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Scrittrice di romanzi, racconti, fiabe, favole e storie per l'infanzia. Autrice del romanzo "Donne allo specchio" Mef Firenze, della raccolta di Fiabe "Storie di Magia" Happy Art Edizioni Milano, del volume LegenΔe di Piante - Nostra Protezione ed equilibrio in terra (una raccolta di 12 leggende sulle piante ambientate nei dodici mesi dell’anno) pubblicato a puntate nel 2014 su Wall Street International Magazine.Nel giugno 2017 ha pubblicato per la Collana I Cortili della Casa Editrice dei Merangoli, il Saggio Ingegneria Elevato n - Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, scritto a quattro mani con suo fratello Maurizio Boi, con 150 Immagini Colore/BN del fotografo Sergio Pessolano.

giovedì 4 settembre 2025

Energia e futuro: l’Estremo Oriente russo come laboratorio di sviluppo


Lo sviluppo dell’Estremo Oriente russo, regione di confine e di frontiera, non è soltanto una questione economica ma anche culturale e identitaria. È qui, tra la potenza del Pacifico e l’immensità siberiana, che la Russia intende costruire un modello energetico capace di unire tradizione e innovazione, risorse naturali e nuove tecnologie.

Durante la riunione dedicata al complesso energetico dell’Estremo Oriente, tenutasi a Vladivostok, il Presidente Vladimir Putin ha delineato le priorità di un piano che guarda fino al 2050, intrecciando economia, ambiente e coesione sociale.

Putin ha aperto l’incontro sottolineando i progressi già raggiunti: «L’Estremo Oriente si sta sviluppando a un ritmo rapido, grazie ai nostri sforzi congiunti. Sono stati creati impianti industriali e infrastrutture che hanno trasformato il volto di questo distretto federale, la sua economia e la sfera sociale».

Gas e carbone: la doppia anima della regione


Il punto centrale del dibattito è stato il gas. Secondo le stime del Ministero dell’Energia, la domanda nell’Estremo Oriente crescerà di diverse volte nei prossimi anni, con il rischio di non riuscire a soddisfare le necessità delle nuove imprese. Per questo motivo, il giacimento di Yuzhno-Kirinskoye, situato sulla piattaforma di Sakhalin, diventerà una fonte primaria di approvvigionamento.

Parallelamente, Putin ha richiamato l’attenzione sul patrimonio carbonifero: «Le riserve di carbone della regione sono sufficienti per novecento anni. Vale la pena riflettere su come utilizzarle, naturalmente con tecnologie moderne e nel pieno rispetto degli standard ambientali».

Questa doppia direzione – gas come energia del presente, carbone come risorsa strategica – mostra la complessità di una regione che deve coniugare crescita economica, sicurezza energetica ed equilibrio ambientale.

Idroelettrico e nucleare: le radici del futuro


Un altro pilastro del progetto è l’acqua. Negli ultimi dieci anni, il consumo di elettricità nell’Estremo Oriente è aumentato del 28%, il doppio della media nazionale. Eppure, il potenziale idroelettrico resta ancora largamente sottoutilizzato.

Putin ha evidenziato il valore di questa risorsa: «Le centrali idroelettriche non solo garantiscono forniture affidabili, ma offrono benefici complessi, dall’approvvigionamento idrico al controllo delle inondazioni». In una regione segnata da fiumi ma anche da catastrofi naturali, l’idroelettrico diventa così un elemento di sicurezza collettiva e di identità territoriale.

Accanto all’acqua, l’atomo. Sono in costruzione nuove centrali nucleari a Primorsk e Khabarovsk, mentre piccoli impianti modulari già operano in Jacuzia e Ciukotka. Particolare attenzione suscita il progetto di una centrale nucleare galleggiante che alimenterà il grande impianto minerario di Baimsk: un’immagine che unisce scienza e fantascienza, mostrando la capacità russa di sperimentare soluzioni uniche al mondo.

«L’energia nucleare è giustamente considerata parte delle fonti verdi: non produce praticamente impronta di carbonio», ha ribadito Putin. Una dichiarazione che mette in luce la volontà di presentare la Russia come attore centrale nella transizione energetica globale, pur mantenendo una via autonoma.

