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S. Desiderio - Gemelli
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16 maggio 2014
Spettacolo sul Teatro-Canzone di Gaber-Luporini
Con Luca Martella
Adattamento e Regia di Luca Martella
Adattamento e Regia di Luca Martella
Dopo il successo registrato a Ciampino lo scorso 12 aprile, il nuovo spettacolo dal vivo ideato, interpretato e diretto da Luca Martella, dal titolo «Storie del Signor G… 10 anni dopo. E pensare che c’era il pensiero», approderà il 29 maggio prossimo alle ore 20,30 al Teatro Italia di Roma, Via Bari 18, proponendo canzoni e monologhi scelti dal vasto repertorio teatrale di Gaber-Luporini, che spaziano da “Lo shampoo” a “Destra-Sinistra”, da “Mi fa male il mondo” a “Io non mi sento Italiano”, da “Qualcuno era comunista” a “La razza in estinzione”, da “L’America” a “La Libertà”, un progetto artistico-culturale che ripercorre la storia del “Signor G” attraverso i brani più celebri in un arco di tempo che va dagli anni '70 al 2000.
L'On. Gemma Azuni è stata delegata dal Sindaco di Roma a partecipare a questa giornata di Solidarietà per la Sardegna promossa dalla FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, dal Gremio dei Sardi di Roma, dal Circolo Quattro Mori di Ostia, dall’Associazione Culturale Grazia Deledda di Ciampino e dalla Cooperativa Go in Sardinia Traghetti, grazie alla collaborazione del Dopolavoro Ferroviario di Roma, del Centro Sportivo Italiano Comitato Provinciale di Roma (di cui ricorre il 70° anniversario della nascita), del Centro Umanistico di Solidarietà di Ciampino e al Patrocinio del Comune di Roma e dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma e del Lazio.
L’Evento-Spettacolo, un recital in due Atti intenso, coinvolgente e colmo di ritmo, è occasione, infatti, per raccogliere Fondi per le popolazioni colpite lo scorso novembre dall’Alluvione in Sardegna.
Oltre due ore di performance che raccontano quarant'anni di riflessioni del genio di Gaber e di Luporini insieme. Gaber era colui che portava il messaggio in prima linea, Luporini agiva dietro le quinte, sempre schivo nei confronti della notorietà, lontano dai meccanismi della pubblicità e della fama. Non andava nemmeno a vedere i suoi spettacoli, salvo che non ci fosse qualche affinamento da fare, passava i suoi mesi estivi rinchiuso a riflettere nella casa di Montemagno insieme a Gaber e poi lasciava che il Signor G se la vedesse da solo con i capricci delle folle e le diavolerie dei giornali e dei Media.
Martella ne interpreta il pensiero, le emozioni, i dubbi, la poesia, la sottile ironia, la rabbia, la denuncia, la riflessione, la speranza, facendo danzare le parole di un tempo al ritmo dell'oggi...
L’Attore stesso spiega le motivazioni che lo hanno condotto ad occuparsi proprio del Signor G: “Il Teatro-Canzone di Gaber-Luporini è sempre stato un punto di riferimento per me, già dai tempi dell’Accademia… e poi se guardate bene il mio profilo… c’è una certa somiglianza con Gaber… con questo naso al piede… che da sempre mi precede”.
In realtà Luca Martella riconosce nel personaggio del Signor G, quell’“uomo senza qualità” in grado di dipingere con pennellate sottili lo spirito della sua epoca e della nostra epoca e indossa così precisamente quell’abito mentale che lo porta sul palcoscenico ad avere una sorta di sdoppiamento…
Ci sono istanti, infatti, in cui Martella assume il volto vero del Signor G, pure nella sua personale e unica interpretazione, con la sua straordinaria mimica facciale, con quel linguaggio del corpo che interpreta ogni minimo cambiamento di ritmo, di tema, di emozione: gioia, sofferenza, rassegnazione, conflitto, delusione, dubbio… attraversano l’anima dell’artista in una varietà di toni e rappresentazioni che lascia con il fiato sospeso lo spettatore.
Martella è fluido, fluente, emozionante, esilarante, appassionante, il tempo vola per la platea, i due Atti terminano in un istante e immediatamente dopo c’è il vuoto, una mancanza, la necessità di sentire ancora qualcosa, perché il risveglio è avvenuto e se ne vorrebbe sapere di più. Il pubblico si sente come schiaffeggiato da un vortice, dall’impellenza di un’idea, di un pensiero, dal desiderio di superare la stasi di se stesso.
Martella, ricucendo i testi del Teatro-Canzone di Gaber-Luporini alla sua personale esperienza, non si limita a toccare gli attuali disastri politici, economici e sociali del paese, ma è capace di dipingere il suo volto anche delle espressioni della tenerezza e dell’amore che caratterizzavano Gaber quando si occupava dell’annosa questione dell’Uomo e della Donna, della drammaticità della relazione e della difficoltà di trovare un’intesa e un equilibrio. L’interpretazione di “Falso contatto”, per esempio, lascia sempre la platea stupita e nello stesso tempo divertita dando la consapevolezza che l’immenso conflitto rappresentato sia semplicemente una realtà universale.
