nuotano i ricordi, quelli che contano e che si fanno spazio quando vengono illuminati da una mente, da un’anima, da un incontro casuale.
Se invece che stare in poltrona a guadare le
brutture di uno schermo televisivo ormai votato al gossip e all’intrattenimento
più terra terra, se siete stanchi di vedere pessimi commedianti che recitato
parti inguardabili, se vi siete stufati del sensazionalismo, dei discorsi di
parte, dei tifosi incalliti di verità più false del falso, alzatevi e venite a
Teatro, sarete accolti in uno spazio interiore che seppure per un istante vi
avrà condotto in una strada del cuore.
Dopo ci sarà sempre la monotonia del quotidiano, ma
sarete arricchiti e forse potrete aver ricevuto un messaggio utile elle vostre
scelte e alla vostra trasformazione spirituale.
Info:
Teatro Lo Spazio
Via Locri, 42 – Roma
Orari spettacoli
Da da giovedì a sabato ore 21/domenica ore 18,00
Biglietti: intero:15 euro – ridotto: 12 euro
(bar aperto per aperitivo dalle 20.00)
informazioni e prenotazioni
339.775.9351 / 06 77204149