Come un’antica medichessa
Intervista a Lidia Costa
Nella ricerca interiore che mi ha condotto a esplorare l’individuo nel suo complesso, a comprendere il potere di guarigione racchiuso nella nostra essenza e a integrare istanze spesso opposte della mia personalità, è stato molto importante l’incontro con l’erborista Lidia Costa.
È successo in una deliziosa casetta nel bosco dove mi trovavo per un percorso di Costellazioni familiari sulle fiabe. Durante il pranzo, incominciò a parlare di piante, di alimentazione macrobiotica, dell’importanza dell’acqua nel nostro organismo, della necessità continua di depurarsi e purificarsi in senso fisico ed energetico. E lo fece suscitando una grande simpatia: attrasse l’interesse dei presenti spiegando in modo leggero il potere dei principi nutrizionali degli alimenti e dei principi attivi delle piante con quel suo inconfondibile umorismo toscano. Sono sempre stata curiosa nei confronti del mondo vegetale, mi hanno spesso affascinato le antiche guaritrici, le maghe delle erbe, le sciamane di tutti i tempi e la sommersi di domande.
Quale parte del corpo guardi quando vuoi renderti conto immediatamente degli squilibri organici ed emotivi di una persona?
Basta osservare il suo volto e gli occhi per comprendere il suo stato generale. In questo ci aiuta l’antica arte della fisiognomica che permette anche di valutare le condizioni degli organi interni.
E la finimmo, così, a parlare della pelle…
Cosa ci racconta la pelle di un individuo?
La pelle rappresenta l’espressione del nostro organismo, mostra in superficie le nostre condizioni più profonde. Osservandola si può leggere il nostro stato di benessere o malessere: colore, consistenza ed elasticità ci offrono messaggi importanti. La pelle si confronta direttamente con l’ambiente esterno: infatti, è un organo emuntorio secondario. È attraverso il sudore, l’eccesso di sebo, la pelle secca, che gli organi interni si liberano delle tossine in eccesso.
E laddove l’organismo fosse intossicato?
Diventano protagoniste le erbe con il loro potere sia officinale che energetico consentendo all’organismo di liberarsi delle sostanze nocive.
Hai parlato anche degli occhi. A un certo punto della tua professione, hai incominciato a interessarti del linguaggio degli occhi…
Essi, infatti, rappresentano uno strumento fondamentale e soprattutto inconsapevole per entrare in relazione con il mondo esterno. Simboleggiano una sorta di filo diretto con la nostra interiorità. La vista ci rassicura rispetto alla percezione della realtà in cui viviamo. Attraverso gli occhi avviene l’ingresso delle informazioni, mediante un’azione apparentemente immobile che riempie la coscienza.
So che sei diventata anche educatrice del Metodo Bates, in che cosa consiste?
Si tratta di un metodo naturale che si prefigge di alleviare le problematiche delle persone affette da disturbi visivi come miopia, presbiopia, astigmatismo, ecc., mediante appropriate tecniche ed esercizi. Questo consente spesso di sbloccare delle rigidità corporee e mentali che si sono create inconsciamente nell’individuo, che attraverso il difetto visivo si impedisce di guardare la propria realtà. Gli occhi possono accedere a tutto quell’immenso archivio di esperienze, voci, suoni e sensazioni che hanno una collocazione spaziale precisa nell’archivio mentale. Rispondono in automatico alla velocità del pensiero – ben più celere della parola - anche quando l’individuo non è interpellato direttamente. I movimenti oculari seguono la velocità della luce, mentre le parole seguono la velocità del suono…
Come ha contribuito questa nuova conoscenza ad arricchire la tua esperienza di Erborista?
Nel mio lavoro è fondamentale il contatto empatico con l’altro e questo metodo mi ha fornito un nuovo strumento sia per abbattere le barriere di relazione che la persona eleva per non svelare i suoi traumi più profondi, sia per aiutare gli altri a liberarsi da credenze e blocchi che ne impediscono la guarigione. Attraverso lo sguardo possiamo accogliere l’identità dell’altro e confermarla. Aprire il “canale della vista” significa creare in noi uno spazio infinito di immagini non legate solo ad essa. In questo spazio, connesso con il cuore dell’individuo, possiamo costituire tutto l’arcobaleno dei colori che si crea dalla luce, possiamo estendere questo nello spazio infinito e poi riportarlo nella mente. Anche chi è affetto da imperfezioni della Visione può creare nella propria mente immagini verosimili del mondo che lo circonda, perché per vedere non servono solo gli occhi… E tutto questo percorso, mi ha concesso di guardare meglio non solo il mondo degli altri, ma anche il mio…
È pur vero che spesso la vista non serve al Poeta, allo Sciamano, al Sacerdote, oggi più che mai l’Umanità ha la necessità di aprire una percezione più profonda della realtà, una modalità di interazione che abita in una coscienza più espansa. Questo mi ha insegnato Lidia con i suoi innumerevoli percorsi, con i libri che ho scovato qua e là nelle sue librerie, con i Seminari, gli incontri formativi o esperienziali a cui mi ha condotto. All’ingresso del suo studio si legge Om Ah Hum Benza Guru Pema Siddhi Hum, il mantra di Padmasambhava o della saggezza infinita, uno dei mantra più famosi del tantrismo buddista. Om Ah Humsono sono le sillabe sublimi che rappresentano le tre porte della conoscenza: Mente, Parola, Corpo.
