Il Natale secondo il Lunario di Alfredo Cattabiani
Miti Feste Leggende e tradizioni popolari
Il numero del mese di
dicembre è il dodici e simboleggia perfettamente l’ultimo mese perché è un
numero che conclude, è segno di compimento come dimostra il Sole attraversando
dodici segni in un anno. E non casualmente il periodo di trapasso da un anno
all’altro è contrassegnato da dodici notti, tra Natale e l’Epifania.
Con il solstizio d’inverno
si celebra la morte e la rinascita simbolica del Sole invisibile, ma è anche il momento in cui le anime, abbandonato il corpo si
ricongiungono con la loro origine celeste: tale momento simboleggia il ritorno
del manifestato al non manifestato, dal molteplice
all’Uno.
L’Euphorbia pulcherrima,
detta Stella di Natale, mostra le sue foglie superiori ormai rosse a
festeggiare la nascita del nuovo Sole. La volontà di rigenerazione espressa dal
mito dell’eterno ritorno potrebbe essere paragonato a un Grande Anno
rispecchiato e simboleggiato da quello solare. Come il Grande Anno comincia con
una creazione, continua con un’esistenza che è la storia del suo progressivo
degenerare e si conclude con il ritorno al caos, così l’anno solare nasce e si
sviluppa nel corso dei mesi impoverendosi giorno dopo giorno fino alla sua
morte nel caos, in un generale rimescolamento per poi nascere nuovamente.
L’Abete si erige quale pianta immortale che si innalza al centro
del cielo e della terra; fermo sostegno dell’universo, legame di tutto,
sostegno di tutta la terra abitata, legame cosmico che comprende in sé tutta la
molteplicità della natura umana.
Un rametto di vischio e
di alloro sono di buon augurio.
La notte di Natale è benaugurante accendere il ceppo come un
sole che rinasce: deve bruciare fino all’alba ma non consumarsi del tutto perché
lo si doveva riaccendere ogni notte fino all’Epifania.
Il Natale era definito “il
giorno del pane” e risulta di buon augurio mangiare dolcetti come panettoni.
Secondo la leggenda nella Notte Magica di Natale i fiori
germogliano sotto la neve, l’acqua si muta in vino, gli animali parlano e v’è
chi ne intende il linguaggio, le anime di coloro che muoiono volano diritte in
Paradiso e le nuvole predicono, a chi le osservi da un crocicchio, tutto ciò che
deve avvenire nel nuovo anno, alla nascita del sole bambino gli asini si
inginocchiano e le punte delle corna dei buoi e delle vacche diventano
luminose.
Una volta si accendevano falò, fuochi d’artificio e fiaccolate perché avevano la
funzione di aiutare a crescere il sole
ancora bambino, il sole gracile che doveva vincere l’ostilità delle tenebre
invernali. Il fuochi accesi in terra proiettavano “nel fuoco del sole”
la loro energia dandogli vigore.
B U O N N A T A L E A T U
T T I
P A T R I Z I A B O I
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