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Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.

giovedì 2 febbraio 2017

LA LA LAND, una bella storia, raccontata con delicatezza e fantasia


Andate a vedere La La Land, è un film STRAORDINARIO e non di certo per gli effetti speciali. Si tratta di una storia  scritta e diretta da Damien Chazelle, un regista giovanissimo, classe 1985, insomma un giovane che, come i geni dei vecchi tempi, è stato capace di aggiudicarsi ben sette Golden Globe, ricevendo, inoltre, ben 14 candidature ai Premi Oscar 2017. 
La cosa che si nota immediatamente è l'interpretazione dei protagonisti che sono talmente assorbiti nel loro ruolo che diventano realmente credibili, come direbbe Stanislavsky. Ryan Gosling impersona perfettamente il musicista Jazz appassionato e introverso, rammentando il pianista di Novecento: la sua eleganza, in coppia con una strepitosa Emma Stone, emerge nella danza, nel canto e nel movimento delle mani sulla tastiera. Anche la protagonista si muove sulla scena lasciando intravvedere tutte le sue sfumature anche nei momenti di grande silenzio.  
La storia è intessuta di accadimenti sincronici che conducono i protagonisti verso il loro destino e l'atmosfera sulfurea che si respira ricorda i migliori periodi di Hollywood. 
Sono piacevoli anche le musiche e i balletti che improvvisamente sostituiscono le parole e i fatti, investendo di leggerezza anche i momenti più noiosi della vita. 
Un altro protagonista del film è il Jazz, quello che ha significato, la sua crisi, la libertà della sua improvvisazione, gli scambi di suoni tra gli strumenti.
Mi piace che a un certo punto il regista segua anche la fisica delle possibilità esplorando, attraverso una serie di flash, cosa sarebbe accaduto se in un momento cruciale della storia, il protagonista si fosse comportato in un altro modo, aprendosi con fiducia agli avvenimenti. 
C'è anche un bel messaggio trasmesso dalla scena iniziale: se sei imprigionato in mezzo al traffico e sei tentato di arrabbiarti e cominciare a suonare, pensa che invece questo collo di bottiglia dove sei capitato, sia una grande opportunità, potrebbe accadere qualcosa di imprevisto, magari un incontro, e potresti approfittare del momento per costruire una bella danza. Insomma, affronta anche i momenti peggiori con uno spirito costruttivo e creativo... E questo è un gran bel messaggio in un'epoca piena di conflitti, egregore, pendoli energetici e rumorosi effetti speciali. 
Forse sarebbe molto più bello danzare in un cielo stellato...
E sono convinta che non sia possibile solo al cinema...



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