Per giungere alla conoscenza che illumina, occorre aprire tutte le porte, guardare da molti punti di vista, non basta limitare la propria visione ad un’unica via. Ecco perché Lidia fissa l’attenzione sullo sguardo e su tutte le sue infinite possibilità di ‘vedere’ oltre. Ogni emozione attraversa l’occhio: amore, fiducia, serenità, gioia, odio, paura, accettazione, rifiuto, ecc. E quindi oltrepassa mediante la vista l’essere umano per intero. Per poterlo guarire, perciò, occorre saper cogliere le sue emozioni. E una volta che le si conosce, comprendere come entrare in contatto profondo con l’altro. Ve lo immaginate un erborista che vende a tutti gli individui lo stesso prodotto? O che rifila a tutti le bustine di tisane accuratamente preparate dalle case farmaceutiche per essere disposte come nei banconi del supermercato? Che fine ha fatto oggi l’antico professionista delle erbe? Quello che ti spiegava la differenza tra tisana e decotto e miscelava davanti a te una tisana profumata e ricca di fragranza? Già quando andavi a casa a preparartela non vedevi l’ora di partecipare a quel rito, aspettavi con ansia di assaggiare il potente intruglio che sorseggiavi già convinto dei grandi benefici che ti avrebbe arrecato!
Sono cambiati i maghi delle erbe, sono diventati o dei farmacisti che si perdono nella precisione dei dosaggi o dei venditori di scatolette colorate, di piccoli scrigni magici che hanno la pretesa di essere la panacea di tutti i mali. Del resto, ormai, la gente chiede questo, le persone entrano frettolosamente nel negozio per fare il pieno di prodotti biologici, con l’etichetta visibile di un grande marchio. A volte il cliente non si reca nemmeno in erboristeria, ma si collega con il suo personal computer e ordina online un prodotto scontato, forte della sua conoscenza acquisita navigando sul web…
Nel mondo contemporaneo, non è malato solo l’individuo, ma l’intera società, la medicina è affaticata dal sovraffollamento degli ambulatori, degli ospedali, delle farmacie e il classico erborista che si interessava, come il vecchio medico della mutua, dell’individualità del malato, è diventato impotente, almeno come istituzione. La corsa sfrenata accresce il numero di malati, risolve i loro bisogni con una montagna di pillole variopinte, allopatiche, omeopatiche, rimedi fitoterapici, spesso senza che un esperto lo affianchi nelle sue scelte… Il mondo è stato investito da una grande fretta e nemmeno la tisana può essere sorseggiata in silenzio. Se non squilla il cellulare proprio in quel momento, di certo contemporaneamente all’assunzione del tuo decotto non potrai mancare di messaggiare con la tua amica preferita, o con il tuo nuovo fidanzato, sempre senza guardarlo mai negli occhi, forse ammirando una sua foto sul display o nella migliore delle ipotesi guardando un suo musical.ly.
Ecco perché Lidia, come tanti altri, a cinquant’anni ha lasciato le erboristerie, ‘Naturalmente Verde’, ‘Il decotto’, ‘Il principio attivo’, ‘Un sacco di riso’, ‘Cibaria’ e ha cercato un altrove dove la sua esperienza potesse essere utile alla comunità. Non sempre iniziare qualcosa di nuovo è agevole, ma offre stimoli e nuove scoperte. E così ha approfondito la Medicina Cinese, la Riflessologia Plantare, la Macrobiotica e il Bates. Grazie al Bates, ha tolto gli occhiali, aguzzato la vista e guardato intensamente nel profondo del suo cuore. Nei tempi antichi si attribuiva allo sguardo di una persona una varietà di significati, l’occhio poteva essere simbolo di luce e di energia Divina.
Nell'iconografia primitiva gli occhi erano l’emblema della buona salute e del potere regale. Nel nostro Occidente rispecchiano le nostre emozioni più intime e rivelano limiti e punti di forza fisici ed emotivi. Come afferma Lidia stessa: «Secondo la Programmazione Neurolinguistica (PNL), osservando la posizione degli occhi e la direzione dello sguardo, si possono interpretare le attività di elaborazione del pensiero. Gli occhi sono una finestra sul nostro cervello, quel che risulta visibile del sistema nervoso, sono un tramite per giungere direttamente all’essenza della persona, senza maschere, ambiguità e difese. Le pupille hanno un alfabeto che crea dei messaggi impercettibili, che tuttavia è possibile decifrare. Per conoscere cosa sta pensando una persona bisogna guardarla negli occhi con calma e serenità, senza fissarla troppo intensamente per non invadere la sua intimità».
Se Lidia non avesse chiuso le sue erboristerie, forse non si sarebbe nemmeno accorta che il mondo è cambiato, che le persone hanno altre esigenze, non si sarebbe fermata a guardare più attentamente gli occhi della gente. Lidia mi ha insegnato che ogni cambiamento rappresenta una nuova opportunità, che quando una convinzione anche radicata muore, in un altro posto dell’Universo nasce una nuova stella che risplende di una Luce brillante per svelare altre verità.
Occhio può essere buona visione
guardalo e scorgi ogni emozione
nella pupilla leggi il profondo
se apre è luce, se no buio fondo.
Ma anche il buio non ti spaventi
in quanto dona nuovi strumenti…
Nasce come autrice di romanzi, racconti, fiabe, ma pubblica anche biografie, articoli e interviste. Progetta eventi culturali e opere pubbliche occupandosi con passione di parchi, piste ciclabili e lavori ferroviari.
- Peru – Anziana contadina nella campagna nei pressi di Cusco
- Burkina Faso – Ragazza trasporta un carico nei pressi di un villaggio Tuareg
- Niger – Ragazzo su un cammello con il carico nei pressi del villaggio di Ambagoura
- India – Fedele di Shiva
- Togo – Preparazione della farina di miglio in un villaggio Gurunsi
- Burkina Faso – Donna di un villaggio Peul
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