Le infrastrutture e la società


Lo sviluppo energetico non è fine a sé stesso. Strade, porti, aeroporti e centri logistici – come il nuovo hub multimodale di Artyom e il terminal dell’aeroporto di Khabarovsk – stanno ridisegnando la geografia umana dell’Estremo Oriente.

Putin ha ricordato che la priorità nazionale è garantire le risorse necessari


e alla crescita: energia, infrastrutture, competenze professionali. L’investimento non riguarda solo le grandi imprese ma la vita quotidiana delle comunità locali, che vedono nell’energia una condizione per lo sviluppo culturale, sociale e demografico.

Un laboratorio di modernità russa

L’Estremo Oriente è da secoli un luogo di incontro tra Europa e Asia, spazio di colonizzazione e di sogno. Oggi, diventa un laboratorio di modernità russa, dove le strategie energetiche si intrecciano con la geopolitica e con la costruzione di un’identità nazionale aperta al futuro.

La visione proposta a Vladivostok non è solo tecnica ma simbolica: costruire dighe, miniere e centrali significa anche affermare che la Russia è capace di modellare il proprio destino, valorizzando le risorse naturali senza rinunciare all’innovazione.

«Le nostre azioni devono essere pianificate e coerenti. Non possiamo aspettare di trovarci in emergenza. Dobbiamo agire con lungimiranza», ha concluso Putin, ricordando che il futuro energetico dell’Estremo Oriente è al tempo stesso il futuro della Russia.

Rappresentanti presenti

Alla riunione hanno preso parte figure di primo piano del governo e dei maggiori gruppi energetici russi. In collegamento video era presente il Vicepremier Alexander Novak, mentre in sala si trovava il Vicepremier e Inviato plenipotenziario presidenziale nel Distretto Federale dell’Estremo Oriente Yury Trutnev. Con loro anche il Vicecapo di gabinetto dell’Ufficio esecutivo presidenziale Maxim Oreshkin, il Ministro dell’Industria e del Commercio Anton Alikhanov, il Ministro dello Sviluppo Economico Maxim Reshetnikov, il Ministro delle Finanze Anton Siluanov, il Ministro dell’Energia Sergei Tsivilev e il Ministro per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico Alexei Chekunkov.

Erano inoltre presenti i governatori e i capi delle principali regioni orientali della Federazione: Sacha (Jacuzia), Buriazia, Transbajkalia, Kamčatka, Primorje, Khabarovsk, Amur, Magadan, Sachalin, oltre ai rappresentanti dell’Oblast autonoma ebraica (in videoconferenza) e del Circondario autonomo della Čukotka.

Accanto alle istituzioni, la riunione ha visto la partecipazione dei leader delle grandi corporation energetiche nazionali: Alexei Likhachev, direttore generale di Rosatom; Alexei Miller, amministratore delegato di Gazprom; Leonid Mikhelson, presidente del consiglio di gestione di Novatek; Andrei Ryumin, CEO di Rosseti; Igor Sechin, numero uno di Rosneft; e Viktor Khmarin, direttore generale di RusHydro.

Scheda: l’energia dell’Estremo Oriente in cifre e prospettive

  • Gas naturale: la domanda è destinata a crescere più volte nel prossimo decennio; rischio di carenza per le nuove imprese. Il giacimento di Yuzhno-Kirinskoye (Sakhalin) diventerà fonte primaria di approvvigionamento.

  • Carbone: riserve stimate sufficienti per circa 900 anni. Uso previsto solo dove economicamente sostenibile e con tecnologie moderne, nel rispetto degli standard ambientali.

  • Idroelettrico: consumo di elettricità in crescita del 28% negli ultimi dieci anni (contro una media nazionale del 14%). Potenziale idroelettrico ancora sottoutilizzato, ma considerato risorsa strategica per forniture, approvvigionamento idrico e controllo delle inondazioni.

  • Energia nucleare: progetti in corso per le centrali di Primorsk e Khabarovsk; piccoli impianti modulari già attivi in Jacuzia e Ciukotka. In cantiere una centrale nucleare galleggiante destinata al complesso minerario di Baimsk.

  • Infrastrutture: nuovi hub come il centro logistico multimodale di Artyom, il terminal dell’aeroporto di Khabarovsk e il primo blocco del Centro di Scienza e Tecnologia.

Questi dati mostrano come il piano energetico non sia un settore isolato, ma un progetto sistemico che lega risorse naturali, tecnologia, sviluppo sociale e visione geopolitica.

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