In questa dicotomia lacerante ma nel contempo corroborante, l’attore/regista rivolge il messaggio gaberiano ad un pubblico di ogni età; è però evidente il trasporto verso le menti più giovani quali preziosi serbatoi da cui attingere per rivitalizzare il Sogno e le ali del “gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito”.
Una passione viscerale per il jazz unisce Martella a Gaber, tanto che nel suo quintetto annovera musicisti d’eccezione come il Maestro Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax, Giancarlo Martella alla Chitarra.
Lo spettacolo mette in luce un interessante fraseggio con i membri della Band, un affiatamento antico tra l’Attore e i musicisti, un intenso scambio tra la voce di Martella e i vari strumenti musicali, evidentissimo nel colloquio con il Sax che accorda pause ai monologhi incalzanti e nello stesso tempo cortocircuita il pubblico con un movimento che non concede spazi alla distrazione.
È vero che Luca Martella è attore professionista impegnato fin da subito sia in teatro, sia al cinema, sia in televisione, ma la sua verve teatrale, a partire dalle eccellenti interpretazioni di Lorca, Beckett, Pirandello, diventa emozionante e addirittura catartica soprattutto nelle sue rappresentazioni del Signor G.
Oggi vorremmo tutti sapere come i due artisti di ieri avrebbero accolto l’attuale situazione di crisi del paese, quali argomenti li avrebbero attratti maggiormente, quali angosce li avrebbero attraversati, quali speranze avrebbero individuato per il futuro…
A pensarci bene la grande sensibilità di Gaber e Luporini, la loro capacità di coinvolgersi in tutte le questioni della vita pubblica e privata – che Martella incarna alla perfezione – avevano loro già concesso di traguardare oltre, di vedere in anticipo cosa sarebbe accaduto come solo i poeti e gli intellettuali sanno fare.
E il compito degli intellettuali, infatti, è quello di esplorare sensazioni, dubbi e malumori, di compiere viaggi emotivi capaci di aprire la mente a ogni cambiamento, movimento e trasformazione… o come dice un famoso testo del Teatro-Canzone stesso “di cambiare veramente la vita”…
Così Martella, specchiandosi profondamente nella figura del Signor G, dopo attenti studi e una conoscenza intensa del pensiero di Gaber e Luporini, improvvisamente non si rende conto di essere l’attore che recita, ma si trasforma nel vero Signor G acquisendo ogni gradazione di quella immensa anima e di quella straordinaria personalità che i suoi autori hanno saputo trasfondergli.
E più il monologo si fa sfaccettato e ricco di passaggi di tono più Martella diventa martellante con il suo ritmo teso e incalzante che attinge energia dalla musica, dalla compattezza della band, dallo sfolgorio delle luci, dalle immagini proiettate sullo schermo, dalla viva attenzione del pubblico che ascolta con il fiato sospeso. Prevede tutto prima, Luca Martella, con una regia attenta e puntuale: la scelta dei brani, il discorso delle luci, l’ordine, i tempi, i musicisti…
E più il monologo si fa sfaccettato e ricco di passaggi di tono più Martella diventa martellante con il suo ritmo teso e incalzante che attinge energia dalla musica, dalla compattezza della band, dallo sfolgorio delle luci, dalle immagini proiettate sullo schermo, dalla viva attenzione del pubblico che ascolta con il fiato sospeso. Prevede tutto prima, Luca Martella, con una regia attenta e puntuale: la scelta dei brani, il discorso delle luci, l’ordine, i tempi, i musicisti…
Luca, Matteo, Giancarlo…, tre generazioni a confronto e il Signor G dietro di loro, o forse davanti ai loro occhi, intensamente presente nella scena in un tempo assoluto, impossessatosi della voce dell’attore, dei gesti del suo corpo, delle sue emozioni, vorrebbe urlare il suo dolore per la regressione che ha colpito il nostro Paese, vorrebbe chiamare a raccolta la classe politica, sciorinare la lunga lista di delitti, follie, nonsense, di errori di prospettiva commessi… ma non riesce a dire nulla di nuovo… Come potrebbe fare altri discorsi più sensati di quelli che ha già fatto? Come potrebbe risvegliare il mondo addormentato degli italiani con parole più intense e poetiche di quelle che ha già detto? E lo ha capito Luca Martella che ogni volta che pronuncia quelle parole accende nuovi bagliori, avvia nuove letture, ignoti brillii agli occhi di quelli che lo ascoltano trasportati nel vivo della tenzone, del monologo, della canzone! Martella si fa portavoce, voce, palpito, battito d’ala, si fa canzone, urlo, dolore, ci fa ridere, ci fa commuovere, ci prende per mano, ci porta, ci trasporta da un tono all’altro, c’infiamma… trasmettendoci le sue convinzioni e quelle del Signor G…
Patrizia Boi
Associazione Dopolavoro Ferroviario di Roma
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