Storie del Signor G… 10 anni dopo. E pensare che c’era il pensiero
Torna il 29 maggio a Roma al Teatro Italia Luca Martella e la sua Band per riproporre lo spettacolo da lui ideato, interpretato e diretto Storie del Signor G… 10 anni dopo. E pensare che c’era il pensiero.
L’iniziativa nasce dal Gremio dei Sardi di Roma, che con l’Associazione stessa, il Circolo Quattro Mori di Ostia, l’Associazione Culturale Grazia Deledda di Ciampino unitamente a La FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e alla Cooperativa Go in Sardinia Traghetti, grazie alla collaborazione del Dopolavoro Ferroviario di Roma, ilCentro Sportivo Italiano Comitato Provinciale di Roma (di cui ricorre il 70° anniversario della nascita), il Centro Umanistico di Solidarietà di Ciampino e al Patrocinio del Comune di Roma e dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma e del Lazio, ha pensato di organizzare questa serata per raccogliere fondi in favore della popolazione sarda colpita dall’alluvione dello scorso anno.
Luca Martella, grazie alla somiglianza con Giorgio Gaber e alla sua abilità di attore sia di cinema sia di teatro – ottime le sue interpretazioni di Lorca, Beckett e Pirandello – interpreta la parabola gaberiana in unrecital in due atti con la sensibilità dell’oggi, nell’intento di prendere atto della nuova realtà, affrontarla, deriderla, soffrirne e allo stesso tempo proporre una riflessione come utile strumento di consapevolezza per le nuove generazioni.
In due ore di intensa e coinvolgente performance potremo risentire brani e monologhi che hanno fatto la storia del Teatro-Canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini come Lo shampoo, Destra-Sinistra, Mi fa male il mondo, Io non mi sento Italiano, Qualcuno era comunista, La razza in estinzione, L’America e La Libertà, ripercorrendo la storia del Signor G attraverso un arco di tempo che va dagli anni ‘70 al 2000.
L’interpretazione intensa di Luca Martella deriva non solo dal sentirsi molto simile anche fisicamente all’attore scomparso qualche anno fa, ma anche perché riconosce nella storia di Gaber la sua stessa storia, con tutti i trionfi, le amarezze, le illusioni, le delusioni, i percorsi fatti e da fare e infine perché anche lui è un “uomo senza qualità” in grado di dipingere con pennellate sottili la realtà in cui viviamo.
Nello spettacolo si ride e si piange, come quando Luca-Giorgio racconta Falso contatto, con cui si rappresenta il tema dell’impotenza, della paura del fallimento che coglie il maschio di fronte a un mondo femminile sempre più agguerrito, ma nello stesso tempo questa fragilità viene accolta come fosse una realtà universale e si partecipa attivamente immedesimandosi nella situazione e nel personaggio.
È evidente la volontà di coinvolgere nello spettacolo i giovani, preziosi serbatoi in cui ritrovare l’energia per rivitalizzare il Sogno e le ali del “gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito” (Qualcuno era comunista, di Gaber-Luporini).
A proposito di politica, ci piacerebbe sapere come oggi la coppia Gaber-Luporini – due amici uniti in un sodalizio artistico e spirituale durato 40 anni – avrebbe analizzato l’attuale momento politico del Paese, perché con la loro genialità, sensibilità e coinvolgimento in tutte le sfaccettatura della vita pubblica e privata, che Luca Martella incarna perfettamente, avevano già traguardato oltre, avevano già previsto quello che sarebbe accaduto, cosa che solo i poeti e gli intellettuali sono in grado di fare.
Ultima osservazione: la profonda passione per il jazz che unisce Martella a Gaber, tanto che nel suo quintetto annovera musicisti d’eccezione come il Maestro Fabio di Cocco alle Tastiere, Massimiliano de Lucia alla Batteria, Andrea Colella al Contrabbasso, Matteo Martella al Sax e Giancarlo Martella allaChitarra, e durante lo spettacolo salta evidente agli occhi l’affiatamento che unisce gli artisti
le notizie e le immagini sul Teatro-Canzone sono state fornite dall’ADAC ARTE Associazione diffusione Arte Cultura (http://www.adacarte.com/) di Adriano Primo Baldi e da Sandro Luporini (http://www.sandroluporini.it/).
Patrizia Boi
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