Ieri 7 maggio 2023 alle 15,00 si è svolto a Roma
presso la Sede PRC a Piazzale degli Eroi, un interessante incontro con Julio Roldán,
sociologo, docente e dottore in filosofia (Università di Brema in Germania), di
fronte ad una sala gremita con una folta rappresentanza della Comunità
Peruviana a Roma.
La scrittrice e saggista Maddalena
Celano ha introdotto l'incontro che verteva sull’ultimo libro del noto
intellettuale peruviano, La
Guerra de los 20 años, Un fantasma luminoso recorre la sociedad (2020, casa
editrice Arteidea, Lima-Perú).
Si tratta, infatti, come afferma il professore stesso
nel prologo del volume, del «più importante fenomeno storico-politico,
socio-culturale avvenuto nel Paese, paragonabile solo alla guerra di conquista
dei 40 anni […] Questa azione è stata ideata, organizzata e diretta
dal Partito Comunista del Perù, noto anche come Sendero Luminoso».
Sono interventi, inoltre, Jeorge Ceriani (Rifondazione
Comunista), il Docente Prof. Carlos Salazar e l’Attivista Gisela Alarcón.
Roldán, - che
ha pubblicato lavori di ricerca di carattere storico-politico e
filosofico come: Perù:
Mito e realtà (1986),
Gonzalo, il mito (1990), Vargas
Llosa tra mito e realtà (2000), Le due facce del continente americano e altri saggi (2002), America
Latina. Democrazia e transizione all’inizio del terzo millennio (2005), America Latina. Mentalità coloniale e altri
saggi (2010), Cittadinanza
mondiale (2014), Weimar.
Tre momenti nello sviluppo politico-filosofico in Germania (2015), La mia
lotta. Contesto ideologico e politico di un libro controverso (2018),
La guerra dei 20 anni (2020), Capitalismo e rivoluzione (2022).
A livello letterario, Vecchie
storie da raccontare (2002), Cronaca
di un vagabondo (2008), Figlie della
guerra (2014) – è nato in Perù, ma vive dal 1993 in Germania, in
stato di esilio politico. Attualmente è un analista politico, ospite, alla Deutsche
Welle (Onda tedesca, in italiano).
Julio Roldán, pertanto, ha avuto bisogno di tanti anni di riflessione
e distacco da tutta la situazione che lo ha costretto a lasciare lavoro,
famiglia, casa, amici e paese di nascita, prima di avere - come afferma egli
stesso - quello «Spazio-tempo che fornisce le condizioni minime per
avventurarsi nuovamente nel dibattito teorico-politico su cosa sia stata la
guerra eversiva in questo Paese, su alcune sue conseguenze e sulle sue
proiezioni».
In questo volume egli cerca di indagare sul processo
storico e sociale da cui è emerso il fenomeno di Sendero Luminoso, sui legami
ideologici e politici che lo vincolano alle correnti politiche di sinistra, e
sulla portata e i limiti del suo progetto. Perché è importante che il popolo peruviano
possa guardare in faccia la sua grandezza e la sua miseria e attraverso questa
riflessione possa prendere consapevolezza dei suoi errori.
Julio Roldán afferma
altresì che «Una costante che scandisce
la vita di questo spazio geografico, prima, poi del Paese, è il capitolo della
violenza politico-militare. Questa è stata denominata, genericamente, violenza
storica. Sulla base di questo concetto è stata
chiamata, con varie argomentazioni, "violenza strutturale" (José
Carlos Mariátegui), "violenza accumulata" (Mario Vargas Llosa),
"violenza millenaria" (Gustavo Gorriti), "violenza
aggregata" (José María Arguedas, Alberto Flores Galindo), “violenza
silenziosa” (Manuel Scorza) e “violenza come cataclisma politico” (Cecilia
Méndez). Questa violenza ha, a un certo livello, la sua spiegazione
nell'esistenza, in questa parte del Continente, di due regni imperiali, quello
degli Incas, prima, e il Vicereame del Perù, poi. Questi due concetti,
storico-politico, permettono di comprendere i due più importanti antecedenti di
violenza politico-militare nella società analizzata. Gli specialisti la
chiamano violenza a lungo termine o storica».
Il discorso è molto complesso e non può essere
compreso in un semplice articolo, ma il metodo scientifico del nostro sociologo
scandaglia motivazioni e cause e le pone come riflessioni per il mondo Accademico
e anche per i cittadini che vogliano comprendere qualcosa di più di se stessi.
Una affermazione molto importante fatta da Roldán durante
la conferenza riguarda il ruolo degli intellettuali nella società.
«La neutralità politica è un alibi che punta
all'ordine costituito. Tutti gli artisti
e intellettuali sono in qualche modo coinvolti (Heinrich Mann, Jean Paul
Sartre, Bertolt Brecht). La differenza è l'impegno consapevole. Vale a dire:
con chi ti impegni? A cosa ti stai impegnando?».
Sono state moltissime le domande da parte dei presenti
tra cui molti intellettuali e artisti peruviani nonché diversi giornalisti che lo
hanno intervistato.
Nessun commento:
Posta un commento